27.2 Volpe R.

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Pov Volpe Rossa

"Perché diavolo non mi ascoltano?!" Pensai guardando gli abitanti davanti a me.
Avevo riaquisito le sembianze umane e mi trovavo al centro della piazza mentre le guardie erano ancora intente a cercare la presunta volpe bianca.
<<Dovete darmi retta maledizione, sono la vostra sovrana!>>

<<In teoria sarebbe vostro fratello.>> Rispose qualcuno tra la piccola folla di abitanti che ero riuscita a richiamare.

<<D'accordo allora ve lo ridirò per l'ultima volta. I vostri compaesani sono nelle mani di Walter, le loro sparizioni non erano casuali. Sta portando al termine il progetto iniziato dal vecchio nobile. Dovete credermi! I vostri figli, i vostri fratelli scomparsi sono stati catturati da lui e se non vi decidete a seguirmi moriranno tutti quanti.>>

<<Perchè mai dovremmo credervi!>>
Esclamò qualche altro.
<<Perché non dovreste? Vi ho mai mentito?>>
Cercavo disperatamente i loro sguardi sperando che mi dessero retta.

<<Vi siete fatta viva solo quando vi pareva, non avevate modo di mentire standovene al sicuro in quel castello.>>
Gridò una donna.

Purtroppo era vero che non mi facevo vedere spesso in città, ma durante l'infanzia ero vittima di Walter e poi divenni la sua inseguitrice, loro non potevano sapere tutto quello che avevo passato e il motivo reale per cui ero stata così assente.

<<Avevo i miei motivi, legati sempre a questa faccenda.>>

<<Bugiarda! >>

Oh era troppo, quelle capre non mi stavano ascoltando, sentivano solo quello che volevano e nel mentre i minuti scorrevano e Sylver poteva esser catturato da un momento all'altro.

<<Cosa devo fare per spingervi a credermi? >> Supplicai guardando tutti coloro che mi circondavano.

<<Ci servono delle prove!>> Gridò un'anziana.
Delle prove... Che prove potevo dargli in quella situazione? L'unica possibilità sarebbe stata quella di mostrare loro la mia vera identità, ma si sarebbero terrorizzati e mi avrebbero accusata di stregoneria tempo un battito di ciglia.

<<Sono io la prova!>> Una donna in lontananza gridava per attirare l'attenzione su di lei.

<<Posso confermarvi le sue parole, hanno condotto gli esperimenti anche su di me.>>
Tutti si voltarono in direzione della voce, una ragazza dai vestiti strappati, il viso sporco e i capelli spettinati stava camminando verso di noi accompagnata da altre sei persone nel medesimo stato.
<<Ma quella è...>>
Dei bisbigli iniziavano a levarsi.
<<Come può essere Josephine?>>
<<Guarda! Accanto a lei c'è il fratello del falegname.>>
<<Ma non erano partiti?>>
Fiutai l'aria e tra i tanti odori uno mi stava chiamando, guardai attentamente, poi lo vidi e il mio cuore sembrò scoppiare di gioia.
<<David...>> Mormorai incredula.
Era dietro il gruppo e si stava avvicinando insieme allo zibellino mentre gli altri spiegavano cosa era accaduto durante la loro assenza.
<<È bello rivederti mia alepoú.>> Sentì dirgli nonostante la lontananza grazie al mio udito.
Corsi verso di lui. Sylver c'era riuscito! Li aveva salvati entrambi.
Mi gettai al suo collo con le lacrime agli occhi. Lo avevo sentito gridare così tanto all'interno di quel posto che temevo non ce l'avrebbe fatta, invece adesso era davanti a me che mi stringeva la vita mentre con l'altra mano reggeva il fratello.
<<Liz, sta morendo. Devo portarlo al sicuro da qualche parte.>> Mi disse dopo qualche istante allontanandosi.
Non capì a chi si riferisse inizialmente, poi l'odore di sangue mi condusse al piccolo mammifero. Sul suo ventre era stato avvolto un fazzoletto che conoscevo bene, apparteneva al mio fratellastro.
Ma come potevamo aiutare l'animale e tornare contemporaneamente a salvare Sylver?

S'agapó alepoúWhere stories live. Discover now