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Quindi era questo il suo segreto, sapevo che dopotutto non era una persona così tanto aperta come si definiva lui e neanche così tanto libera, da poter esprimere tutto ciò che gli passava per la mente.
Nella piccola e parecchio bassa stanza, si trovava soltanto un giradischi, che dire soltanto, era veramente stupendo. Non solo per il suo stile antico, ma anche per tutta l'atmosfera che creava, perché tutto quello che girava attorno a lui, semplicemente si trasmutava in qualcosa su cui riderci sopra. Rimanevi sconvolto quando aspettavi di posare il braccio sopra il piatto dove posato esattamente al suo centro, si trovava un vinile, dalle dimensione anormali e molto lucido.
Le sue melodie erano qualcosa di intoccabile, e anche se lui mi raccontò che suo padre tenesse tutto per se, senza mai vendere nulla, probabilmente fece anche una buona azione.
Chi vorrebbe mai vendere questi capolavori? Sono uno su sette miliardi, giusto per ricordarlo.
Ed il fatto che ogni sera ascolta uno degli interminabili vinili di suo padre, lo rendeva già un figlio unico al mondo.
Si sentiva il loro rapporto, lo si capiva nonostante un'unica presenza. Amava suo figlio più di quanto amasse se stesso, e questa cosa gli faceva solo onore.
"Voleva controllare il suo destino?"
"Sì, mio padre si uccise per questo. Secondo lui, morendo sarebbe finalmente riuscito a controllare qualcosa di fondamentalmente incontrollabile" propose, lasciandomi a bocca aperta.
"A-Alcune volte, non ti manca?" chiesi, balbettando, avendo paura di esagerare.
"Certo, Jungkook, è andata così, son sicuro che lui, come noi, ora sta deliziando anche le sue orecchie sentendo musica di sua proprietà" sorrise.
"È un posto molto importante, giusto?"
"Già"
"Perché hai deciso di farmelo vedere?" proposi, socchiudendo gli occhi.
"Perché, son sicuro, che non sei come gli altri, non sparisci! In qualche modo, ho la certezza di sapere che continui a pensare a me"

Dopotutto [kth ; jjk]Where stories live. Discover now