21.

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Con le mani adagiate sui fianchi guardavo il manichino davanti a me. Finalmente l'abito era concluso, ci avevamo impiegato quattro giorni, avevamo lavorato senza sosta mattina e sera e finalmente eravamo riuscite a terminarlo.
La lunga e vaporosa gonna rossa e bianca composta dai tre tessuti ricamati era stata fissata al corpetto perfettamente modellato e impreziosito da qualche rubino, le maniche strette fino ai gomiti e larghe sui avambracci erano venute perfette e lo scollo era stato accuratamente rifinito in modo da valorizzare il busto.
Ero più che soddisfatta, così come l'anziana che sorridendo fiera stava sistemando l'ultima piega in vita.
<< Ecco qui.>> Disse sollevandosi per ammirare l'indumento.
<<È incantevole.>> Risposi orgogliosa. Non avevo mai realizzato un abito più elegante e raffinato di quello.
<<Speriamo piaccia anche ai nobili.>>
Guardai Carmen <<Sarà così. È venuto talmente bene da sembrare un miracolo. Lo abbiamo realizzato in soli quattro giorni e in due.>> Sottolineai raccogliendo da terra i fili caduti durante la cucitura.
<<Avete ragione ed è tutto fatto a mano.>> Continuò l'anziana.
Poi si voltò a guardarmi.
<<Ma che fine ha fatto la cara volpe bianca?>> Chiese all'improvviso.
Sospirai guardando fuori dalla finestra <<Non lo so.>> Mormorai. Non vedevo Sylver da due giorni e mezzo e iniziavo a preoccuparmi, ogni sera avevo lasciato la finestra socchiusa nella speranza di rivederlo, ma del ragazzo non c'era neanche l'ombra.
Era uscito quella mattina saltando giù nella strada e da lì non lo avevo più rivisto. Il pensiero che fosse stato catturato era nascosto in fondo alla mia mente, ma mi rifiutavo di dargli ascolto. Era sveglio, era una volpe. Chi meglio di lui avrebbe potuto cavarsela?
<<Perché non andate a cercarla? Così potrete anche visitare il villaggio, da quando siete arrivata non avete fatto altro che aiutare una vecchia nel suo lavoro, vi meritate un po' di riposo.>>
Mi voltai verso Carmen vedendola porgermi un mantello verde.
<<Non credo sia una buona idea.>> Dissi pensierosa. Walter si trovava a Iceville, non potevo rischiare di farmi individuare.
La signora storse le labbra in una smorfia <<E perché? Vi farà bene prendere un po' di aria, se volete posso mostrarvi qualche posto, vi accompagnerò volentieri.>>
Mi sembrò così brutto rifiutare l'offerta che fui costretta ad abbassare lo sguardo.
<<Ma fa freddo.>> Cercai di convincerla.
Carmen sbattè in aria il mantello aprendolo e mostrandomi il suo interno rivestito di morbida lana bianca <<Non avete scuse. Andiamo.>>
Sospirai, d'altronde uscire mi avrebve dato la possibilità di incontrare Sylver o avere notizie sue, se era passato sotto forma di volpe gli abitanti lo avrebbero visto e acclamato sicuramente. Tanto valeva provare.
<<Va bene, ma un giro breve.>> Acconsentì prendendo il mantello e abbottonandolo sul petto.
Raccolsi i capelli in una treccia e sollevai il cappuccio.
Carmen annuì e lentamente si avvicinò all'appendi abiti per prendere la sua cappa.

Era una tarda mattinata di inizio dicembre e la neve lungo le strade era illuminata dai deboli raggi solari che penetravano attraverso le nuvole.
Brillava e scricchiolava sotto i nostri passi segnando il nostro cammino.
Gli abitanti continuavano i loro lavori indisturbati, qualcuno salutava velocemente la signora rivolgendole un sorriso per passare subito dopo a tornare ad occuparsi delle proprie faccende.
Una coppia di bambini ci passò accanto correndo con delle palle di neve in mano, un cane grande e grosso e dalle sembianze simili a quelle di un orso li seguì scodinzolante con la lingua a penzoloni. Gli schiamazzi e le risate rallegravano il paesino che ancora una volta mi dava l'idea di un posto incantato.
Arrivammo nella piazza, lì Carmen si avvicinò a un gruppo posto attorno al focolare.
Un uomo sollevò la mano per salutarla e le sorrise calorosamente.
La seguì tenendo il capo chino e coperto dal tessuto.
<<Ogni tanto vi fate vedere.>> Disse l'uomo mettendo una mano sulla spalla della donna.
<<Se sono riuscita ad uscire qualche oretta lo devo alla mia cara amica.>> Disse indicandomi con la mano <<Senza il suo prezioso aiuto sarei ancora rinchiusa a casa a per terminare l'abito.>>
Feci un breve inchino senza dire mezza parola, ma sentì gli occhi dei presenti su di me.
Mi sforzai di non mostrare il mio volto anche se la voglia di far notare quanto fosse da maleducati fissare le persone era tanto.
<<Chi è la vostra accompagnatrice? Non sembra volersi presentare.>> Disse una donna avvicinandosi.
<<Cerere.>> Mi affrettai a rispondere prima che lo facesse Carmen. <<Il mio nome è Cerere signora e sento fin troppo freddo per sollevare la calda stoffa per mostrarmi a voi. Vi prego di perdonare la mia mancanza.>> Dissi.
Ci fu un attimo di silenzio seguito poi dalla risata dell'anziana <<Non preoccuparti Cerere>> sottolineò il falso nome poi proseguì <<Gli stranieri non tollerano molto il nostro clima, soprattutto se vengono dal sud.>>
"E chi lo ha mai visto il sud" pensai.

