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Felix pov's
Avete presente quel momento in cui vi sembra di essere in un film, quando una persona sembra camminare in slow motion e il vento gli muove i capelli?
No?
Non importa, a me è appena successo con il nuovo professore di algebra che a essere sincero è molto carino.

"Buongiorno ragazzi, sono il vostro nuovo insegnate, il mio nome è Choi Hyonsu." Choi Hyonsu bel nome, come il prorpietario pensai.

"Felix, a cosa stai pensando?" Mi chiese Chan ridendo.

"Uhm, a niente di così importante, perché?" In realtà oltre a pensare al nuovo professore, mi chiedevo come Jeongin volesse risolvere la situazione  e al perché Changbin fosse tornato con Seoyun nonostante avesse detto che era una storia conclusa.

"Beh diciamo solo che continui a fissare il professore come se fosse una divinità scesa in terra e, credo che tra un po' avrai gli occhi a cuore come se fossi un emoji." non mi ero accorto di fissarlo, era solo un professore alla fine, no?

"Mi scusi prof per la domanda inappropriata che sto per porgli ma, quanti anni ha?" Una ragazza al primo banco diede inizio ad un interrogatorio continuo.

"Tra un mese preciso compieró ventisette anni." era così giovane!

"Mi scusi, anch'io ho una domanda! È appena arrivato e non ci conosce ancora ma, a primo impatto chi le sembra la più carina e il più carino?" Continuò un'altra ragazza seduta proprio davanti a me.

"Siete tutti molto belli, non c'è chi più e chi meno." rispose sorridendo.
"Ma se dovesse scegliere? Chi direbbe?" Continuò sempre lei.

"Lei signorina è molto carina e, anche lui alle sue spalle." stava davvero dicendo a me? DAVVERO? STAVO SOGNANDO?

"Smetti di sclerare silenziosamente, anche se non ti senti ti vedi. Non vorrai mica far ingelosire Changbin, vero?" Mi disse Chan appoggiando la testa sul palmo della mano.

"Idiota." risposi girandomi e tornando a sorridere, era l'ultima ora più bella di sempre solo perché la rendevano bella, non so se ci siamo capiti.

Era da un po' di mesi che andava tutto bene, non mancavo mai a scuola, i miei amici mi facevano sempre compagnia e avevo un bel professore.

Era strano però, non mi era mai andata così, ogni qual volta sorridevo c'era qualcosa pronta a rovinarmi momenti e umori.

Mentre tornavo a casa mi era capitato di imbattermi in fatti e persone che rispecchiavano qualcosa di me e del mio passato. Bambini che venivano esclusi, genitori che litigavano, ragazzi che piangevano, adolescenti malati, tutte cose che avevano fatto di me ciò che ero ora ma, non pensate che io non vada fiero di me eh, mi piace quello che faccio, amo ogni istante di questa mia 'rinascita', stare sempre a casa mi ha tolto molte opportunità e bellezze nascoste, e non lo dico per dire, lo dico perché stando lì a momenti non sapevo neanche cosa fosse un bar o un cinema.

Ora, parlando di oggi, posso dire solo che avrei dovuto pentirmi di non aver provato ad andare oltre il limite, avrei dovuto rimpiangere ogni momento passato sdraiato sul divano o sul letto a dormire o a guardare programmi noiosi e ripetitivi, chissà magari anche il mio domani sarà bellissimo e il domani a venire e quello dopo ancora fino ad aver creato quello che chi non sogna chiama futuro.

"Ciao."  salutai quel piccolo essere messo in disparte da bambini con l'ego da adulti.

"Chi sei? La mamma mi ha detto che non si parla con gli sconosciuti quindi scusa signore ma non posso risponderle più." aveva una voce così carina!

"La tua mamma ha ragione, fai bene ad ascoltarla però non sono qui per rapirti. Ho visto che eri solo e sono venuto a farti compagnia." la classica frase del non si parla con gli sconosciuti viene sempre tramandata ma ormai ai giorni d'oggi ci si fida più del primo che passa che di coloro che ti conoscono da anni.

"Perché non parli con i tuoi amichetti?" Domandai sedendomi al suo fronte su un cavallino a dondolo.

"Non mi vogliono perché sono diverso." la sua risposta non me l'aspettavo.
"E cos'hai di 'diverso'?" mimai il tutto con le dita, mi ricordava davvero tanto la mia infanzia.

