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Pov. Elys
Sembrava che nel mio petto corressero mille cavalli mentre con le labbra socchiuse respiravo cercando di elaborare quello che era successo: Sylver mi aveva baciata!
<<Torniamo dagli altri>> si era allontanato e la sua mano era scivolata sulla mia.
Da quel semplice contatto percepivo tutto il calore dell'attimo precedente.
Non avevo più capito nulla, la mia mente aveva smesso di funzionare nell'istante in cui il suo profumo era diventato così intenso e vicino da sembrare il mio, riuscivo solo a pensare alle morbide labbra che si erano posate sulle mie, al ragazzo che mi aveva stretto a sé con fare protettivo e alle emozioni che si erano manifestate in quel momento.
Avevo provato una strana felicità, era come se si fosse realizzato un piccolo desiderio nascosto ed ero talmente interdetta da questa mia sensazione che non riuscivo a capire se volevo esultare o piangere.
Sylver aveva cercato di comunicarmi le sue emozioni con quel gesto e io ero certa di averle fatte mie.
Sapevo che in qualche modo con quel bacio avevamo messo in contatto le nostre anime e ci eravamo mostrati entrambi senza difese, l'uno alla mercé dell'altro e quello che avevamo provato era stato talmente intimo da non poterne neanche parlare, ma ora che era passato la magia sembrava dissolversi nell'aria fredda e umida del prato.

Tornammo al nostro piccolo accampamento e trovammo Dorian ancora sveglio che camminava freneticamente davanti a David e Liz che dormivano tranquilli. Quando sentì i nostri passi lo zibellino sollevò immediatamente lo sguardo e si avvicinò velocemente e molto goffamente a me. Sì piazzò davanti e ringhiò nervoso al bianco che lanciato mezzo sorriso al mammifero si avviò all'albero che aveva inizialmente scelto per trasformarsi in volpe.
<<Smettila Dorian>>, rimproverai mio fratello che offeso si girò a guardarmi continuando a lamentarsi.
Avevo sempre pensato che il fratello protettivo e geloso fosse David, ma a quanto mi mostravano i fatti mi sbagliavo.
In silenzio mi avvicinai alla mia coperta e una volta arrivata la avvolsi intorno al corpo appoggiandomi con la schiena al tronco.
Sylver aveva chiuso gli occhi, ma sapevo che non dormiva, stava pensando e sapevo anche che quella notte i suoi pensieri sarebbero stati molto simili ai miei.
Sollevai lo sguardo. Nel cielo c'erano poche stelle, brillavano placide e silenziose, osservavano i nostri movimenti e custodivano il nostro segreto. Quella notte nessuno di noi due riuscì realmente a dormire. Divorati da pensieri ed emozioni non fecimo altro che rivivere quelle scene, rimurginando su i se e i forse di un futuro che non osavamo neanche nominare.
La volpe irrequieta si girava e rigirava, sollevava il capo, scuoteva i baffi e sbuffava adagiando di nuovo la testa sulle zampe e io la guardavo fingendo di dormire, eravamo entrambi così tormentati che persino lo zibellino ad un tratto cominciò a sospettare qualcosa, ruotando la testolina da me al bianco e viceversa per poi avvicinarsi e arrotolarsi al mio fianco.
Come sarebbe stato il mio rapporto con la volpe da quel momento in poi?
Non ne avevo idea, ma non riuscivo a immaginare nessuna risposta in grado di togliermi di dosso il sorriso che alla fine mi accompagnò fino al sorgere del sole.

I seguenti giorni, fino al nostro
arrivo a Volterrimus, furono particolarmente strani: Sylver era rimasto sotto forma di volpe da quella notte, David aveva iniziato a ignorarmi del tutto talmente era preso dai discorsi con Liz e lo zibellino si era attaccato come una cozza allo scoglio e non sembrava aver la minima intenzione di allontanarsi da me, mi teneva d'occhio peggio di un padre geloso e come se tutto ciò non fosse abbastanza a poco più di cinque chilometri dalla città il vento si sollevò impetuoso.

I rami degli alberi si muovevano freneticamente rischiando quasi di spezzarsi, i mantelli si sollevavano nonostante le spille che li avrebbero dovuti mantenere chiusi e i nostri occhi chiedevano pietà per la moltitudine di terra che veniva soffiata sul nostro volto.
La volpe, accanto al suo cavallo, guaì; le zampe saldamente ancorate al terreno, la testa girata di lato in modo da proteggersi dal vento e il manto bianco che si muoveva freneticamente.
<<Liz!>> Chiamai la rossa che cercò di fermare il cavallo, stranamente irrequieto, voltandosi verso di me.
<<Sì, l'ho sentito>> la ragazza sollevò la voce per sovrastare gli ululati del vento e il frastuono delle foglie << Pensa che dovremmo fermarci finché il vento non si calma, ma non abbiamo più tempo e Volterrimus non dista molto>>.
Sylver sembrò innervosirsi a quelle parole, guaì più forte indicando con il muso un albero esile e alto che oscillava a destra e sinistra come un filo d'erba.
<<Dobbiamo ascoltarlo. David convincila tu, di alberi come quello che sta indicando Sylver ne è pieno il bosco, potremmo rimanere feriti se proseguiamo>>. Feci notare al maggiore dei miei fratelli confidando nella sua arte persuasiva e nella sua saggezza.
<<Convincila tu? Elys ma secondo te io mi lascio influenzare da qualcuno? Neanche David ha alcun potere sulla mia mente>>.
David sospirò portandosi nel mentre un braccio davanti agli occhi per proteggersi dal vento <<Liz con questo tempo anche Walter sarà bloccato da qualche parte, anche se ci fermassimo non perderemmo alcuna possibilità di catturarlo. Entrambi i fronti verranno rallentati, non solo il nostro>>.
Ma la rossa non si lasciò convincere <<Se avete paura restate qui, io però devo raggiungere Vudaìs il prima possibile, non perderò una possibilità di vantaggio aspettando che il tempo migliori. Vi precederò annunciando il nostro arrivo in modo da ottenere le informazioni necessarie prima che mi raggiungiate>>
La rossa strinse le briglie lanciando un'occhiata a David.
<<Non è una scelta saggia Liz, devi avere pazienza>>.
La ragazza sorrise leggermente sollevando un angolo delle labbra rosee <<Sono una volpe David, non devo essere saggia, ma furba>> detto ciò diede un colpetto al cavallo che scatto immediatamente tra gli alberi instabili <<Liz! Aspetta per la miseria!>> David non perse un istante, imitò il gesto della rossa e cavalcò al suo seguito cercando di raggiungerla per fermarla e farla ragionare.
Il vento aumentò e il mio cavallo iniziò ad agitarsi, i suoi movimenti divennero incontrollabili al punto che quasi mi fece cadere.
Sylver notati i movimenti bruschi si trasformò lontano dalla vista dell'animale per non spaventarlo e con calma gli si avvicinò.
<<Scendi di lì>> disse una volta afferrate le briglie.
Ma il cavallo scalciò sollevando i zoccoli anteriori.
<<Se non si calma non posso>> spiegai prendendo lo zibellino che avevo sulle spalle per passarglielo <<metti lui al sicuro intanto>>.
Sylver afferrò in fretta il piccolo mammifero e lo posò a terra tornando a cercare di gestire il mio cavallo, ma questo di calmarsi non ne voleva proprio sapere.
<<Devi saltare Elys>>
<<Ma sei matto?>> Domandai.
<<Se continua ad agitarsi potrebbe sfuggirmi la presa, scendi!>>
Un albero sì spezzò e piombò a terra spaventando ancora di più l'animale che con uno strattone si liberò della volpe e iniziò a scalciare da tutte le parti.
<<Elys!>>
Fu dopo che Sylver mi ebbe chiamato che le redini sfuggirono dalle mie mani. Finì sul terreno a pochi passi dai zoccoli impazziti del puledro e capì subito di dovermi allontanare, cercai di sollevarmi ma scivolai e mi vidi già schiacciata a terra, ma il bianco riuscì ad afferrarmi la mano e a tirarmi verso sé.
<<Stai bene?>> Domandò preoccupato esaminandomi.
<<Sì>> ero solo scossa, ma tutte le ossa erano ancora intatte.