<<Oh quindi venite dalle regioni caldi, questo spiega tutto.>> Disse l'uomo.
<<Deve essere dura separarsi dal mare per avvicinarsi alla neve.>> Continuò lui.
Magari avessi avuto la possibilità di ammirare lo splendore del mare.
<<Sì decisamente.>> Dissi per voltarmi poi verso l'anziana.
<<Se non vi dispiace vado a cercare ciò che mi avete suggerito poco fa.>> Dissi pronta a congedarmi.
<<Certo, andate pure mia cara, ci mancherebbe. Mi troverete a casa tra poco.>> Annuì.
<<Arrivederci signori.>> Dissi voltandomi e allontanandomi alla svelta dal gruppo.
Camminai per diversi minuti guardandomi attorno nel tentativo di individuare qualcosa, ma neanche io sapevo esattamente cosa stessi cercando. Una volpe? Un ragazzo? Mio fratello? Liz? Lo zibellino?
Tutto e niente allo stesso tempo. Salì su un ponticello in legno che sovrastava un piccolo fiume. Mi ero allontanata dal centro abitato e mi sentivo più al sicuro adesso che gli occhi delle persone non potevano fissarmi.
Abbassai il cappuccio e osservai l'acqua scorrere, era strano, non avevo ancora incontrato un singolo punto in cui l'acqua fosse ghiacciata, di neve c'è n'era tanta, ma il ghiaccio era veramente raro.
Osservai il mio riflesso, non era chiaro a causa della corrente che increspava la superficie, ma riuscivo a distinguere le linee distorte del mio viso.
Mi appoggiai con i gomiti al corrimano e rimasi a guardare il fiume per un paio di minuti mentre i pensieri scorrevano via insieme alla corrente.

<<Immagino abbiate finito il vostro lavoro per oziare in questo modo.>>
Una voce mi distolse dal fiume, sospirai chiudendo gli occhi, avevo capito di chi si trattasse e già iniziava a infastidirmi.
<<Forse ho deciso di bruciare il vostro prezioso abito e spendere i soldi dell'anticipo. Chissà.>> Risposi voltandomi verso il nobile.
<<In questo caso avreste appena segnato la condanna a morte della sarta a cui era stato commissionato.>> Rispose il biondo con le mani in tasca avvicinandosi spavaldo.
<<Per un abito...>> Dissi disgustata.
<<Un abito di un membro reale signorina. Con noi non si scherza.>> Aggiunse appoggiandosi al corrimano con la schiena.
<<Per questo non voglio averci nulla a che fare, adesso se permettete me ne vado.>> Risposi girando i tacchi.
Ma Ethan mi blocco prendendomi il braccio <<Non così in fretta.>>
Scostai il braccio liberandomi <<Non ho molto tempo per oziare>> dissi riprendendo il termine usato da lui <<sbrigatevi a parlare.>>
<<Che caratterino.>> Disse ridendo il nobile <<Ho mostrato la bozza del vostro abito alla diretta interessata. Lei non potrà venire a vederlo di persona, ma ha già riferito che non lo indosserà neanche pagata. Troppo principesco per i suoi gusti.>> Sentì il nobile sospirare <<Dunque lo indosserete voi.>> Aggiunse.
Mi girai a guardarlo incrociando le braccia sotto al petto <<Che vuol dire?>> Chiesi innervosita. Tutto il lavoro che avevamo fatto...
<<Vuol dire che se non lo volete realmente bruciare vi converrà indossarlo alla cerimonia, almeno qualcuno lo vedrà.>>
Avevo già deciso di indossarlo nel caso in cui fosse stato rifiutato, ma era comunque una profonda delusione sapere che la cara "nobile" non lo avesse ritenuto all'altezza.
<<E se avessi deciso di non partecipare alla vostra festa?>> Chiesi.
<<Non potete decidere. Siete stata invitata, dovete presentarvi.>> Ethan sollevò le spalle <<Guardate il lato positivo, non eravate voi a sostenere che il vostro abito avrebbe trasformato anche un rospo in una principessa? Bene, avete l'occasione di dimostrarlo.>> Sorrise soddisfatto e tirò fuori dalla giacca una scarsella.
<<Comunque sia con questo il pagamento è ultimato. Fate ciò che volete dell'abito, a me interessa ben poco.>> Mi porse la scarsella che afferrai arrabbiata e mi allontanai.
Nobili viziati e presuntuosi, doveva essere dura vivere in un paese governato da certi individui. Pensai sollevando il cappuccio e allontanandomi da lui.

Tornai a casa dell'anziana senza aver minimamente visto la volpe, il mio umore era nero come le nuvole che stavano iniziando a coprire il cielo.
<<Oh Elys, bentornata, hai trovato...>> Entrai in cucina lasciando la scarsella con le monete sul tavolo e mi tolsi il mantello.
<<Un pagamento senza il ritiro...>> Mormorò la donna pensierosa <<È stato tutto inutile, non è vero?>> Chiese.
<<No.>> Risposi secca <<Quest'abito lo indosserò io.>>

S'agapó alepoúWhere stories live. Discover now