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"Taehyung, fuori da qui, ricorda che non sono più un dipendente" disse, cercando di provocarmi, mentre tentava, con le sue braccia esili, di creare due cocktail, uno mio e l'altro a Jimin, contento di rivedermi dopo giorni.
"Perché sei così cattivo, Jungkook?!" propose Jimin, ammirandolo, poggiando il mento sopra la sua mano.
"Perché non voglio essere disturbato mentre lavoro" disse, continuando.
"Poi, il mio capo non vuole che faccia molta conversazione con i clienti, neanche se sono miei amici"
"Che palle! Che ne dici se parlo con il tuo capo?" domandai, inarcando le sopracciglia.
"No! Poi se la prende con me" rispose.
"Con te?" chiesi, confuso.
"S-Sì, nel senso che potrebbe abbassarmi lo stipendio" esclamò, balbettando, arricciando il naso ed incrociando le gambe.
"Se lo dici tu" continuò Jimin, afferrando il suo cocktail appena fatto, assaporando quel gusto fruttato.
"Chi sono questi due bei ragazzi?"
L'uomo con la camicia nera si avvicinò verso Jungkook e, prendendolo di sorpresa, gli mise le mani proprio sopra le spalle, spaventandolo, facendo cadere il bicchiere che, per fortuna, non si ruppe.
"Jungkook! Neanche tenere un bicchiere tra le mani sai fare!" esclamò, aggrottando il viso, massaggiandosi i baffi.
Era un uomo tutto d'un pezzo, con baffi e pizzetto, sulla quarantina d'anni, muscoloso, arrogante e presuntuoso.
"L'ha fatto soltanto cadere, calma" risposi, aiutando Jungkook ad afferrare il bicchiere nel lavabo.
"L-Lasciami, Tae" propose, sottovoce.
"Jungkook non sapevo avessi un ragazzo" esclamò, appoggiando un braccio accostato al suo fianco, mentre tremava, socchiudendo gli occhi.
"Non è il mio ragaz-" lo interruppi.
"Sì, e?" domandai, accasciandomi verso lo schienale della sedia.
"Che aggressivo, i tuoi genitori non ti hanno insegnato a stare zitto quando serve?" mi irrigidì, non ero solito a queste constatazioni, ma dal fondo del corpo, sentì una continua profusione di calore.
"Ma chi minchia è lei, per dire ste cazzate?" domandai, esagerando, vedendo successivamente la mano di Jimin che mi teneva il petto.
"Tae, esci per favore, non rispondere" disse Jungkook, tenuto dal polso.
"Gli sta facendo male" afferrai sia il polso del capo, sia quello di Jungkook, cercando di separarli, quando decise di sferrarmi un pugno vicino al labbro, lasciando un livido.
"Sta lavorando, coglione" disse, continuando, stringendolo più forte.
"Se osi rispondere ancora, torni a casa con più lividi"
"Per favore, basta" propose Jimin ad entrambi, facendo si che l'uomo lo spinse, fino a farlo cadere dal sedile.
Non ci vidi più, gli sferrai un pugno sulle labbra, perse sangue e sorrise.
"Fallo ancora e Jungkook perde il lavoro"
"Tae, vai fuori!" esclamò, dall'altra parte del bancone.
"Jungkook devi stare zitto cazzo!" lo sbigottì, facendolo sbattere su tutte le posate.
Si fermò con lo sguardo fisso su di me, lo vidi, gli sorrisi e, con le labbra mi disse di non reagire, di lasciar scorrere, di non usare la violenza.
Gli scese una lacrima, mi sorrise e chiuse gli occhi.
Mi sferrò un paio di pugni sul petto, vicino alla bocca, sugli zigomi, sul naso, in pancia. Non reagì, cercavo soltanto di tenere gli occhi aperti, di aprirli il più possibile e ammirare quelle luci artificiali sopra di me. Non sentivo più niente, vedevo soltanto, ed era divertente. Jimin cercò di spostarmi, di spostarlo ma non ci fu nulla da fare, lo spinse e cadde di nuovo, sui suoi stessi passi. Jungkook invece mi guardava, piangendo, talvolta coprendosi anche il viso quando dal mio naso si spargeva troppo sangue sul pavimento. Poi si stancò, mi lasciò sul pavimento, inerme, straziato, con quel liquido rosso tutt'attorno al collo, al petto e persino dentro ogni fibra dei miei abiti di cotone, che lo assorbirono.
Incontrai lo sguardo di Jungkook, gli sorrisi, lui mi guardò preoccupato, con le braccia accasciate, senza forze, senza più risorse.
Per concludere, ricordai soltanto lo strisciare della mia giaccia sul pavimento levigato, al ritmo dei passi di Jimin, seguiti poi da una caduta, lasciando gocce e strisce attorno alle mie spalle, quasi arrivate verso l'uscita.

Dopotutto [kth ; jjk]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora