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Changbin pov's
Immaginiamo quel momento, nei film, in cui una persona dopo esser partita anche da poco, torna nella sua città e tutto sembra essere cambiato, bene ora pensate alla versione reale di questa scena.

La mia, versione reale. Era tutto uguale, solo il paese però.
Avevo già fatto caso ad alcune nuove famiglie e ad alcune 'vecchie' genti con lo stesso aspetto ma un differente modo di fare.

Solo una persona sapeva del mio ritorno ed infatti fu la prima a cui feci visita.

"Che fai non mi saluti?" Gli chiesi, una volta aperta la porta, era rimasto a guardarmi impassibile senza dire niente.

"Quindi...sei tornato davvero." fortunatamente era una bella giornata, nonostante fosse inverno il sole era dominante in cielo.

"Beh, se sono davanti alla tua porta è ovvio che sono tornato!" risposi abbracciandolo.

Gli raccontai di com'era vivere nella mia nuova città e di come fosse il comportamento dei miei vicini, spiegai ogni particolare senza tralasciare niente.

Lui fece lo stesso, mi descrisse ogni minimo cambiamento possibile. Questo mi fece render conto ancor di più di quello che non avevo notato.

"Patatino, sono a casa e dobbiamo parlar- Ciao Changbin, sei tornato? Sono contenta. Jisung dicevo dobbiamo parlare seriamente. Devi cancellare tutti i tuoi inutili impegni di questo pomeriggio ed andare a far visita a quel povero Felix. Fino a poco fa ero a far compagnia alla sua cara mamma, mi ha detto che da più di due mesi stavano passando un periodo davvero difficile. Hanno avuto molti problemi con il padre, spesso tornava da loro e la picchiava, la insultava e a volte la minacciava, le figlie erano andate a stare entrambe dai nonni mentre il ragazzo non voleva lasciarla lì da sola nonostante stesse male. All'inizio non se ne era neanche accorta ma pian piano cominciava a vedere il figlio sempre più assente, mi ha detto che si rifiutava di ingerire qualsiasi tipo di alimento poiché non aveva mai fame e andò avanti così per molto.
Un giorno erano a fare la spesa, voleva farlo distrarre e quando stavano attraversando la strada improvvisamente perse ogni energia e dovette fermarsi e così una macchina che andava molto velocemente, non fece in tempo ad impedire l'impatto. Ho preferito non chiedere altro vedendola parecchio affranta.
Quindi faresti un bel gesto se lo andassi a trovare, faresti stare meglio sia lui che la sua famiglia. Changbin se non hai altro da fare potresti andare con lui, che ne dici? Ho parlato con i genitori dei vostri amici e andranno tutti da lui questo pomeriggio."

Risparmio ogni chiacchiera insignificante avvenuta dopo e passo direttamente al momento in cui ci trovammo lungo quel corridoio color giallo tulipano, che più lo guardavi più metteva angoscia, aspettando un qualsiasi permesso per entrare, che tardò ad arrivare.

C'era anche sua madre che, più di tutti non vedeva l'ora di poter riabbracciare suo figlio.

"CAVOLO, ragazzi quanti siete mamma mia! Apparte gli scherzi, vi chiedo di non toccare niente e fare attenzione. Il paziente ha subito un grave shock, ha inoltre dovuto superare una fase complicata che per fortuna non gli è risultata mortale. Quando entrerete lo vedrete con diversi aggeggi sul viso ma per colpa della sua estrema perdita di sangue è in ossigenoterapia e senza essi potrebbe tutto risultare altamente dannoso per la sua salute, se dorme vi prego di non svegliarlo, aspettate la sua ripresa. Detto questo potete entrare, per qualsiasi cosa chiamatemi immediatamente."

Una volta nella stanza, cambiò tutto.
Da una parte eravamo felici a saperlo vivo ma dall'altra un senso di tristezza ti persuadeva, a vederlo lì ad occhi chiusi, con quel rumoroso silenzio che fischiava nelle tue orecchie, il costante suono del battito che riecheggiava per la stanza, il suo respiro a tratti regolare e le sacche di sangue attaccate su quelle piantane per flebo.

"Piccolo mio, come stai? Mi manchi così tanto!" Non aveva notato la nostra presenza quindi la madre pensò che fosse l'occasione di salutarlo come prima persona.

"V-voglio tornare a casa..." stringeva la sua gracile mano in quella della madre guardandola con occhi stanchi e parlandole con voce altrettanto debole.

"Ci tornerai presto tranquillo. Se ce l'hai fatta una volta, ce la potrai fare ancora." parole di incoraggiamento sono sempre state dette, ma poche volte le persone gli danno un vero significato.

