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"Dovrebbe essere questa" pensai.
Ero indeciso su quale casa optare, provare a bussare e cercare in qualche modo di trovare quella corretta, quella dove al suo interno avrei dovuto trovare Taehyung, proprio quello che qualche giorno fa, ha iniziato a seguirmi, proprio quello che senza probabilmente esserne consapevole, mi spedì un libro all'interno della mia cassetta, posta fuori dalla mia piccola roulotte. Capì rapidamente quale fosse la sua, dopotutto era parecchio notabile, composta da ornamenti d'oro e qualche rifinizione in più sulle punte delle varie parti del tetto.
La sua villa si trovava contornata da alberi molto fitti per una strada così piccola, erano tutti contornati da delle aiuole ed in fondo, nascosta tra la chioma profonda e prorompente delle altezze, si trovava la sua villa stile gotico.
Era stupenda, aveva delle arcate accentuate, il portone invece faceva risplendere quella che dovrebbe essere l'entrata, ma non solo, era tutta contornata da questi muretti, parecchio insignificanti, essendo relativamente bassi, ma erano perfetti, nessuna crepa, moderni, e definiti.
Sembrava così facile entrarci, eppure quando veramente arrivai sul punto dettomi da Hobi, il libro continuava a ciondolarmi tra le mani, quasi scivolando, per colpa del sudore, a sua volta dato dalla mia ansia.
Era la prima volta che effettivamente lo conoscevo, finalmente potevo capire dal primo sguardo, che tipo di persona fosse, che cosa avesse bisogno da me. E non mi stupì quando in lontananza riuscì a riconoscere la sua casa senza mostrare ostentazioni.
Dopotutto era facile soltanto dalle foto capire il suo stile di vita.
"Scusami, devi entrare?"
Una voce cupa mi svegliò dal mio stato di ansia misto immaginazione, alzai lo sguardo e notai un uomo, sulla cinquantina d'anni, vestito elegante appoggiato al portone.
"Non mi sono presentato, sono Yun, il governante di Taehyung, tu sei un suo amico?" propose, aspettando una mia risposta.
"S-Sì, devo riportargli un libro che mi ha prestato" inventai poi, incrociando le gambe per la bugia, difetto che mi accompagna dalla nascita.
"Prego, entri pure, sa dove è la sua stanza?"
"N-Non proprio, può accompagnarmi lei?" chiesi, varcando il portone automatico.
"Certo" disse, per poi continuare.
"Le ho già chiesto il suo nome?"
"Cavolo, ha ragione, non mi sono presentato, sono Jungkook piacere!" esclamai, inchinandomi verso di lui, più volte. Lui sorrise.
Passammo attraverso tanti corridoi prima di arrivare al suo, ognuno aveva un non so che di magico, come se qualsiasi cosa di decoroso in quella casa, fosse piombato senza che qualcuno barattò per poterlo ottenere. Era magnifica, ogni singola parte, a partire dalle scale, fin sopra il soffitto, con tanto di dipinti angelici.
La sua stanza si trovava al primo piano, verso il corridoio di destra, vicino ad una grande vetrata, posta per intuire il termine del corridoio ma allo stesso tempo per giocare con le prospettive.
La sua porta era proprio l'ultima, la più lontana, quella più cupa, quella chiusa e nera. Aveva qualche incisione, era rovinata.
"Eccoci arrivati"
"Signorino Taehyung, Jungkook è venuto a farle visita!" gridò, cercando di farsi sentire attraverso la porta chiusa.
Subito dopo si aprì e non feci a meno di osservare, partendo prima dal fondo, tutto il suo fisico, per poi arrivare al viso, che era concentrato sulle mie pupille.

"Quindi, ho vinto la scommessa" rise sarcasticamente.

Dopotutto [kth ; jjk]Where stories live. Discover now