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Passò una settimana e i miei giorni iniziarono a diventare sempre più strani, ogni volta che passeggiavo tra i campi intravedevo la volpe scarlatta osservarmi per qualche secondo, ma appena provavo ad avvicinarmi questa scappava e non si faceva più viva fino al giorno seguente.

Solo una volta mi capitò di scovarla a qualche metro da David che seduto ai piedi del solito albero di gelsi, dalle foglie secche e gialle, leggeva immerso nella natura. Quel giorno talmente era intenta ad osservare mio fratello che non si accorse della mia presenza fin quando sbadatamente non calpestai un cumulo di foglie secche attirando la sua attenzione. Roteò prima le orecchie, poi si girò a guardarmi, rimase sorpresa per tre secondi precisi, al quarto era già sparita tra la folta erba.

Sospirai e solo allora David sollevò il naso dalle pagine del tomo.

<<Ogni volta che sospiri vola via un po' di felicita.>> disse chiudendo il libro e piegando la gamba destra.

<<Era qui e me la sono lasciata sfuggire ancora una volta.>> Risposi sollevando il lungo vestito per evitare che mi intralciasse il cammino e avvicinandomi a lui.

<<La felicità?>> domandò sollevando leggermente gli angoli della bocca, così poco da non permettermi di decifrare la sua espressione.

Mi prendeva in giro?

<<La volpe David! Era a pochi passi da te. L'avrai vista sicuramente.>>

<<Penso che me ne sarei accorto se una volpe fosse stata qui.>>

Misi le mani sui fianchi alzando il sopracciglio sinistro.

<<Da quanto eri assorto nella tua lettura è già un miracolo che tu ti sia accorto di me.>>

Rise lievemente per poi rispondermi <<Questo potrebbe essere vero, ma preferisco lasciarti con il beneficio del dubbio pulce.>>

Lasciai ricadere le braccia lungo i fianchi e mi piegai per leggere il titolo del libro che lo aveva rapito <<Vu da is.>>

<<Vudaìs.>> Mi corresse lui sbattendo poi la mano sul terreno al suo fianco invitandomi a sedere.

<<Che tipo di libro è?>> domandai accettando l'invito.

Mi appoggiai alla corteccia dell'albero e piegai entrambe le ginocchia posando una mano su di esse e l'altra a terra.

<<Difficile da dirsi, probabilmente molti lo considerano un fantasy.>>

Una foglia cadde fluttuando fino al terreno.

<<E tu come lo consideri?>> Chiesi osservando la copertina bordeaux con la scritta nera in stampatello.

<<Già, come lo considero io...>> ripeté le mie parole con lo sguardo perso nel vuoto, poi non volendo continuare la conversazione si alzò spolverandosi la polvere dagli indumenti.

<<Il sole sta per tramontare, sarà meglio tornare a casa.>>

Pensai che avesse considerato la mia domanda fin troppo scomoda se persino lui, l'oratore sempre pronto a ribattere, si sentì costretto a cambiare argomento, ma più avanti capii che ciò che si nascondeva tra quelle pagine avrebbe messo in difficoltà chiunque se ne fosse imbattuto.

<<Se non sai come rispondere va bene, non sempre servono delle risposte. Però a casa non ho intenzione di tornare al momento. Dorian starà raccontando del suo incontro improvviso avuto con la tua "futura" moglie.>> Dissi imitando le virgolette con le dita riferendomi alla figlia del parroco.

Finalmente lo rividi ridere di cuore.

<<Te la ritroverai come cognata Pulce, vedrai. O la sposerà nostro fratello o nostra madre la farà sposare a me.>>

S'agapó alepoúDove le storie prendono vita. Scoprilo ora