18.2 Volpe

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POV. Volpe Bianca

Le impronte delle mie zampe restavano impresse su quelle strade che fino a pochi mesi prima percorrevo da umano.
Gli abitanti di Iceville non conoscevano il mio segreto. Loro mi conoscevano solo nella mia forma umana e già allora era snervante doverli sentire parlare chiaramente tra loro, perché ovviamente non lo sapevano, ma io sentivo tutto ciò che bisbigliavano.
Da umano mi temevano e si sforzavano di portarmi rispetto, quando passavo facevano dei passi indietro e piegavano il capo, ma poi li sentivo correre dentro casa.
Liz che era solita farmi compagnia durante le mie passeggiate in città, quando il tepore del debole sole riusciva ad avere la meglio sulla neve, cercava di distrarmi parlando con la sua solita allegria di tutto ciò che avremmo potuto fare una volta tornati a casa o inventandosi i metodi più assurdi e fantasiosi per fermare Walter.
Già, quell'uomo era la nostra croce. Sin dalla nostra nascita ci aveva fatto soffrire.
Elys questo non lo sapeva, ma presto non glielo avrei potuto nascondere.
Quel giorno la guardai, notando la sua espressione confusa.
Sapevo che se gli abitanti avessero visto la volpe artica si sarebbe creato un gran scalpore, l'ultima volta che una volpe artica si era fatta viva il paese era ritornato a vivere.

Accadde anni fa, prima che io nascessi. Iceville al tempo era governata da un uomo malvagio, il cui unico scopo di vita era trovare nuovi metodi per fare denaro. Viveva nel lusso, in un castello alla base delle pendici montuose. Tutto al suo interno era fatto d'oro, dalle ringhiere delle scale ai soffiti e ovviamente a pagare tutto quello sfarzo era il popolo. Un popolo che viveva nella miseria, al freddo, con il minimo indispensabile, un popolo devastato dal cuore ghiacciato di quell'uomo che praticava il terrore.
Ogni sei mesi dieci ragazzi dovevano recarsi a coorte per qualche suo misterioso capriccio, le voci al riguardo erano tante, ma il motivo era ignoto, la cosa certa era che nessuno faceva mai ritorno e la popolazione iniziava a decimarsi, Iceville stava diventando un paese privo di ragazzi, gli unici abitanti erano adulti di mezza età, vecchi e bambini, la forza del paese in questo modo era dimezzata e le ribellioni potevano essere tenute maggiormente sotto controllo.
In un paese privato della gioventù, circondato dalle montagne e dalla neve e con pochissime risorse alimentari le speranze di rivedere la libertà diventavano sempre meno, fin quando un giorno insieme a una tempesta giunse una volpe dal manto bianco, essa iniziò ad aggirarsi giorno e notte per le strade del paese. Inizialmente gli abitanti provarono a catturarla, era una bestia succulenta agli occhi degli affamati, ma più il tempo passava più si accorgevano dei benefici che la volpe stava recando a quel luogo.
Ogni sera la volpe spingeva i piccoli animali del bosco verso il villaggio, li intrappolava nei vicoli più bui facendo cadere su di essi ceste e cassette e l'indomani gli abitanti li trovavano lì pronti per essere cucinati.
Seguiva gli uomini durante la caccia fiutando gli odori meglio di un segugio, li conduceva ovunque potesse nascondersi qualcosa di commestibile e teneva gli uomini del nobile a distanza dai più deboli.
Passarono i mesi e la volpe divenne una specie di guardiana per Iceville, tutti ormai la conoscevano e la stimavano e lei ne dava loro motivo procurando prede sempre più grandi e sorvegliandoli come una madre farebbe con i figli.
E nel sorvegliare quegli umani finì per affezionarsi.
Quando giunse il giorno del mese in cui i ragazzi dovettero recarsi a corte la volpe li seguì. Riuscì grazie alla sua astuzia a superare senza troppi problemi le sentinelle e facendo attenzione a non essere vista seguì le tracce dei ragazzi.
Giunse nei sotterranei, lì sentì la voce del nobile, poi le urla dei giovani. Su di essi il nobile stava conducendo degli esperimenti, voleva ricavare, attraverso quelle sue ricerca disumane e alle torture atroci, un nuovo metodo per fare denaro.
La volpe che ben conosceva ciò che l'uomo stava cercando di fare entrò accecata dalla rabbia nella stanza, senza neanche pensarci, fece cadere tutto ciò che poteva saltando agilmente da un posto all'altro mentre gli uomini cercavano di fermarla inutilmente.
E nel manicomio causato ebbe persino la velocità necessaria per liberare almeno uno dei ragazzi che alla svelta fuggì di lì a gambe levate. La bianca tentò disperatamente di liberare anche gli altri, ma non era invincibile, era solo una volpe... E loro erano tanti, troppi.
La catturarono e i restanti nove ragazzi vennero crudelmente uccisi sotto i suoi occhi.

S'agapó alepoúWhere stories live. Discover now