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Si era fatto buio e io avevo appena terminato di ricamare l'ultima rosa su quello che sarebbe diventato il primo strato dell'abito.
Distesi il tessuto ammirando il lavoro compiuto quel giorno aspettando nel mentre che l'anziana trovasse la seconda stoffa da ricamare.
Quel pomeriggio la donna mi aveva narrato le fantastiche gesta della volpe bianca, mi aveva allegramente raccontato di quanto aiuto essa avesse dato agli abitanti di Iceville e di come fosse svanita nel nulla dopo la morte del nobile.
Poi era passata a parlare per sommi capi dei nipoti che avevano preso il suo posto, dei due castelli che vennero costruiti ai lati della famosa dimora dorata, ognuno dei quali fu affidato a uno dei tre eredi e di come Iceville sembrava, almeno apparentemente, tornata a brillare.
Verso le sei però il racconto prese una brutta piega.
Mi riferì che negli ultimi due anni la loro cittadina aveva contato ventisei dispersi.
Ventisei uomini e donne che come sua figlia erano svaniti nel nulla da un giorno all'altro.
Le ricerche erano state lunghe, ma inutili, i nobili avevano messo a disposizione diverse guardie per ritrovarli, ma le persone erano svanite senza lasciare traccia.
Alcuni cittadini avevano iniziato a pensare che il motivo di quelle sparizioni fosse da attribuire a uno dei nipoti del vecchio nobile, il quale avrebbe in qualche modo potuto continuare all'insaputa di tutti le ricerche dello zio.
E il più sospetto sarebbe stato un certo Erik se solo esso non fosse misteriosamente scomparso sedicianni prima.

<<Eccola qui. L'avevo riposta in soffitta dietro un vecchio fantoccio e non la trovavo più.>> Mormorò l'anziana con in mano un rotolo di stoffa rosso vermiglio e tre gomitoli bianchi.
Le feci spazio sul tavolo in modo che potesse posarla e guardai per un attimo fuori dalla finestra.
Che fine aveva fatto il bianco?
Sperai che non si fosse cacciato in qualche guaio e ripresi in mano i progetti dell'abito.
<<Entro quando dovrebbe essere consegnato?>> Domandai osservando poi la stoffa rossa.
<<Questo fine settimana, un garzone verrà a ritirarlo venerdì sera.>> Disse la donna.
La guardai sollevando le sopracciglia, eravamo a martedì, non era concepibile terminare un vestito del genere in così poco tempo.
<<Come pensate di riuscirci?>> Chiesi senza perdere tempo cambiando il filo dell'ago.
<<Non lo so, ma devo almeno provarci.>> Rispose lei tranquilla adagiando la prima stoffa sul tappeto per prendere le misure e segnare i punti in cui sarebbe andata a creare le cuciture per il primo strato della gonna.
Sorrisi dispiaciuta per l'enorme carico di lavoro che le era stato affidato e mi promisi di aiutarla il più possibile.
Sylver arrivò poco dopo, si infilò dentro la dimora senza neanche farsi sentire e non me ne sarei neanche accorta se non avessi visto all'improvviso una folta coda bianca ondeggiare oltre il tavolo.
<<Guarda chi si rivede.>> Dissi attirando anche l'attenzione della signora la quale fece un sorriso enorme.
La volpe mi guardò seria continuando a camminare nella mia direzione.
<<Resterei ore a guardarla.>> Commentò l'anziana fermando a mezz'aria l'ago.
Sylver la ignorò completamente saltando sulla panca al mio fianco e lì si accovacciò. Il suo sguardo sembrava spento, guardava il tappeto, ma sapevo che in realtà c'erano dei pensieri nella sua testa che stavano offuscando la sua vista.
<<Stai bene?>> Domandai posando la stoffa sulle gambe e piegando leggermente il capo.
Era da quella mattina che sembrava esser accompagnato da una nuvola nera colma di angosce e preoccupazioni.
La volpe si strinse di più su se stessa nascondendo il muso nella folta pelliccia.
<<Ehi...>>
Mi alzai per posizionarmi davanti alla cassa e piegarmi sulle ginocchia.
In quel modo potevo osservarlo meglio.
<<Forse è stanca>> osservò la donna.
Feci una piccola smorfia. Stanchezza. Poteva essere, ma ero certa non fosse solo fisica. C'era qualcosa che lo aveva stancato nella sua mente, qualcosa che gli aveva lentamente logorato le energie.
<<Forse dovremmo andare.>> Mormorai.
<<Adesso? Ma mia cara fuori è buio. Dove trascorrerete la notte?>> Domandò la donna.
<<Troveremo un posto, abbiamo dormito un po' ovunque ultimamente.>>ammisi facendo leva sulle ginocchia per sollevarmi.
Piegai la stoffa e la adagiai sul tavolo.
<<Oh non se ne parla. Restate qui questa notte, mi avete aiutata tanto oggi...>> La signora posò il suo lavoro e mi guardò negli occhi <<D'altronde con voi c'è anche la volpe. Non posso lasciarmi scappare l'occasione di ospitare colei che è vista come il simbolo della rinascita di Iceville.>>
Sylver sollevò leggermente in capo e guardò l'anziana.
Lei si avvicinò stendendo una mano per accarezzarlo, ma finì con l'afferrare l'aria perché il mammifero saltò immediatamente giù dalla sua postazione allontanandosi da lei.
<<Va bene>> risposi in fine <<Resteremo qui per le notte.>>
La signora rimasta spiazzata dell'allontanamento del mammifero ritrasse la mano dopo pochi attimi e si voltò nella mia direzione.
<<Perfetto!>> Esclamò <<Venite con me, vi mostrerò la stanza di mia figlia.>>

S'agapó alepoúWhere stories live. Discover now