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Pov. Elys

Non sapevo dove andare a cercare le due volpi, volevo aiutarle, ma non avevo idea di dove potesse trovarsi il laboratorio, né tanto meno di dove si fosse diretta la rossa.
Camminavo dunque a vuoto in mezzo alla neve che non sembrava volersi arrestare.
Altre guardie mi passarono accanto come se nulla fosse e le sentì parlare:
<<Hanno bisogno di aiuto nel bosco.>>
Mi voltai osservandole mentre si dirigevano verso di esso.
Si riferivano sicuramente a Liz.
Forse non avrei dovuto seguirli, l'oscurità mi avrebbe messa in grande pericolo, ma ogni guardia portava con sé almeno una lanterna e sul momento mi era sembrato un'ottimo pretesto per inoltrarmi nel bosco, finché avessi visto quelle luci ondeggiare a passo d'uomo non avrei corso il rischio di perdermi. Ahimè, il problema maggiore non sarebbe stato quello.

Dando ancora una volta più retta all'istinto che alla ragione, mi ritrovai quindi a seguirli lungo il sentiero che conduceva nel cuore del bosco su per la montagna.
Sentivo a malapena i rumori dei passi delle guardie e vedevo le fiamme diventare sempre più piccole, provai ad accelerare il passo, ma non indossavo un abbigliamento che mi aiutava, la gonna troppo ampia per quel luogo pieno di rovi, rami, cespugli e arbusti finiva per rallentarmi e i tacchi stavano diventando il mio peggior nemico su quel terreno irregolare e in pendenza.

"Ma che idea geniale Elys." Pensai dopo esser caduta in mezzo alla neve per colpa di una radice che fuoriusciva dal terreno "Addentrarmi in un bosco estraneo in piena notte era l'unica cosa che non avrei dovuto fare, eppure eccomi qua."
Gli uomini di Walter nel frattempo erano scomparsi oltre un paio di pini e io ero rimasta completamente al buio in balia della mia mente contorta.
Rabbrividì sentendo della neve cadermi sul capo, guardai in alto e vidi i rami dei sempreverde che avevano iniziato a muoversi piano, il vento si stava alzando e gli aghi dei pini erano gli ambasciatori perfetti per comunicarlo.
Mi sollevai stringendomi le braccia intorno al corpo e mi voltai indietro. Quanto mi ero allontanata? Come potevo raggiungere gli altri?
Queste e tante altre domande mi stavano facendo impazzire.
Ripresi a camminare, forse Liz avrebbe avvertito il mio odore e sarebbe venuta nella mia direzione o forse avrei rincontrato una delle guardie e con qualche scusa l'avrei convinta a condurmi con sé.
Una cosa era certa, non sarei stata capace di rimanere con le mani in mano in quel castello sapendo contro chi i miei amici stavano combattendo.
Forse non ero furba e saggia come le volpi, non avevo un coraggio da leone o la vista di un gufo, ma i miei principi erano più solidi e saldi di qualsiasi altra virtù e nulla mi avrebbe convinto a starmene buona, neanche una minaccia di morte.

Erano già passati venti minuti quando finalmente rividi in lontananza un serie di luci immobili illuminare quattro figure con un cappuccino in testa. Mi sembrarono terribilmente familiari, ma cercai di convincermi che così non potesse essere, la mia era solo suggestione.
Mi avvicinai leggermente e mi nascosi dietro un tronco per osservarli meglio.
Le loro voci erano molto basse, non capivo cosa si stessero dicendo, percepivo solo dei sussurri inquietanti e qualche lamento.
Mi avvicinai ancora un po' passando dietro un'altro tronco e finalmente riuscì a capire qualcosa:
<<Come fanno a essere così stupidi?>> Era la voce di una donna.

<<Non c'era d'aspettarsi altro da quelli là, scambierebbero anche i lampi per dei lampioni.>> La seconda voce era più familiare...

<<Continuano a sprecare tempo ed energie. Walter dovrebbe decidersi a cambiare uomini, con quelli non andrà da nessuna parte.>> Continuò la donna.

<<Per questo ci ha mandato a chiamare.>>

Sentì la testa girarmi tutto d'un tratto. La voce era chiara, non potevo sbagliarmi. Quello che aveva appena parlato era l'uomo che Sylver aveva minacciato in seguito al sabotaggio del carro mentre gli altri tre indossavano gli stessi indumenti di coloro che avevano bloccato me e Dorian a Malivane.
Mi vidi spacciata.
I ricordi di quei eventi tornarono prepotentemente nella mia mente, entrambe le volte avevo rischiato la morte ed entrambe le volte ero stata salvata da Sylver, ma adesso lui non c'era e io non potevo rischiare di farmi trovare.
Indietreggiai lentamente, dovevo scappare ma c'era qualcosa che me lo impediva, sentivo che avevano scoperto l'inganno delle volpi e ciò mi terrorizzava più della mia stessa morte. Avevo il terribile presentimento che fossero ben più pericolosi di quanto sembrassero.
Un avvertimento si era infatti insinuato nella mia testa "Loro lo troveranno, troveranno tutti."

S'agapó alepoúOù les histoires vivent. Découvrez maintenant