Capitolo 18

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«Derek, davvero ci stiamo fidando di una seggiovia creata dal Deyven? Ad un'altezza del genere? Mi pare una grande stronzata, e mi sto letteralmente cacando in mano... penso ormai di poter essere schietto con te.» borbotta Stiles, con lo sguardo fisso su quel marchingegno, che trasporta persone avanti e indietro.

Gli sembra di vedere qualcuno in lontananza, seduto sulla seggiovia, ma questo non lo fa stare affatto più tranquillo.

Derek alza gli occhi al cielo, in piedi accanto a lui, con gli sci in mano. «Stiles, non ho bisogno della tua schiettezza per sentire la paura che emani. Si tratta solo di qualche minuto, Veronica sta qua da quattro anni e ce l'avrebbe detto se fosse morto qualcuno... vuoi diventare agente dell'FBI e ti spaventa una seggiovia?»

Lui gonfia le guance, agitando il bastone da sci per aria, e rischiando quasi di colpire il licantropo. «Non sappiamo ancora perché il Deyven spedisca le persone in questa dimensione! E secondo te ha una laurea in architettura o ingegneria, Derek? Secondo te come fa a costruire tutte queste cose? Proprio quando pensiamo di essere al sicuro... tac, ecco la trappola! Tu forse sopravviverai ad una caduta da quell'altezza, ma io? Non pensi al povero umano? Non pensi a-hey

Derek ne ha abbastanza, quindi mette i bastoni sotto al braccio e gli sci li tiene con una sola mano, afferrando un braccio del ragazzino con la mano libera, e tirandolo verso la seggiovia. «Ti siederai accanto a me, e dovrai semplicemente non guardare giù. A meno che non sei in grado di farlo... posso capire se questa è una paura troppo grande per te, possiamo sempre tornare indietro.» gli parla, fermandosi improvvisamente e lasciandogli il braccio, come per dargli la possibilità di scelta.

«Troppo grande per me?! NIENTE è troppo grande per me! Andiamo, subito!» esclama lui, infervorito, come Derek aveva previsto, agitando di nuovo il bastone in mano.

Quel ragazzino è pericoloso.

E Stiles si rende conto dell'ambiguitá delle proprie parole troppo tardi.

Si siedono al volo, dopo essersi messi gli sci sui piedi, e tirano giù la sbarra, che gli blocca il corpo. Il lupo si perde subito a osservare il paesaggio innevato mozzafiato, che da qua si vede ancora meglio, e stanno prendendo sempre più quota. Si sente completamente rilassato, se non fosse per l'ansia e agitazione che emana quel dannato ragazzino seduto accanto a lui.

Si gira verso l'umano, e lo trova a fissare davanti a sè con gli occhi semi spalancati, e si vede chiaramente che si sta sforzando dal non guardare verso il basso. «Derek, non ce la faccio, mi sento come se fossi su un aereo che sta per precipitare da un momento all'altro... non una bella sensazione, se me lo
chiedi. Ho paura possa venirmi un attacco di panico, e visto quanto sarebbe pericoloso in questa situazione, il pensiero non fa altro che peggiorare il mio stato d'animo e-»

«-Stiles.» lo zittisce. «Guarda me, e parlami di qualsiasi cosa che non riguardi tutto questo.»

«Come faccio a parlare d'altro?» poi volta il capo verso il mannaro, ritrovandosi la faccia dell'altro anche troppo vicina, visto che sono seduti attaccati. I loro caschi non si toccano per poco, e si perde nello sguardo del più grande. «Uh, i tuoi occhi sono più chiari del solito, non che siano scuri normalmente, ma grazie al sole hanno una tonalità di verde più chiara. Ci sono anche delle sfumature più scure, in realtà. Anche Lydia ha gli occhi verdi, come sai, ma non ha tutte queste sfumature come te. Sono probabilmente gli occhi più belli che abbia mai vist-hey, sto iniziando a parlare a macchinetta per l'ansia e forse farei meglio a starmene zitto, perché il mio filtro cervello-bocca si sta completamente per azzerare e mi viene da dire ogni cosa che mi passa per la testa, il che non credo sia una buona idea, e-»

«-parlami di quello che hai mangiato stamattina.» lo interrompe Derek, con un'espressione leggermente divertita, e sempre con i volti poco distanti.

Continuano ad avere gli sguardi incatenati, e Stiles prende un respiro profondo, cercando di non pensare che ha appena detto al licantropo di avere gli occhi più belli che abbia mai visto. «Ooookay. Allora, mi sono svegliato con te nel mio letto-me la sono quasi fatta addosso dallo spavento-e mi hai fatto perdere un sacco di tempo. Infatti, appena hai visto la neve mi hai trascinato fuori e non ho avuto modo di fare colazione, anche perché di solito mi capita di mangiare qualcosa direttamente alla malga, ma ce ne siamo andati subito da là. Nemmeno tu hai mangiato, non so come fai infatti, e comincio ad avere un bel po' di fame ora che mi ci fai pensare. Direi che prima di sciare ci prendiamo qualcosa al volo, o qua morirò anche di stenti, oltre che cadendo da questa maledetta seggiovia, ok?»

Do I Wanna Know? |STEREK|Where stories live. Discover now