"Che giorno è o-oggi?" Disse picchiettando lievemente sulla mascherina che lo aiutava a respirare.

"Perché? Aspetti qualcuno? È venerdì 31 comunque. " rispose sorridendo guardando nella nostra direzione, ogni tanto.

"Esattamente un anno fa mi a-avevi concesso di tornare a scuola. Ed esattamente un anno fa conobbi per la prima volta i miei veri amici."

Alla fine ci notò, dopo che Jeongin pestò erroneamente un piede a Hyunjin che gli stava dietro e quest'ultimo predicò in malo modo dato che 'aveva appena comprato le scarpe' ed erano tra l'altro bianche.

Ovviamente litigarono finendo con l'essere uno triste e dispiaciuto e l'altro imbronciato e furioso.

L'orario delle visite era finito, trovai il modo di rimanere ancora per un po' convincendo l'infermiera. Volevo chiarire alcuni malintesi e non farlo sentire solo.

"Posso chiederti il perché ti sei ridotto in questo modo?" Sapevo che non mi avrebbe risposto dicendo la verità ma volevo tentare ugualmente.

"Non c'è un motivo..." mi rispose puntando lo sguardo al di fuori della finestra.

"Mi duole dirlo ma non ti credo. Comunque sia, se non ti va di dirmelo non importa, quando ti sentirai pronto io sarò qui ad ascoltarti." gli strinsi la mano mentre con l'altra presi il suo telefono.

"Ho cambiato numero qualche giorno fa, se vuoi ti segno quello nuovo." a sentire questo lo vidi leggermente in panico.

"N-non preoccuparti posso farlo anche da solo, non ce n'è bisogno tranquillo..." mi guardava negli occhi come a cercare aiuto.

"Sicuro? Guarda che dovresti riposare." mentre lo 'intrattenevo' a parole, entrai nella sua rubrica per segnare il numero.
Era un classico del suo telefono, non aveva mai messo la password poiché 'lo rallentava' in caso di emergenza; mi suscitò curiosità il fatto che poco più sotto c'era un certo numero salvato con il nome di Kim Seoyun, sapevo che fosse sbagliato ma ci cliccai sopra finendo nella loro chat, ed è qui che cominciò la 'discussione'.

"Perché non me lo hai detto? Per questo non volevi che salvassi io il numero?" Chiesi mostrandogli la chat, la sua risposta fu solamente un "si" in tono basso.

"Potevo aiutarti! Cosa ti succede, hai smesso di fidarti di me? Vivo in un'altra città ma sono sempre la stessa persona! Ti avrei aiutato in ogni circostanza, lo sai!" Non provavo niente. Questa situazione mi aveva messo in uno stato di apatia assoluta.

"MI DISPIACE VA BENE!? SEI ANDATO VIA DA UN GIORNO ALL'ALTRO SENZA NEANCHE DARMI IL TEMPO DI REAGIRE, COME DOVEVO PRENDERLA SECONDO TE? NON CREDERE CHE SIA STATO TUTTO UN FESTEGGIARE, PIÙ IL TEMPO PASSAVA PIÙ SI CREDEVA CHE LO SPAZIO DA TE LASCIATO SAREBBE RIMASTO VUOTO ANCORA PER MOLTO E PROBABILMENTE SARÀ COSÌ PERCHÉ PARTIRAI DI NUOVO E LA CANZONE CON TE RIPARTIRÀ ANCORA E ANCORA! NON SONO COSÌ PER SCELTA MIA, QUANDO SEI ANDATO VIA HAI LASCIATO DIETRO DI TE PROBLEMI E SOFFERENZE SENZA PENSARE SE SAREBBERO POTUTE FINIRE IN QUESTIONI GRAVI. NON SONO FORTE LO AMMETTO, NON È UNA NOVITÀ. HO PENSATO DAVVERO AL TORNARE A QUELLA VITA CHE CONDUCEVO STANDO A CASA PER GIORNI INTERI MA SONO ANDATO AVANTI PER TE, PERCHÉ ERI TU LA MIA RAGIONE, MA LA TUA EX FIDANZATA È ARRIVATA A COMPLICARE TUTTO! Ecco perché il suo contatto è nel mio telefono, è questa la ragione del perché sono qui. Lei è un ostacolo che non riesco a superare. Si nutre di debolezze, è così che vince ogni volta, sa qual'è la tua fragilità e non si fa scrupoli a renderla pubblica..."

Dovremmo ascoltare le persone che dicono di non conoscere un individuo poiché quest'ultimo ha troppi lati nascosti. Magari neanche noi stessi ci conosciamo abbastanza da capire qual'è il lato che ci rappresenta definitivamente.

~FLY TO THE SKY~Where stories live. Discover now