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"Ragazzi, lui è Seokjin"
Namjoon, dopo le nostre presentazioni decise di mostrarci e farci capire anche chi fosse il ragazzo vicino a lui.
Sembrava così pacato, aveva un aria spenta, molto assortita nei suoi pensieri.
Jungkook non sembrava turbato, era tutto così perfetto, non so ancora per quale motivo io mi sia preoccupato così tanto ma, sentivo il bisogno di rivederlo, di svagarci un po', di ridere e magari ubriacarci, dopotutto ci serviva.
Namjoon sembrava così preso con quel ragazzo, lo ammirava con gli occhi lucenti, sempre con quel suo sorriso stampato sul viso, sempre con la voglia di vivere impressa nel viso. Lo ammiravo, non solo perché fosse più grande di me, ma anche per come riuscisse a gestire la sua vita, dividendo la felicità con la tristezza, cosa che sembra facile ma purtroppo non lo è.
Mi parlò di sua madre, del suo tumore, della sua imminente partenza e della voglia di continuare a conoscere quel ragazzo, perché secondo lui 'aveva qualcosa di diverso'.
Aveva ragione.
"Jungkook, come ti sembra?" domandai, a bassa voce, qualche centimetro dietro di loro.
"Sembra simpatico! Vorrei conoscerlo più a fondo" propose, strizzando il naso.
"Non ti sarai innamorato di lui spero!" esclamai, tenendo il broncio.
"Quanto sei stupido!" ribatté, tirandomi un leggero schiaffo sul petto.
"Non si sa mai, forse devo fargli vedere che sei mio"
"Guarda che lo sa già! Namjoon gliel'ha detto" disse, per poi continuare.
"Poi, comunque, io lo vedo già con Jin, in un treno, guardando il tramonto, uno con la testa appoggiata sul petto dell'altro"
"È un tuo desiderio?" domandai, curioso.
"N-No, tu non li vedi così?" chiese, insospettito.
"Sì, forse"
Entrammo dentro il bar, colorato di viola. Decidemmo di prendere qualche drink, lasciando che Jin si integrasse nel gruppo, dopotutto odio chi si isola soltanto per stare con il proprio fidanzato.
"Mi permetti questo ballo?" domandai, ponendo una mano vicino alla sua.
"Certo" propose, afferrandola.
Ballammo mano per mano, lui cullandosi con i miei movimenti ed io seguendo la musica con i passi. Fino a quando non toccai il suo bacino. Fece un passo all'indietro, spostò la mia mano e sorrise, soffrendo.
"Cosa c'è? Ho fatto qualcosa di sbagliato" dissi, preoccupato.
"No, ho solo un po' di fitte alla testa"
Non mi quadrava.
"Vuoi andarti a sedere?"
"Sì, grazie"

Dopotutto [kth ; jjk]Where stories live. Discover now