Capitolo 31 - Non lo nominare!

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È ora di pranzo, sento il rumore dei tacchi sul pavimento, le risate e il brusio dei gruppi di persone che si dirigono nella sala grande per mangiare. L'albergo ha organizzato un altro evento, giusto per far sentire i suoi ospiti più a casa. Il che non ha senso, se volevano sentirsi a casa ci sarebbero rimasti.

Sfilo le fascette ormai inutilizzabili e ne uso di nuove, le stringo forte intorno alle mani e mi passo un braccio sulla fronte. Sto sudando tanto, quasi ci nuoto dentro, ma non importa. Tiro un pugno al sacco nero, e poi un altro ancora. Quasi non sento la stanchezza, eppure sono qui da più di un ora ormai.

La palestra è deserta, nemmeno i fissati del fitness ci sono. Ed è meglio così, almeno posso sfogarmi in santa pace. Mi concentro sul sacco, lo colpisco con due calci quando sento la porta aprirsi.

<<Non dovresti essere qui.>> dico, senza neanche voltarmi.

<<Potrei dire la stessa cosa, sei ancora in tempo per cambiare idea.>> ribatte Clara, nel suo scintillante ed elegante abito rosso.

Le sorrido, scuoto la testa e appoggio la schiena contro il sacco. In questi momenti la differenza tra me e lei è abissale, basta osservare i suoi capelli lucenti e perfettamente piastrati o le sue unghie fresche di smalto. Mentre io...beh sono un disastro.

<<Sai che non verrò, stai sprecando tempo.>> esclamo, prima di darle le spalle e ricominciare la mia sessione intensiva di "uccidiamo il sacco".

<<Se è per i genitori di Aaron...>> inizia, ma la blocco subito.

<<No, sai che di questi problemi non me ne faccio.>> dico, continuando a prendere a pugni questo dannatissimo sacco.

<<E allora qual è il problema? Hai paura di vedere Paolo? Oppure è per il calciatore, Dyb...>>

<<Non lo nominare!>> sibilo, tirando un gancio così forte da far tremare le catene che sorreggono il sacco. Sento i muscoli della schiena irrigidirsi e ho il fiatone.

<<Non lo nominare.>> sussurro ancora, quasi impercettibilmente.

<<Non farlo Eu.>> esclama Clara, mettendo una mano sulla mia spalla nuda. Non trovo il coraggio di voltarmi, così non lo faccio.

<<Non chiuderti in te stessa, non perderti di nuovo, non permettere ad un altra persona di controllare il tuo umore.>>

Quando Clara capisce che ho bisogno del mio tempo e di spazio si allontana, chiudendosi la porta alle spalle. Sospiro, poggio la fronte contro il sacco e cerco di riprende fiato. Porto le mani sulla nuca, con la disperazione nel cuore.

Non so cosa mi stia succedendo esattamente, mi sento come se non fosse cambiato nulla e allo stesso tempo fosse cambiato tutto. Ho commesso un errore permettendo a quel ragazzo antipatico di entrare nella mia vita, ed ora ne pago le conseguenze. Perché sono la solita idiota, che cede di fronte ad un bel faccino.

<<Maledizione.>> sussurro, chiudendo gli occhi.

Sfogarmi in palestra non sta funzionando, non sta portando assolutamente a nulla. Vorrei urlare a squarcia gola, e vedere se cambia qualcosa, ma non mi sembra il luogo adatto. Ho bisogno di fare qualcosa di stupido, di adrenalinico, di pericoloso.
Guardo la parete da arrampicata, sarà alta su per giù venti metri. È perfetta.

Non indosso l'imbracatura di sicurezza, nulla. Inizio a salire, con precisione e velocità. L'ho già fatto altre volte, ma mai così. Se dovessi cadere potrei rompermi qualcosa, ma non ci penso, perché non succederà. Arrivo quasi in cima, quando un rumore mi distrae facendomi quasi perdere l'appiglio.

Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora