8.

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Riprendemmo il cammino dopo che Sylver trovò il mammifero rannicchiato sotto al carro e non appena partimmo il bianco si riaddormentò come un piccolo ghiro.

<<Ma è normale che dorma così tanto?>> Chiesi a Liz che sembrava conoscerlo bene.

<<Sì, preferisce dormire il giorno così la notte è più attivo. Non ama molto il sole.>> Chiarì la rossa mentre legava i capelli appena intrecciati con un nastro nero.

<<Vi conoscete da molto?>> Chiesi.

<<Da sempre, lui mi ha vista nascere.>>

<<Un po' come io ed Elys.>> Aggiunse David.

<<Ma noi siamo fratelli, è diverso.>> Gli feci notare.

<<Beh anche io e Sylver in un certo senso, fratellastri per la precisione.>>

Mi voltai a guardarli, in loro non c'era nulla che li facesse assomigliare se non il modo che a volte avevano di parlare e alcuni comportamenti.

<<Abbiamo la stessa madre.>> Disse Liz sorridendo.

Ricambiai il sorriso e tornai a girarmi verso la strada.

<<E da dove venite?>> Chiese David.

<<Siamo cresciuti in un...>> Si fermò scegliendo la parola adatta <<Una specie di orfanotrofio, non molto lontano da dove stiamo andando.>>

<<Per questo volete andare a Iceville.>>

<<No, assolutamente. Abbiamo delle questioni da risolvere in quella città, ma non torneremo in quel orfanotrofio neanche se ci torturassero.>>

<<E sapete nulla dei vostri genitori? >>

<<Nostra madre e mio padre sono stati uccisi, del padre di Sylver che io sappia non si sa nulla.>>

Non seppi più cosa dire, in qualche modo temevo di aver anche chiesto fin troppo e il silenzio di David mi confermò il mio sospetto.
Quando mi annoiavo avevo il brutto vizio di parlare troppo.
In silenzio proseguimmo il viaggio, il paesaggio stava lentamente cambiando, gli alberi lasciavano spazio a campi desolati e umidi e la strada si faceva più stretta e scivolosa.
Una vecchia carrozza si fermò di lato per lasciarci passare e io osservai per quel breve tempo i meravigliosi cavalli dal manto marrone e la criniera nera che trainavano il mezzo.

Procedemmo seguendo l'unica strada possibile fin quando non giungemmo all'ingresso di un villaggio.
Mi voltai e trovai Liz intenta a guardare il sole che stava iniziando a scendere.
<<Saranno le cinque del pomeriggio, abbiamo circa un'ora prima che faccia buio, credo che ci converrà trovare un luogo in cui sostare.>>

<<Concordo.>> Rispose David prendendo la via principale. La strada era ricoperta da grandi pietre che facevano traballare tutto il carro e le case costruite intorno a noi erano state fatte con le stesse pietre che c'erano a terra, nere come la roccia vulcanica e levigate tanto da essere scivolose.

Vidi qualche cittadino passarci accanto, uno di loro portava un cesto pieno zeppo di strane pietre azzurre, altri si affrettavano ad accedere i lumi alle finestre.
<<Sylver.>> Liz chiamò il fratellastro <<è quasi buio, dovresti svegliarti.>> Disse dandogli una pacca sulla spalla.
Lui fece uno strano verso che mi fece girare automaticamente verso di loro. Era come se quel suono mi fosse familiare.

<<Guarda Elys.>> David richiamò la mia attenzione indicandomi una bambina con in braccio un cagnolino che si stava agitando vedendoci passare.

S'agapó alepoúWhere stories live. Discover now