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Mi disse di cercarlo, tra gli alberi della foresta, tra la folla, tra la nebbia, tra la felicità e le prime volte, sotto il cielo stellato.
Passai dalla città, tra le strisce pedonali, la strada e le fermate ad aspettare il colore verde.
Infine arrivai verso la zona del campeggio, vicino alla sponda, che dava verso il fiume, ripido, insistente, pieno di scogli. Lo intravidi, gli sorrisi e lui fece lo stesso, tirò fuori la mano e lentamente fece cenno di un saluto.
Era leggermente sorpreso, si aspettava un mio ritardo o, per di più, che l'aspettassi da tutt'altra parte. Invece arrivai proprio in quel punto, sapevo che fosse quello semplicemente perché era l'unico posto che sentiva, sentivamo, più vicino a noi, che più ci aveva affascinato, affezionato. Si trovava all'inizio del ponte, appoggiato ad il palo che lo reggeva, di legno, intagliato di parti più scure, con viti al suo interno.
"Ce l'hai fatta quindi!" stava fingendo, non mi piaceva. Perché mentire? Nascondere il suo stato d'animo? Sappiamo tutti e due che quello che stiamo facendo è una cosa anormale, che ci distruggerà, qualcosa che verrà trovato più tardi dalla terra, come un atto di disperazione, un atto che aumenterà i guadagni, un atto che aumenterà le probabilità del grafico.
O che magari ci porterà speranza.
"È inutile mentire Jungkook, perché sei così eccitato?" domandai, rimanendo schietto.
"Sto cercando di trattenermi, vorrei avere un ricordo del mondo. La parte positiva" si intravidero gli occhi arrossati.
"Ci sediamo un attimo?" chiesi, sedendomi sulla sponda della scogliera, con le gambe all'aria, sentendo la fresca brezza della piccola cascata andarmi nelle pupille.
"Va bene" annuì, appoggiandosi a me.
"Sei sicuro di volerlo fare?"
"Tu piuttosto, perché mi devi seguire?" domandò, osservando il cielo.
"Non sopporterei una settimana senza di te, come io sono l'unica cosa che ti rimane, vorrei farti entrare nel cervello che anche tu sei l'unica cosa che mi rimane"
"Tu hai anche Jimin"
"Ne sono a conoscenza e mi dispiace doverlo lasciare, da solo, ancora, deluso, ma" sospirai.
"Siamo sospesi ormai, Jungkook. Quando è stata l'ultima volta che sei riuscito a sorridere? Mi sono posto tante, molte domande, come spero abbia fatto anche tu. Mi sono reso conto soltanto qualche minuto fa che a tutte quelle domande non c'era una risposta effettiva, ad alcune sì ma, erano lo stesso un grave e grande punto interrogativo, erano infelici ed io non voglio un mondo così, o almeno, non voglio viverlo in questo modo, non era quello che da piccolo ho sempre sognato. Non riesco più a trovare una cosa che riesca a farmi sorridere, qualcosa che mi faccia capire di avere ancora tanta voglia di scoprire il lato positivo della giovinezza. Perché so che esiste, io lo so, però semplicemente non ho più la forza e la grinta che un tempo avevo nel cercarla. E mi dispiace, perché penso di aver dato tanto, penso di aver detto ed anche fatto,  cose che qualcun altro non avrebbe mai avuto il coraggio di fare-" venni interrotto.
"Sai una cosa, Taehyung"
"Stavo pensando a quando ci accampammo sotto quel bel grande cielo stellato, proprio quando ho perso la verginità con te, ti ricordi vero?" mi domandò, girandosi di scatto, cogliendo qualche fiore.
"Certo che ricordo"
"Alcune volte penso a quante persone vorrebbero avere una vita perfetta, a quante persone vorrebbero essere nella mia stessa situazione pur di avere un tetto sopra la testa, perché diciamocelo, c'è gente che riuscirebbe a sorridere anche con soltanto una bottiglietta d'acqua, delle nuove scarpe ed uno spazzolino, cose che per noi sono così scontate! Vorrei aver fatto una scelta diversa pensando a loro ma il destino mi ha portato qua, non voglio contraddirlo"
"Siamo fortunati! Eppure è proprio vero che gli esseri umani sono una delle poche creature desiderosa di continuare ad aumentare i propri averi, insaziabile, avara, narcisista"
"Esatto!" strinse gli occhi.
