6. «Voglio che tu ti fidi di me.»

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Jungkook.





Non ascoltai neanche mezza parola di quello che mi stava dicendo la prof, la guardavo, annuivo ma non assimilai assolutamente nulla. Stavo contando il numero di volte che il mio telefono aveva vibrato nella tasca posteriore dei miei jeans e pensavo al fatto che sarei dovuto passare velocemente dal bagno prima di uscire da scuola per rendermi almeno un minimo presentabile. Perché avevo messo questa stupida felpa stamattina? Da quel momento in poi avrei dovuto vestirmi bene perché se Taehyung mi aveva chiesto di venirmi a prendere una volta, magari avrebbe continuato a farlo e io volevo che gli piacesse quello che vedeva.

Me la cavai con una nota sul registro elettronico e un approfondimento da presentare in classe la settimana successiva, la salutai cordialmente e sgattaiolai fuori. Sbloccai il mio telefono e la sequenza di messaggi mi fece sorridere, avevo il cuore a mille.


[TH]: ma quanto traffico c'è a quest'ora per strada?

[TH]: uno stronzo mi ha appena rubato il parcheggio

[TH]: chi me l'ha fatto fare di usare questa macchina, è troppo lunga e non so dove parcheggiarla

[TH]: -posizione-

[TH]: ah no ho deciso che ero troppo lontano e ho trovato un altro parcheggio

[TH]: -posizione-

Girai per l'ennesima vietta laterale alla scuola finchè non vidi la famosa Mercedes nera con la targa indicatomi. Quella macchina era talmente lucida che avrei potuto usarla per farci i selfie allo specchio.

Aprii la portiera e venni accecato dal sorriso di Taehyung che mi disse semplicemente "Ehi" ma era stato l'ehi più bello di tutta la mia vita.

"Ciao." Risposi, sorridendo a mia volta.

"Allaccia la cintura." Lo feci e poi rimasi incantato a guardarlo fare manovra mentre teneva un braccio appoggiato alla portiera all'altezza del finestrino e muoveva il volante con il palmo della mano. Quel movimento mi fece eccitare immediatamente. Indossava un paio di pantaloni morbidi color caramello e una maglia nera con lo scollo a V e pensai che non vedevo l'ora di strappargliela di dosso. Occhiali da sole, tre anellini semplici tutti uguali posizionati nel mignolo, indice e anulare e un altro anello molto grosso, con una pietra verde al centro. Probabilmente solo i suoi anelli costavano più della macchina di mia mamma.

"Mi stai fissando Geikei." Disse togliendosi gli occhiali da sole e guardandomi.

"Ehi, occhi sulla strada, non voglio morire giovane." Lo incalzai e lui sbuffò tornando a guardare verso davanti. "Guardavo i tuoi anelli, mi piace molto la combinazione."

"A casa ho una sezione della cabina armadio dedicata solo ai gioielli. Magari te li farò vedere prima o poi."

"Mi farebbe piacere." Quella affermazione mi riempì il cuore perché mi aveva involontariamente detto che voleva continuare a vedermi e a portarmi a casa sua.

"Hai fame? Ti porto a mangiare in un posto carino."

"Muoio di fame!"

"Benissimo allora!"

Spinse sull'acceleratore appena entrammo in tangenziale finalmente lontani dai semafori e dal traffico. Alzò il volume della radio e mi chiese come era andata a finire con la mia prof. Gli spiegai tutto quello che era successo nel corso della mia mattinata scolastica e lui mi chiese quali erano le mie materie preferite.

"Storia, storia dell'arte e letteratura anche se non vado d'accordo con la prof." Risposi.

"Materie umanistiche."

Be my rich bitch│taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora