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Erano macchiati di una tonalità tendente al nocciola scuro, qualcosa di nascosto, imprevedibile, alla ricerca della luce e del vero colore. I suoi occhi mi riflettevano, sembravano decisamente uno specchio, mi allargavano, come se fossero una lente grandangolare, mi inquadravano da capo a fondo, perché dopotutto non siamo noi a decidere l'ampiezza della nostra visione, cerchiamo di non notare cose che in verità abbiamo visto e rivisto più volte.
Restammo impalati ad osservarci per qualche secondo, realizzare il fatto che io ce l'avessi prontamente davanti a me e che io fossi davanti a lui con ancora il libro tra le mani, pronto per essere toccato di nuovo dal suo padrone.
La sua camera non aveva nulla di caratteristico, non che io abbia bisogno di qualcosa di diverso per attirare la mia attenzione, ma 'conoscendolo' pensavo avesse una stanza più caotica e piena decorazioni. Pensavo che qualsiasi parte del muro fosse stata trafitta da qualche poster, qualcosa di fissato giusto per il gusto di farlo, per esprimere la sua arte, giusto per rovinare il lavoro di altre persone. Invece non fu così, la sua stanza risuonava di un gran bianco, risplendeva, t'illuminava il viso. La sua grande finestra posta vicino al letto la rendeva tanto spaziosa, quasi come se ci si potesse ballare dentro. C'erano pile di libri accatastate l'una addosso all'altra, che senza volerlo creavano un disordine nella normalità. Si scorgeva una maniglia, dopotutto prima di entrare mi girai su me stesso, controllai, osservai, non feci a meno di capire dove conducesse quella porticina nascosta. Questo mistero mi intrigava sempre di più, però riuscì comunque a trattenermi e concentrandomi di nuovo su di lui, iniziai la conversazione direttamente, cercando di non sporgere, accennare ad altro.
Sa benissimo che non sono venuto per quel motivo.

"Tieni, ti ho portato il libro" dissi, allungando le braccia con il peso nelle mani verso di lui.
"Perché mi hai bloccato?"
Palpitai e tirando il libro verso di me, lo osservai, per poi dargli una risposta.

"Mi hai messo paura"
"Non penso che io ti faccia così paura. Alla fine ricordati dove sei in questo momento - magari un pochino ti piaccio" chiuse velocemente le palpebre.
"Perché pensi subito che io finisca per innamorarmi di te? Io non ti conosco" chiesi, unendo le mie mani in cerca una risposta.
"Perché succederà così, però" abbassò la testa.
"Però prima voglio sapere il tuo colore preferito"
"Ancora con questa storia?" domandai, infastidito.
"Dimmelo dai"
"Non te lo dico, Taehyung" balbettai, incolpando la sua oppressione.
"Va bene"
"Ora però mi puoi sbloccare? È l'unico modo che ho per vederti" continuò lui, appoggiando la mano sulla guancia, reggendosi la testa.
"Ti sbloccherò, non ti preoccupare" proposi, mordendomi le unghie, ansiosamente.
"Ora vai via" disse, alzandosi, per poi accompagnarmi fuori dalla sua stanza.
"So farlo anche da solo" enunciai, liberandomi dalle sue mani contro la mia schiena.

Dopotutto [kth ; jjk]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora