17. «Rimani con me.»

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warning: riferimenti ad un tema delicato.







Jungkook.










Mi abbracciò e sentii immediatamente meno freddo. Mi aggrappai a lui e inspirai profondamente il buon profumo che emanava per riempirmi le narici di una fragranza più piacevole.

Entrammo in casa e lui non perse tempo a bombardarmi di domande sul perché non gli avessi più risposto, perché non fossi andato al lavoro, com'era andata la sera precedente ed è proprio quando toccò questo argomento che gli chiesi di smetterla perché ero stato male e ancora dovevo finire di riprendermi.

"Mi hai fatto preoccupare, Jungkook. Lo capisci questo?" Era arrabbiato e stava alzando la voce. "Va bene se sei stato male ma spiegami perché al tuo amico hai risposto al telefono e a me no."

Alzai lo sguardo e mi chiesi come facesse a sapere che avevo parlato al telefono con Jimin.

"Sono andato fuori scuola sperando di trovarti li. Poi ho visto Jeiem uscire e gli ho chiesto di contattarti siccome a me continuavi a non rispondere per cui evita di mentirmi." Mi spiegò serio probabilmente leggendo la mia espressione interrogativa.

"Taehyung..." Sospirai. Già era irritato parecchio, non sarei mai riuscito a dirgli la verità ora. "P-puoi...non urlare? Per favore..." Il suo sguardo si addolcì e venne verso di me, accarezzandomi la guancia.

"Hai ragione, scusami. Ero solo davvero tanto preoccupato per te, credevo di aver fatto o detto qualcosa di male, che ce l'avessi con me ecco."

"Non hai fatto niente, ho solo passato una brutta nottata e giornata. Però sono qua perché avevo bisogno di vederti per stare meglio." Mi abbracciò e io mi appoggiai a lui. "Mi sei mancato anche tu." Dissi ancora, rispondendo a ciò che mi aveva detto per messaggio.

Ci distendemmo a letto e cominciammo a mangiare schifezze mentre lui mi raccontava quanti guai avesse combinato la segretaria in un solo pomeriggio. Mi fece ridere e cominciai di nuovo a sentire il cuore più leggero finchè non si avvicinò per gioco, toccandomi il fianco. Io sentii una fitta di dolore, mi irrigidii e mi ritrassi scottato.

Mi fissò tremendamente serio.

"Lo sai che soffro il solletico li." Cercai di proteggermi.

"La tua espressione dice tutt'altro." Rispose lui prima di avvicinarsi di più, infilare la mano sotto alla mia maglia, toccandomi di nuovo lo stesso punto di pochi secondi prima. Io ebbi dei brividi poco piacevoli, il cuore prese a martellarmi nel petto come la sera precedente e con uno scatto lo allontanai da me, urlando.

"Non mi toccare!" Mi rannicchiai nell'angolo del letto, contro il muro, portando le ginocchia a contatto con l'addome e circondandole con le braccia. Feci sprofondare la testa per nascondermi mentre tremavo. "B-basta, n-non mi toccare, ti p-prego..." Ripetevo sottovoce, cominciando a singhiozzare.

Dopo qualche minuto di completo silenzio sentii il materasso muoversi sotto di me e immaginai Taehyung si stesse avvicinando ma per fortuna non mi toccò.

"Jungkook?"

Mi spaventai e cercai di farmi ancora più piccolo.

"Jungkook, che succede? Dimmi la verità."

Io non risposi. Poi sentii la sua mano appoggiata dolcemente tra i miei capelli, tremai al tocco ma non mi ritrassi.

"Ehi Gukkie, sei al sicuro. Sei con me, il tuo TaeTae è qui per proteggerti okay? Va tutto bene." Ripeteva piano mentre mi accarezzava e io lentamente mi tranquillizzai. Alzai la testa e quando incontrai il suo sguardo potei leggere la sua preoccupazione negli occhi. Scoppiai a piangere e gli gettai le braccia al collo.

Be my rich bitch│taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora