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Pov. Elys

Ero arrivata tardi. Le guardie lo avevano subito colpito senza permettermi di raggiungerlo in tempo.
Tutto era accaduto talmente in fretta. Un lampo aveva colpito il mio cuore frantumandolo in mille pezzi.
Volevo fermare il tempo, riavvolgerlo e cambiare il corso degli eventi, sarei morta io al suo posto. Avrei preferito sentire ogni singola lama trapassare il mio corpo piuttosto che assistere a quella scena... Invece mi era toccato il destino più doloroso: guardare gli occhi intinti d'oro della volpe diventare lentamente vitrei.
<<No Sylver, non scherziamo.>>
Ero incredula, straziata da quella scena così ingiusta.
Le sue iridi sembravano rivolte a me, le sue labbra rossee, per il sangue che lo stava abbandonando, erano rilassate e accennavano un sorriso sereno.
<<Elys...>> Pronunciò il mio nome ed esso risultò dolce e delicato come il profumo di una rosa canina.
<<Non parlare, ti prego. Non sforzarti.>>
Sentivo gli occhi bruciare mentre si riempivano di lacrime amare.
Con uno strattone strappai lo strato esterno del vestito per adagiarlo sulla ferita più profonda.
La stoffa in pochi secondi si tinse di rosso.
<<Elys>> mi chiamò di nuovo e quando i miei occhi tornarono sul suo viso non potei più trattenere i miei sentimenti.
Le lacrime iniziarono a lasciare il solito segno lungo le mie guance goccia dopo goccia finendo sul suo torace.
Un'ultima parola fu pronunciata, un'ultima freccia mi venne scoccata e da lì mai più mi sarei ripresa: <<S'agapó>>
Il suo respiro cessò con lei, gli occhi ancora aperti ma ormai privi di vita mi avevano un attimo prima confessato tutto l'amore nascosto dietro quella parola straniera.
Improvvisamente mi sentì così piccola e fragile da desiderare di sparire in quel preciso istante.
Mi abbassai mentre le lacrime non volevano saperne minimamente di cessare, con una mano sfiorai il suo volto mentre nascondevo il mio sul suo petto.
Come mi ero potuta legare così tanto a quella volpe? Come potevo provare emozioni così forti e disarmanti per quel ragazzo? Era vero tutto quello che provavo o stavo impazzendo?

Mi aveva ascoltata, protetta, rassicurata, salvata e io non avevo avuto il coraggio di rivelargli quanto ciò avesse contribuito a farmi lentamente legare a quella volpe bianca che la sera mi aspettava fuori casa e il giorno mi vegliava.
<<Non puoi morire Sylver, ho bisogno di passare altro tempo con te.>> Mormorai tra i singhiozzi.
Percepivo un legame tra me e lui che continuava a esistere, era anzi paradossalmente ampliato in quel momento.

<<Elys, vieni via di lì.>> Era la voce di mio fratello, l'unica mia consolazione era che almeno lui fosse ancora in vita.
Sollevai il busto. Tutti gli abitanti osservavano la scena in religioso silenzio. Anche David era a terra, al fianco di Liz che pallida come un lenzuolo osservava tremando.
La capivo, Sylver per lei era come un fratello a tutti gli effetti e sicuramente il suo dolore era grande. Mi sentì un' ipocrita a non aver pensato subito a ciò che la mia amica poteva provare, mi ero lasciata andare allo sconforto, ma chi ero io per fare tutte quelle scenate? Io che Sylver lo conoscevo da soli quattro mesi...
Ma in quei quattro mesi senza rendermene conto avevo lasciato aperto un varco nell'indifferenza e lui si era insinuato all'interno del mio essere con astuzia e gentilezza.
Vidi una luce avvolgere il corpo senza vita per riportarlo alla sua reale forma. Il rosso tingeva la neve sotto al suo candido manto mentre gli occhi erano ormai celati dalle palpebre.

Mi asciugai le lacrime con il dorso della mano, se qualcuno era riuscito a oltrepassare la mia indifferenza tutto sarebbe potuto essere possibile.
Respirai lentamente percependo il freddo di dicembre dunque estrassi con due dita il medaglione biconvesso dal corpetto.
Era un dono di Vudaìs, colui che era stato salvato da ragazzo dalla volpe che aveva liberato Iceville e che crescendo si era ripromesso di ricambiare il favore fatto, Vudaìs aveva studiato giorno e notte per ventiquattro anni l'arte della stregoneria e grazie ad essa ci aveva incontrati. I suoi regali erano stati scelti con cura, un ciondolo biconvesso che mi avrebbe aiutata al momento del bisogno e un'ampolla dal contenuto misterioso ricevuta in dono.

S'agapó alepoúWhere stories live. Discover now