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Spazio autrice
Dedicate un po' del vostro tempo per ammirare il disegno spettacolare di AlexandraTeodoraS . È stupendo.

Liz arrivò pochi minuti dopo Teti, non ebbe però modo di parlarmi molto poiché il tempo a nostra disposizione fu veramente minimo

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Liz arrivò pochi minuti dopo Teti, non ebbe però modo di parlarmi molto poiché il tempo a nostra disposizione fu veramente minimo. Lei era pronta, i capelli acconciati in modo da ricreare una corona, il viso pulito senza la minima traccia di trucco e addosso un vestito verde semplicissimo, senza balze, tulle, ricami o pietre. Le ricadeva morbido da metà busto fino ai piedi, sui quali spiccavano delle scarpine prive di tacco, ma impreziosite da piccoli disegni floreali.
<<Vai Elys, prima iniziamo la cerimonia prima possiamo tornare da Sylver e Dorian>>, disse prima che uscissi dalla stanza.
Il castello era in fermento, le guardie delle volpi andavano e venivano percorrendo velocemente gli immensi corridoi, la poca servitù presente era indaffarata a lavare le bende o a preparare il pranzo.
Da una delle finestre vidi il cortile del castello adiacente, diverse persone erano già pronte e passeggiavano all'aria aperta attendendo la cerimonia.
Mi affrettai per raggiungere le mie stanze, quando entrai notai con infinita gioia che Dorian stava meglio, lo vidi stiracchiarsi mentre David si alzava per raggiungermi.
<<Liz mi ha detto della cerimonia>> iniziò indicando una grande scatola posta sul tavolo centrale <<penso che lì dentro ci siano degli abiti puliti, sono stati condotti qui da una guardia.>>
Annuì <<Sì, devono essere quelli lasciati da Ethan>> mi avvicinai al tavolo sollevando la scatola e posando le mani sul coperchio sollevai il volto verso quello di mio fratello <<Spero abbiate parlato anche di altro>> continuai afferrando lateralmente la scatola.
<<Sì>> Dalla bocca di David non uscì altro, si limitò invece ad avvicinarsi alla finestra e a guardare fuori.

"Non importa" pensai "quando ti sentirai pronto me lo dirai".

Mi avviai quindi verso una porta laterale che dava in un piccolo, ma lussuoso bagno privato.
Con il gomito la aprì e scivolai all'interno della stanza.
Posai la scatola bianca su un mobile e sollevai il coperchio.
Un abito era stato piegato e accuratamente riposto al suo interno, la stoffa viola del corpetto era l'unica visibile in quel momento poiché avevo deciso di non toccare l'indumento fin quando non mi fossi ripulita del tutto.
Nella stanza, oltre un separé, era stata riempita una vasca con dell'acqua ancora fumante, al suo fianco erano stati adagiati degli oli profumati, dei sali e un telo per asciugarmi. Liz, Ethan e Teti avevano proprio pensato a tutto.
Slacciai il corpetto del vestito realizzato da Carmen, ormai ridotto in brandelli, e lasciai che cadesse a terra.
Mi avvicinai quindi alla vasca e constatata la temperatura vi entrai.
Versai al suo interno dei sali al profumo di gelsomino e mi lasciai cullare dalla loro dolce fragranza.
La vasca era disposta verso una finestra che dava su una distesa innevata, ma dalla mia posizione era possibile osservare solo il cielo.
Poche nuvole macchiavano di bianco la vastità azzurra e la luce del sole andava e veniva in base alla loro posizione.
Sospirai chiudendo gli occhi, l'istante in cui le lame trafiggevano Sylver si ripeteva senza sosta nella mia testa. Una, due, tre, forse addirittura quattro spade si erano macchiate del suo sangue e lui non aveva pronunciato mezzo lamento.
Se non avessi avuto con me il medaglione dell'uomo probabilmente la volpe non sarebbe potuta mai più ritornare in vita.
Menomale che avevo deciso di non separarmene mai...
Anche in quella vasca lo indossavo, adagiato sul petto brillava leggermente sotto la superficie dell'acqua. Ormai non era altro che un semplice medaglione, ma il fiore al suo interno era stato un dono troppo grande per me e quel ciondolo mi avrebbe ricordato per sempre il potere che alcuni semplici oggetti potevano celare dietro un'apparenza banale.
Sfiorai il ciondolo con le dita, mi ricordava tanto certe persone... Persone che guardavi tutti i giorni e sulle quali non avresti mai scommesso una moneta, che però quando meno te lo aspettavi ti stupivano con gesti, parole o pensieri dei quali non le avresti mai ritenute capaci.
Io stessa sentivo di assomigliare a quell'oggetto, io che schermavo ogni gesto con le mie maschere ma che poi non appena sentivo di potermi fidare rivelavo una fragile fogliolina pronta a germogliare e dare frutti a tutti coloro che amavo.
Presi un olio profumato e iniziai a passarlo lungo il corpo, mentre continuavo a pensare.
Mi domandavo se Sylver avesse colto la mia vera essenza o se pensasse ancora che fossi una bambina viziata, provavo a capire se per Liz io continuassi ad essere la sorellina del ragazzo di cui si era palesemente infatuata o se iniziasse a vedermi come una vera amica e poi mi chiedevo come io stavo iniziando a vedere loro...
Da un lato c'era la rossa, che durante quel viaggio avevo sin da subito considerato una sorella nonostante la prima impressione avuta a Malivane, dall'altro c'era il bianco... L'affascinante ragazzo misterioso che stava sempre per le sue, ma che mutando forma si rivela essere ciò che realmente era, ovvero un nobile guardiano pronto ad aiutare chi si trovava in pericolo e a regalare conforto in ogni occasione. Persino quando avrebbe potuto benissimo abbandonarmi in mezzo alla tempesta per cercare sua sorella, lui aveva messo al primo posto me, aveva afferrato la mia mano e senza pensarci due volte mi aveva condotta in salvo.
Mi immersi di più nell'acqua trattenendo il respiro.
Come consideravo Sylver?
Le scene del suo corpo inerme tra le mie braccia si susseguirono, aveva pronunciato quella parola della quale non comprendevo bene il significato, ma mi era arrivata come una freccia al cuore, aveva fatto scattare qualcosa, lì per lì però ero troppo preoccupata per lui e di quella sensazione avevo solo colto la profonda paura di non poterlo mai più riabbracciare, mi ero sentita improvvisamente vuota, era cose se perdendo la volpe bianca avessi perso una parte di me. Ma ora che rivedevo le cose con più calma mi rendevo conto di quel che era successo.
Ormai ero sprofondata in quel limbo senza uscita che le persone chiamavano amore, al quale io non avevo mai creduto se non fino a quel momento.
Realizzando quel concetto riemersi velocemente. Avvolsi il telo intorno al corpo e mi sedetti sul bordo della vasca.
Anche l'amore assomigliava al medaglione; visto da fuori sembrava tutto così semplice, poi ti addentravi in quel sentimento e scoprivi che al suo interno nascondeva poteri più potenti di quelli di un amuleto.
Uscì sospirando e mi avvicinai alla finestra, i lunghi capelli neri come la notte gocciolavano sul pavimento.
Mi ero innamorata di una volpe, era un disastro, come era potuto accadere?
Cercavo di negarlo, ma ogni volta che provavo a convincermene la parola pronunciata da Sylver mi tornava in mente S'agapó, sentivo dunque il respiro mancarmi e un nodo formarsi nello stomaco.
Innamorata di una volpe... Che assurdità!

S'agapó alepoúWhere stories live. Discover now