29. «Ci siamo detti tutto.»

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warning: riferimenti ad eventi traumatici del passato.








Taehyung.








Mi aveva scritto il giorno dopo.

Anzi mi aveva mandato un messaggio alle 4 del mattino quindi la prima cosa che avevo visto da appena sveglio era stato il suo nome sullo schermo del mio telefono.

Si era davvero imparato il mio numero a memoria e dopo tutti quei mesi ancora se lo ricordava ma cosa più importante non aveva aspettato troppo e quella consapevolezza mi diede la carica per affrontare la giornata lavorativa.

Purtroppo per me era un periodo davvero pieno di impegni, incontri, videochiamate oltreoceano, conferenze e riunioni per la nuova collezione autunnale perciò dovetti aspettare il weekend, e quindi 3 giorni, per trovare un momento libero e poterlo vedere. Lui non si era lamentato e mi aveva semplicemente detto che gli andava bene, tanto non avrebbe avuto altri impegni.

Avrei voluto sentirlo di più in quei giorni ed è per questo che avevo trovato un paio di scuse banali ma avevo ricevuto solo risposte monosillabiche quali "Si.", "Okay.", "Va bene." e niente di più.

Venerdì pomeriggio era finalmente arrivato e io avevo lasciato le redini al mio nuovo sostituto nel mentre mi preparavo per uscire e raggiungere quel bar in centro dove Jungkook aveva accettato di vedermi. Ero agitato come un ragazzino al suo primo appuntamento e per tre giorni interi mi ero preparato il discorso da fargli per cercare di riavvicinarmi a lui ed è proprio quelle stesse parole che continuavo a ripetermi nel mentre indossavo gli orecchini a cerchio in argento che mi aveva regalato lui per il mio compleanno, sperando li notasse.

Arrivai nel posto da noi concordato in anticipo e mi sedetti all'interno, ringraziando ci fosse l'aria condizionata perché con tutto quel caldo afoso non sarei riuscito a ragionare all'aperto.

Aspettai, guardando fuori dalla grande vetrata finchè non lo vidi svoltare l'angolo e il mio cuore perse un battito. Era al telefono infatti si fermò sul ciglio della strada e non attraversò. Lo volli osservare bene, consapevole che avrebbe potuto anche essere l'ultima volta. Indossava dei pantaloni bianchi lunghi e una camicia chiara con numerosi disegni dall'azzurro, al celeste al blu. Mosse la testa e gli si spostarono i capelli e il quel momento pensai che anche se mi ero innamorato di un Jungkook con i capelli neri, quel castano cioccolato gli stava da Dio e lo rendeva molto più attraente del normale ma forse era solo la mia testa a vederlo così delizioso.

Poi finalmente lo vidi avvicinarsi e riporre il telefono nella tasca posteriore dei pantaloni e spostai lo sguardo per non voler sembrare uno stalker. Presi il mio cellulare in mano e feci finta di armeggiarci finchè la sua figura non spostò la sedia di fronte a me e si sedette.

Alzai lo sguardo e gli sorrisi.

"Ehi."

"Ciao."

Lui era terribilmente serio.











Jungkook.







Quattro giorni.

Erano quattro giorni dall'ultima volta che avevo assunto l'eroina eppure mi sentivo bene. Certo, avevo avuto i primi sintomi della crisi d'astinenza come le palpitazioni e la sudorazione fredda un paio di volte però mi ero concentrato sul pensare a Taehyung, alla sua mano appoggiata in parte al mio viso, il suo dito a sfiorarmi la pelle, il suo corpo così possente e allenato che per pochi minuti aveva premuto contro il mio. Mi ero riempito la testa di lui, dei ricordi di lui e non avevo resistito dallo scrivergli il giorno dopo la sfilata.

Be my rich bitch│taekookWhere stories live. Discover now