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Pov. Elys

Stava giungendo la notte. Gli abitanti si preparavano a rincasare, entravano le sedie, le bancarelle e accedevano le candele sugli usci delle porte. 

Un gallo cantò per l'ultima volta annunciando il termine di una giornata nuvolosa, ma all'apparenza tranquilla e qualche pipistrello volteggiò nell'aria per andare poi a posarsi sotto le tegole di un tetto oscurato.

Camminavamo con il capo chino, Sylver e Liz sotto forma di volpi, io e David su due dei tre cavalli rimasti.

<<Torniamo a Iceville>> dissi subito fuori dalle mura.

Sylver guaì e Liz si voltò a guardarmi ringhiando e indicando con la testa il sentiero opposto.

<<Ve lo scordate>>, protestai avendo capito cosa intendessero comunicarmi.

<<Malavine può ancora aspettare, verremo con voi come eravamo rimasti>>, continuò David con nostro fratello accovacciato davanti a lui sulla sella.

Sylver si fermò vicino ai cavalli con il naso all'ingiù, sollevò gli occhi verso di me e vidi in essi tanta tristezza. 

<<Andrà tutto bene, vedrete>>.

Le due volpi sembrarono arrendersi e noi riprendemmo il cammino verso la città di ghiaccio.

Per fortuna non incontrammo particolari ostacoli quella notte e i cavalli proseguirono tranquilli fino all'indomani.

Vudaìs si era raccomandato di andare al galoppo per almeno metà percorso, ma non mi sembrava una buona idea correre di notte nel bosco con i cavalli che ci ritrovavamo, avevano già fatto abbastanza danni, non potevamo permetterci un incidente a causa loro.

La notte trascorse tranquilla e nessuno di noi chiuse occhio, proseguimmo con lo sguardo dritto in avanti mentre nella mia mente risuonavano ancora le parole del mago.

Dovevo dire a Sylver quello che avevamo scoperto ed era una cosa che dovevo fare io. David e Liz non sapevano che la pozione era lì con noi e sentivo che era meglio rimanesse un segreto tra me e il bianco.

Sospirai ed entrambe le volpi si voltarono a guardarmi, accennai un sorriso per rassicurarle, ma il bianco non si lasciò ingannare. Alle prime luci dell'alba, quando la tristezza iniziale iniziò a trasformarsi in rassegnazione, Sylver si trasformò spaventando i cavalli che sollevarono le zampe anteriori nitrendo, Liz lo imitò ma con più cautela e con il volto stanco si avvicinò al cavallo libero.
<<Aspetta>> David la fermò porgendole una mano <<Vieni, lascia il posto a Sylver>>. La rossa li per lì sembrò contraria, poi rifletté sul fatto che presto il ragazzo sarebbe diventato un ghepardo e con il cuore stretto in una morsa accettò l'invito <<Però tengo io le redini>>. 

Mentre Liz saliva in groppa al puledro davanti a mio fratello, Sylver montava sul cavallo dal manto nero.

<<Sylver>> Lo raggiunsi fermando il mio cavallo al fianco del nero.

<<Elys>> Mi guardò come se sapesse già che dovevo parlargli.

<<C'è una cosa che devo dirti>>.

Non sapevo neanche io cosa mi fosse saltato in mente. Stavo per rivelargli tutto? Volevo veramente mettere a rischio la vita di suo padre così presto?

<<Ce ne sarebbero tante di cose da dire>> rispose guardandomi.

<<Pensi che sia il momento giusto?>> domandai.

Diede un piccolo colpo al cavallo per ripartire <<Per certe cose sì, per altre non lo so>>.

S'agapó alepoúDove le storie prendono vita. Scoprilo ora