"Non posso correre perché... quando avevo tre anni mio papà ha fatto un indicidente e non potevo più muovere una gamba." le prime quattro parole mi risuonarono famigliari non potevo correre.

"Sai, non sei tu quello diverso anzi, sono loro che non ti somigliano e va bene così. Te lo immagini un mondo con persone tutte uguali, sarebbe un problema, nessuno si saprebbe riconoscere una volta guardatosi in faccia e poi non sarebbe facile essere felici se ogni essere vivente condividesse lo stesso pensiero 'dell'essere diverso'. So che essere tagliato fuori è brutto ma quando mostrerai che anche tu sei qualcuno tutti ti vorranno e, dovrai usare la testa e dire no perché avrebbero dovuto amarti ora e non solo quando a loro fa comodo. La diversità non è questa, quando crescerai capirai alcune cose. Non ti prometto che comprenderai la vita per il semplice fatto che neanch'io l'ho ancora compresa però, ti prometto che piano piano intenderai bene cos'hai affrontato senza lasciarti andare alla convinzione di essere disuguale. Ricordati come ultima cosa che se non fossi stato così, saresti stato uguale a tutti gli altri. Tante stelle uguali dopo stancano gli occhi, sii la stella diversa, prova a brillare con la tua luce e fa in modo che i riflettori siano puntati più su di te." finii il mio 'discorso' accorgendomi poco dopo della presenza della madre venuta a riprendersi il figlio.

"Ragazzo, hai davvero un cuore grande. Ti ringrazio di aver fatto compagnia al mio bambino." questa donna sembrava davvero gentile, si vedeva come teneva alla sua famiglia.

"Non sapevo che nel tempo libero facessi il babysitter." avrei riconosciuto la sua voce pure a chilometri di distanza.

"Io invece non sapevo che fossi talmente disperato da tornare con quella 'ragazza dal buon animo'. Credevo fosse una storia ormai andata per te e comunque, non faccio il babysitter." controbbatei recuperando la mia roba precedentemente posata a terra.

"Se proprio vuoi saperlo io e Seoyun non siamo tornati insieme. Volevo vedere solo la reazione di Jisung." mi ero perso qualcosa per caso?

"E anche se fosse stato davvero così? Saresti diventato geloso?" Mi stava provocando?

"Perché sarei dovuto essere geloso di Seoyun?" Ripresi a camminare verso casa nella tentazione di potermi riposare un poco.

"Perché io ti piaccio".
È normale sentirsi come bloccati e impanicati? Perché ho come la sensazione di essere congelato sul marciapiede, mi bruciano gli occhi e sento la gola totalmente secca.

"N-Non so chi ti abbia messo quest'idea in testa ma si sbaglia." tentai di essere il più convincente possibile, non l'avevo mai detto prima ma mia sorella aveva ragione quando qualche giorno fa diceva che in me qualcosa andava dietro a quest'essere.

"Certo perché tu provi qualcosa per il professore di algebra, vero?" Cosa voleva da me? Aveva preso una botta in testa? Perché se continuava così ero disposto a dargliene un'altra.

"È sicuramente più bello di te." fortunatamente il 'peggio' era passato.

"Ne sei sicuro?" Mi si era letteralmente parato davanti, forse il peggio non era del tutto passato.

"Ne sono sicurissimo." per quanto tempo ancora avrebbe continuato ad atteggiarsi da bad boy? 

"Mi sento molto offeso Mr. Capelli Finti." mi chiamava ancora così?

"E sentiamo allora, come posso farmi perdonare signor offeso?" La situazione non diventò una delle migliori. Ritrovarsi contro un muro nel bel mezzo della strada dove tutti possono guardarti...è imbarazzante.

"Non mi va bene il fatto che preferisci un professore a me." era davvero tanto imbarazzante.

"E perché no? Ho solo espresso il mio pensiero." dovevo essere a casa almeno mezz'ora fa.

"Perché devi pensare solo a me." che voleva dire? Questo tipo mi rendeva confuso.

"Non capisco." passare dal far compagnia all'essere schiacciato contro un muro è un attimo a quanto pare.

"Capirai." mi rispose alzandomi la testa con l'indice per poi andarsene.

~FLY TO THE SKY~Where stories live. Discover now