<<Sta qui, devo calmare quell'essere>> aggiunse quindi sollevandosi per domare il puledro mentre Dorian zampettava verso di me. Ci vollero cinque interminabili minuti prima che il cavallo si calmasse e altri sei passarono per far sì che il puledro del bianco si decidesse a stare fermo per farsi legare con il ramato all'albero. Ad operazione compiuta Sylver sospirò passando le mani sui vestiti per levarsi di dosso la polvere sollevata dai cavalli e sistemò meglio il mantello che continuava a sollevarsi per il forte vento.
<<Dobbiamo raggiungere Liz>> dissi con Dorian tra le braccia.
<<È stata sconsiderata, il vento è pericoloso anche per noi volpi>> mormorò pensieroso osservando la direzione presa dalla ragazza.
L'ululato del vento però non sembrava voler cessare.
<<E David l'ha seguita senza pensarci due volte. Sono preoccupata Sylver>>
Il bianco sembrò pensarci su <<Anche io>> rispose chiudendo gli occhi.
<<Proseguiamo>> proposi avvicinandomi a lui.
<<No>> scosse la testa accarezzando il manto nero del suo cavallo <<Hai visto cosa è appena successo. Loro non sono cavalli addestrati a certe situazioni>>
Si abbassò sollevando uno zoccolo ed esaminò il ferro <<Sono i cavalli dei giullari, Ethan deve averli scambiati>>.
Mi mostrò un simbolo sul ferro della zampa anteriore, poi si sollevò.
<<E cosa cambia? Neanche Frost era addestrato>>
<<Infatti è scappato immediatamente quando il carro si è rotto>> rispose prontamente.
<<Era spaventato!>> Esclamai infastidita dalla sua osservazione<<Qualsiasi cavallo avrebbe reagito in quel modo>>
Il bianco mi guardò per un secondo senza parlare, poi riprese più calmo <<Elys non voglio farti innervosire, ma sai che non dico mai nulla senza averne la certezza. Conosco l'addestramento che viene dato ai miei cavalli, con loro non sarebbe successo un evento simile e tu non saresti caduta. Non possiamo proseguire così>>
Dunque la mia caduta lo aveva spaventato...
<<Sono i stessi cavalli che adesso stanno trasportando i nostri fratelli Sylver. Se con questo tempo sono pericolosi per noi lo saranno anche per loro>>
<<Lo so, per questo devo trovare una soluzione alternativa, fammi pensare un attimo>>.
Socchiuse le palpebre appoggiando l'avambraccio sulla sella e in mezzo agli occhi gli si formò una piccola ruga che gli trasmetteva un'aria terribilmente tormentata.
Dorian protestò borbottando qualche verso incomprensibile e cercò più volte di attirare la mia attenzione mordicchiando la manica del vestito.
<<Basta, sta fermo Dorian>> lo rimproverai cercando un posto più riparato dalle raffiche.
<<Elys>> il bianco mi chiamò <<te la senti di proseguire per un po' a piedi?>> Domandò osservandomi.
<<Sì, certo. Preferisco avanzare piuttosto che stare qui ferma ad aspettare>>
<<Così se è successo qualcosa a quei due durante il tragitto li incontreremo>>
<<Non voglio neanche pensarci. Andiamo>>.

Aspettammo che le raffiche diminuissero e riprendemmo il cammino trascinando con noi i cavalli agitati che mi ero rifiutata di abbandonare. Superammo diversi alberi abbattuti provando a volte a scavalcarli ed altre a circoscriverli e alla fine riuscimmo a scorgere le mura del villaggio.
<<Siamo quasi arrivati>> disse il bianco con lo zibellino sulla spalla.
<<Dov'è l'entrata?>> Domandai cercando con lo sguardo l'ingresso.
<<Dovrebbe essere da quel lato>> fece strada superando l'ultimo albero e proseguì dritto lungo la stradina di ghiaia creata dai villici.
<<Certo che di giorno è completamente diverso questo posto>> mormorai.
<<Elys guarda>> Sylver si fermò abbassandosi sulle ginocchia <<È l'impronta di Liz e lì ci sono i zoccoli di un cavallo>>
<<I cavalli dovevano essere due, David era al suo seguito. C'è qualcosa che non va>>
<<Non saltiamo a conclusione affrettate, troviamola e vediamo di capire cosa è successo>>

S'agapó alepoúWhere stories live. Discover now