Capitolo 14

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Stiles aveva già adocchiato una sorta di botola sul soffitto del corridoio, verso il bagno. Come immaginava, nello sgabuzzino ha trovato una scala pieghevole ed è riuscito ad aprire quella porticina, rivelando essere il passaggio per il tetto della casa.

Infatti, ora si trova con il sedere su un paio di tegole, osservando il panorama di fronte a lui. Il sole sta per sorgere, e le montagne sono semplicemente mozzafiato, maestose con le loro vette e avvolte dai primi raggi rossastri. Sa che Lydia preferisce il mare a tutto questo, e lui è sempre stato abituato al tipo di paesaggio montano che hanno a Beacon Hills, ma qua... non è minimamente paragonabile, e stare così in mezzo alla natura lo fa sentire vivo.

Non gli manca per nulla Washington, ma immagina prima o poi gli mancheranno tutti i comfort di una città così grande.

Sente un rumore alle sue spalle, e non si sorprende troppo: doveva immaginarselo avrebbe svegliato anche Derek, considerando il casino che ha fatto spostando la scala. «Mi dispiace averti svegliato.» prende parola, senza nemmeno voltarsi, mentre il lupo si siede accanto a lui, a mezzo metro di distanza.

«È pericoloso muoversi sul tetto per uno che ha una coordinazione come la tua.» replica, anche lui portando lo sguardo sulle montagne. «Bel pigiama, comunque.»

«Come vedi, sono ancora sano e salvo.» ribatte, accorgendosi poi che ha un pigiama più che imbarazzante... una papera con sotto scritto "Cutie with a booty". Si ritrova a boccheggiare, gesticolando. «Il Deyven è un bastardo! Ha fatto comparire tutti i pigiami peggiori che avevo in casa... che ovviamente non ho fatto mai vedere a nessuno, e nemmeno l'ombra di quelli che invece indossavo quando dormivo con qualcun altro. Mio padre mi compra molti pigiami, nonostante gli dica che non c'è bisogno, e di solito opta sempre per quelli che lui ritiene più simpatici... cioè imbarazzanti

Derek sembra mascherare un sorriso divertito. «Spero non indossavi questi pigiami anche in accademia.»

«Lì mi portavo solo quelli normali... che sono tre di numero. Infatti, li stavo sempre a lavare.» non che si sarebbe vergognato con il suo compagno di stanza, soprattutto ora che lo conosce bene, ma all'inizio era pur sempre un estraneo. Per fortuna il pigiama che ora indossa è a maniche lunghe, perché non è così tanto caldo a quest'ora. Derek, invece, ha una maglia a maniche corte grigia e dei pantaloni simili a quelli di una tuta, sempre grigi. Trasmette molta allegria, insomma.

Tra l'altro, i pantaloni del ragazzino sono tappezzati dalla testa della stessa papera che ha sulla maglia, tanto per rendere il tutto ancora più ridicolo.

«Ti sei svegliato per via di un incubo, vero?» arriva la fatidica domanda, che in fondo Stiles si aspettava.

Osserva come nel cielo cominciano a comparire sempre più strisce rossastre. Questa volta non s'incazza per aver tirato fuori l'argomento, forse influenzato dalle parole di Veronica, e forse perché si trova stranamente a suo agio con il licantropo. Non scappa più. «Sì.» sospira.

Sempre gli stessi incubi.

Sente lo sguardo del mannaro addosso, ma non ha il coraggio di guardarlo in faccia. «Da quanto hai gli incubi, Stiles?»

Non ne ha mai parlato a nessuno, e sente un groppo nella golla. Deglutisce. «Qualcosa ho iniziato ad avere dopo il Nogitsune... ma è dopo i Ghost Riders che sono diventati sempre più frequenti.»

«Scott mi ha raccontato cosa fosse successo in mia assenza, ma è stato molto sintentico.» gli fa sapere il licantropo, con un tono neutro. «Cosa riguardano questi incubi, Stiles?»

Sente il proprio cuore battere più velocemente, perché forse si è tenuto tutto dentro troppo a lungo, ed è ancora più difficile tirarlo fuori. «Dopo il Nogitsune...è stato terribile, Derek.» inizia a raccontare, sempre portando lo sguardo davanti a sè. «Io ero cosciente di tutto quello che faceva, ogni minima cosa, ma non... non potevo fare nulla. Ero completamente impotente. E una volta che tutto era finito, ho iniziato a sognare di essere di nuovo impossessato, avevo incubi su Allison... so che non è colpa mia della sua morte, ma ho visto le mie mani ucciderla...ho visto il mio migliore amico perderla la ragazza che amava... suppongo non l'ho mai superata davvero.»

Do I Wanna Know? |STEREK|Where stories live. Discover now