Capitolo 12

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«DEREK HALE! SE NON TI FERMI SUBITO TI SPUTO UN POLMONE ADDOSSO» urla con tutto il fiato rimasto, sentendo che i polmoni gli stanno per scoppiare da un momento all'altro.

Il licantropo smette di correre, girandosi verso la figura alle sue spalle, distante almeno una decina di metri. Osserva come Stiles ha la schiena poggiata sulla parete rocciosa che fiancheggia un lato del percorso, mentre dall'altra parte si trova solamente il bosco. Derek incrocia le braccia al petto, inarcando un sopracciglio. «Fortuna mi avevi rimproverato ti sottovalutassi... neanche mezz'ora di corsa e guarda come se ridotto.»

Il ragazzino lo fissa più che male, e sente il petto alzarsi e abbassarsi velocemente. «Hai idea di quanto tu sia andato veloce?! È impossibile starti dietro! Cerca almeno di correre entro i limiti umani!» lo rimprovera.

Sono entrambi vestiti con una t-shirt e dei pantaloncini, essendo caldo. In cielo non c'è nemmeno una nuvola. Quella mattina Stiles è rimasto parecchio a letto, ascoltando un po' di musica, e poi a pranzo hanno mangiato insieme, pensando a cosa portare a Veronica quella stessa sera. L'umano aveva trovato in frigo una torta ai lamponi, e insisteva dovessero portare quella, mentre Derek preferiva la torta salata con il prosciutto.

Insomma, probabilmente sarebbero finiti per portare tutte e due.

Stiles non sa bene come funziona, ma, ogni volta che tirano fuori qualcosa dal frigo, il giorno dopo qualcos'altro ha preso il suo posto. Non è necessariamente lo stesso alimento che uno ha consumato, e, inoltre, il frigorifero è veramente grande, quindi ha di tutto e di più.

«Ti avevo avvertito ti avrei lasciato indietro se ti fossi fermato.» gli ricorda il lupo, ma resta comunque immobile e l'osserva tornare a respirare più normalmente.

«E io ti ricordo quando mi avevi detto che non mi avresti mai lasciato da solo perché so di branco.» ribatte, facendo un sorrisetto vittorioso. Era successo quella volta che si erano abbracciati in mezzo al bagno. «Che tu lo voglia o no, Derek, sono l'unico di cui ti puoi fidare in questa realtà, e lo stesso vale per me.»

Il licantropo non gli ha tolto un attimo gli occhi di dosso. «Per una volta hai ragione.»

Stiles prende a camminare, raggiungendolo. «Quanto vorrei sentirtelo dire più spesso.»

«Non ti ci abituare.» lo ammonisce, e il licantropo capisce che non è il caso di riprendere a correre.

Appena si ritrovano dietro una curva si rivela uno spettacolo che Derek aveva già percepito da un po', grazie al rumore: una cascata, illuminata dai raggi solari.

L'acqua scroscia contro le rocce, e Stiles rimane senza parole.

Quando mai a Beacon Hills ha visto certe cose?

L'acqua attraversa il percorso su cui stanno camminando, continuando poi in mezzo al bosco. È un suono piacevole, che lo rilassa immediatamente, e sente una strana felicità nel trovarsi là in quel momento. Si sente anche appagato dalla fatica che lo travolge, oltre al fatto che qua le giornate sono sempre belle. Diciamo che il suo umore viene in minima parte influenzato dal tempo. Tira fuori il cellulare, che ancora è abituato a portare con sé, scattando una foto. «È veramente bello, e voglio iniziare a fare più foto quando andiamo in giro... come ricordo.» commenta, quando Derek entra nella visuale della fotocamera, e allora toglie via il cellulare.

Il moro si sta avvicinando sempre di più alla cascata, come se volesse entrarci dentro. «Derek, che stai facendo?»

«È caldo.» risponde semplicemente lui, dandogli le spalle, e lasciandosi immergere completamente dall'acqua, che lo colpisce dall'alto.

Il ragazzino rimane interdetto, non aspettandosi qualcosa del genere. O forse dovrebbe, visto che Derek è nato mezzo animale. Poi il licantropo riemerge dall'acqua, girandosi verso Stiles e tornando verso il percorso.

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