Capitolo 7

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«Era tutto buonissimo.» esclama Stiles, portandosi una mano alla pancia. Il suo stomaco potrebbe scoppiare da un momento all'altro. «Quasi quasi vado ad aiutare Veronica i prossimi giorni.»

«Vuoi aiutarla a cucinare o a servire?» domanda il mannaro, mentre tornano verso casa, uno accanto all'altro, questa volta andando in discesa. Stiles cerca di stare attento a dove mette i piedi, visto che ha già una coordinazione precaria.

«Non lo so, mi dirà lei. Passerò domani mattina forse.»

«Ti annoi già a casa?»

Il ragazzino annuisce. «Sono passati parecchi giorni, Netflix mi sta stancando, e lo sai che sono un po' iperattivo, ma non sono in grado di stare tutto quel tempo ad allenarmi come fai tu. Così, farò sia allenamento, dovendo arrivare fino alla malga a piedi, e sia mi renderò utile in qualche modo.»

«Oppure le sarai solo d'intralcio.»

Stiles osserva il lupo di sottecchi, essendosi reso conto di una cosa: un tempo, soprattutto il primo anno in cui si sono conosciuti, il mannaro lo guardava sempre con uno sguardo annoiato, quasi infastidito dalla sua presenza. Infastidito da quanto parlasse, da quello che dicesse. Sì, capita ancora discutano nelle riunioni riguardo a questioni del branco, e finiscono tutti e due per essere estremamente infastiditi, oppure che, quando Stiles inizia a parlare troppo, sembra chiedere pietà...ma si è accorto che non lo guarda più come se fosse uno stupido ragazzino. In realtà, questo anche prima che Derek se ne andasse.

Sì, probabilmente pensa ancora sia un ragazzino, ma non sembra più infastidito nel dover passare del tempo con lui. Ovvio, se il lupo avesse potuto scegliere con chi ritrovarsi in questa dimensione avrebbe scelto sicuramente qualcun altro.

«Una volta mi sopportavi molto meno, Hale.» gli fa notare. «Lo so che sostieni non parlo più tanto quanto una volta, ma... eri più infastidito da quello che dicevo e se ne combinavo una delle mie. Adesso, invece, se dico qualche cazzata sembri divertito, e lo sei anche quando mi contraddici.»

Derek adesso è poco più avanti di lui, e non può vedere la sua reazione. «Una volta non sopportavo nessuno.» ammette. «Eravate tutti troppo piccoli, sentivo la differenza d'età, soprattutto per tutto quello che avevo passato. Ancora voi non conoscevate il dolore, avevate le vostre cose liceali a cui pensare. E io ero pieno di rabbia... allontanarmi da Beacon Hills mi ha fatto bene.»

«Quindi adesso mi sopporti.» accenna un sorriso Stiles.

Sente uno sbuffo divertito. «Diciamo che non sei terribile ora. Anche se sei ancora iperattivo, mi sembra sempre di sentire il tuo cervello che pensa a mille cose contemporaneamente.»

Immagina che per qualcuno con i sensi sviluppati non deve essere così facile stare vicino a lui, anche perché spesso il pensare così tanto, soprattutto a determinati argomenti, scatena in lui una tempesta di emozioni diverse.

«E comunque hai ragione, quando ci hai incontrati non conoscevamo il dolore. Io...pensavo solo alla mia ossessione per Lydia, a voler essere popolare e a divertirmi con Scott.» sentenzia l'umano, tenendo lo sguardo sempre sui piedi e sulla strada davanti a sé. «Poi è cambiato tutto.»

«È per questo che hai gli incubi la notte?»

Stiles si ferma di botto, e Derek di riflesso, avendo sentito l'altro smettere di camminare. Il moro si gira, osservandolo, con un'espressione neutra. Il castano sente il cuore aver perso qualche battito a quella domanda, completamente inaspettata.

Il suo umore si rabbuia, come se fossero di nuovo i primi giorni in quella dimensione. «Non so di cosa stai parlando.» mente, con un tono distaccato, riprendendo a camminare e superando il mannaro, che è ancora fermo.

Do I Wanna Know? |STEREK|Where stories live. Discover now