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La giornata passo velocemente, all'orfanotrofio i bambini erano stati felici di ricevere in dono tutti quei vestiti e a turno vennero ad abbracciarmi.
Penso di non aver mai dato tanti abbracci in vita mia, ma era una sensazione incredibilmente appagante. Mi ricordavano tanto una piccola Elys sempre alla ricerca di attenzioni, loro però sfortunatamente non avevano una famiglia quindi ogni singolo atto d'amore era considerato enorme.
Tornai verso il carro con Liz che si era stupita di vedermi in quel luogo con tutti quegli indumenti.
Mi spiegò che quando poteva andava regolarmente a visitare gli orfanotrofi perché sapeva benissimo cosa si provasse a non avere dei genitori durante l'infanzia.
Mi ricordai quindi della sua storia e non proferì più parola. Non ero brava a toccare gli argomenti delicati e per evitare di peggiorare la situazione preferivo evitare del tutto di parlare.

Arrivate da David mi rimboccai le maniche, nonostante i suoi continui rimproveri che da un orecchio mi entravano e dall'altro mi uscivano, e lo aiutai con la merce.

Le vendite erano andate discretamente. Gli abiti che erano stati venduti non erano tanti, ma eravamo riusciti a racimolare un piccolo gruzzoletto.
Notai piacevolmente che non disse mezza parola sui tessuti mancanti e ne fui sollevata, non avrei accettato un rimprovero riguardo alla mia decisione.

Il sole era già calato al di là delle colline e il frutteto si era tinto per pochi attimi d'arancione.
<<Domani mattina dobbiamo riprendere il cammino.>> Disse David.
Sylver con lo zibellino sulla spalla continuò <<Decisamente, Iceville non dista molto da qui, ma se continuiamo di questo passo non arriveremo mai.>>

Stavo per rispondere che se si lamentava ancora a Iceville ci sarebbe potuto andare anche a piedi, ma Liz lo salvò appena in tempo <<Forse non arriveremo mai, ma io personalmente sto apprezzando molto questo viaggio. La compagnia è delle migliori e questi paesini sono molto più graziosi di quanto me li ricordassi.>>

Sorrisi, la rossa allora fece per salire sul carro, posò una mano sulla parete, ma nel farlo la manica larga le scivolò verso il gomito rivelando una fasciatura al polso.

<<Liz.>> La fermai.

La rossa si bloccò girandosi <<Sì?>>

<<Che hai fatto al polso>> chiesi ricollegando gli eventi che erano successi nei giorni precedenti.

Non può essere.

Pensai mentre lei si affrettava a coprirsi <<Non è nulla, ho fatto un movimento male mentre giocavo con i bambini.>>

Cercai con lo sguardo Sylver che stava aiutando David a raccogliere delle arance.
Il bianco si era fermato un secondo, poi però aveva ripreso il suo lavoro.

<<Mangiamo?>> Chiese Liz con una radice in mano cambiando argomento.

<<Cos'è?>> Chiesi entrando anche io nel carro per dispormi davanti a lei.

La rossa agitò la radice come se fosse una bacchetta poi me la porse <<Liquirizia, provala.>>
Presi la liquirizia sentendo una dolce fragranza, la avvicinai alla bocca mordendone un piccolo pezzo.
Feci una smorfia ridando la radice a Liz. Il gusto a primo impatto poteva sembrare dolce, ma troppo intenso e... Selvaggio.

<<Non ti piace?>> Chiese lei riponendolo in un tovagliolo bianco e avvolgendolo.

<<Non fa per me.>> Risposi mentre i ragazzi ci raggiungevano con una sacca piena di arance.

Le guardai sognante, con quelle si sarebbe potuta creare una torta squisita e una dissetante spremuta.

<<Volete?>> Chiese David con un coltello in una mano e un'arancia nell'altra.
Mi sfiorai lo stomaco, i crampi erano diminuiti, ma non erano ancora del tutto passati, così che anche il mio appetito era stato soppresso.

S'agapó alepoúWhere stories live. Discover now