"Guarda il tramonto, Taehyung" continuò, indicandomi le nuvole colorate.
"Sono rosse"
"Aspetta! Non dirmi che il tuo colore preferito era il rosso!" caddi nella disperazione.
"No, no! Vuoi sapere una cosa?" chiese, tenendomi la mano dentro la tasca della giacca.
"Che cosa?"
"Sai perché il tramonto è cremisi?"
"Cremisi? Che concezione poetica dei colori. Tu lo sai?" ribattei, incrociando il suo sguardo, che distolse subito.
"Al tramonto la luce deve attraversare una quantità maggiore di atmosfera, solo le onde più lunghe riescono a raggiungere i nostri occhi" disse, appoggiando la testa sulla mia spalla.
"Come facevi a saperlo? Chi te l'ha insegnato?" domandai, sconvolto.
"Mia madre, quando ancora riusciva a riconoscermi"
"Ma non fa niente, alziamoci!" si appoggiò sulla mia coscia per darsi la spinta, tirando fuori dei palloncini.
"Cosa ci fai con dei palloncini?" riuscii ad alzarmi, avvicinandomi.
"Uno per te" lo mise sulle mie mani.
"Ed uno per me" concluse.
"Lo devo gonfiare?"
"Secondo te?" rispose, iniziando a soffiare all'interno del palloncino. Feci lo stesso.
"Tieni il filo, legalo sul braccio" feci quello che disse, lo lasciai penzolare vicino terra.
"Sei pronto per scavalcare?" domandò, tenendomi la mano.
"Ti seguo"
Riuscimmo a passare per il bordo del ponte, restammo verso la parte centrale e, senza guardare verso il basso, aspettammo qualche minuto.
"A che servono i palloncini?" domandai, tenendomi ben stretto alle ringhiere di ferro arrugginito.
"Così non affonderemo del tutto. Vorrei rimanere a galla, vorrei far sapere agli altri che sono esistito e che ho perso la mia guerra" chiusi gli occhi.
"Sono fiero di te"
"Cosa?"
"Sono fiero di te, Jungkook"
"Non ho fatto niente di speciale, Taehyung"
"Invece sì che l'hai fatto, ed ancora non te ne rendi conto"
"Siamo sicuri di incontrarci di nuovo, lassù?" domandò, preoccupato, con le mani tremanti, sudaticce.
"E chi lo sa! Magari succederà proprio come è successo qui"
"Nel senso che finiremo di nuovo in questa situazione?"
"Non penso, ti invierò di nuovo per posta quel libro"
"L-L'interpretazione di sogni?"
"Sì, perché no?"
"Mi dispiace soltanto aver perso così tanto tempo. Tornerei indietro nel tempo solo per dirti quanto ci tenga a te"
"So già quanto tieni a me, Jungkook. Hai rimorsi?"
"No, e tu?"
"Neanche"
"Sei pronto?"
"Al mio tre"
"No, aspetta un attimo!" lo fermai, facendolo spaventare.
"Vorrei un bacio"
Mi baciò, tenendomi il capo, asciugandomi le lacrime.
"Perché piangi?" chiese, staccandosi, per poi appoggiarsi di nuovo.
"Lo devo dire veramente?" domandai, asciugandomi le lacrime gelide.
"Sì, per favore"
"Sono deluso di me stesso"
"Per quale motivo?"
"Non sono riuscito a trovare il tuo colore preferito"
Si fermò qualche istante prima di gettare qualche lacrima. Non so perché gli fece così tanto effetto quella frase ma, così fu. Non amava le frasi fatte.
Non rispose più, mi continuava a sorridere, crollando mentalmente, ricordando i migliori momenti della sua vita, cercando di trovare delle motivazioni per tornare sopra la terra umida.
"Al mio tre?" domandai, timoroso.
"Mi sono innamorato di te" mi interruppe, io sobbalzai.
"Anche io, Jungkook, non puoi neanche sapere come sono contento" mi emozionai, ancora. Le lacrime si aggiunsero alla cascata.
"Al tuo o al mio tre?"
"Al tuo" tremai.
"Va bene"
Ansimò, quando con le dita tremanti iniziò a contare.
"Uno"
"Due"
"Tre"

I palloncini ci seguirono. Nel volo ci girammo verso il cielo, mi ricordo di aver sorriso. Fu tutto così rapido. L'aria batteva lungo il mio corpo, entrava negli occhi, faceva lacrimare. Occhi spenti, lucidi. Jungkook, si avvicinò, eravamo ancora per mano. Lui chiuse gli occhi, la bocca rimase socchiusa, voleva gridare.

"Taehyung!"
"Hai ancora un mucchio di tempo per venire a conoscenza del mio colore preferito!"

Poi, l'acqua diventò color cremisi, l'aspetto divenne come le nuvole, forse anche più consistente.
I palloncini, invece, scoppiarono.

Dopotutto [kth ; jjk]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora