Capitolo 25

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Derek gli ha raccontato quello che ha osservato nel breve giro fatto, avvistando diverse macchine e parecchie persone.

Sembra essere un posto molto abitato, soprattutto da giovani. E c'è molto verde in giro, oltre ad aver adocchiato una spiaggia in lontananza. Non si è avvicinato troppo alle persone per non spaventare nessuno. Qualcuno, infatti, lo ha guardato un po' intimorito, ma ormai tutti sembrano essere abituati a vederne di tutti i colori.

Inoltre, anche loro hanno una macchina parcheggiata fuori dalla casa: la stessa Camaro che il lupo ha nella vita reale.

Inutile dire che Stiles ha imprecato contro il Deyven diverse volte per non aver fatto comparire la sua amata Jeep, e ha pure versato un paio di lacrime davanti a una sua foto.

Derek, invece, sfoggiava un sorrisetto compiaciuto.

Non è troppo caldo fuori, e hanno pranzato sul tavolo in terrazza senza problemi, non battendoci il sole.

Adesso il ragazzino è seduto su uno dei divani in terrazza, riuscendo a osservare la distesa d'acqua azzurra nonostante il muretto. Il mare sembra molto calmo, e un leggero venticello gli solletica i capelli.

Qualcuno si siede accanto a lui. «A cosa stai pensando?»

Si volta verso Derek, che ha un'espressione rilassata e la spalla sinistra che tocca la sua, entrambi appoggiati con la schiena su dei cuscini che coprono il legno dello schienale.

Sitiles si sta abituando anche a ritrovarselo così vicino, ma questo non significa ciò non abbia alcun effetto su di lui. Sente sempre qualcosa dentro di sé che spinge per una maggiore vicinanza, che vuole siano vicini come lo sono sotto le coperte. O ogni volta che vedono un film, che si aggrovigliano. Infatti, muove impercettibilmente il volto verso il suo, come se non fossero già dannatamente vicini. «Stavo pensando che i miei capelli stanno diventando troppo lunghi... dovrei accorciarli un po'.»

Derek porta una mano tra le sue ciocche, agendo d'istinto, e Stiles inclina leggermente la testa per assecondare quel tocco piacevole. «Ancora vanno bene così, sono della lunghezza giusta.» commenta, senza lasciar trasparire nulla, rimanendo più del dovuto con la mano in mezzo ai suoi capelli.

Stiles vorrebbe urlargli di smetterla di mascherare le proprie emozioni, perché si è stancato di essere l'unico a mostrarle. E le mostra anche senza volerlo, visto che in questo momento non riesce a parlare, ammutolito dai battiti irregolari del proprio cuore. Sì, riesce a capire alcuni stati d'animo del mannaro, ad esempio se è infastidito o non è a suo agio, ma in queste circostanze... non ci riesce.

Si specchia in quelle iridi verdi, e sente il rumore del respiro del mannaro.

Ha la barba perfettamente curata.

La sua mano è ancora tra i suoi capelli, come se ci fosse rimasta incastrata. I suoi occhi inevitabilmente scendono sulle labbra del più grande, che sono socchiuse, e si chiede che sapore possano avere, come- «Ehiii!! Voi due!!»

Sentono una voce urlare alle loro spalle, e Derek toglie la mano in modo brusco, voltandosi insieme al ragazzino.

Osservano perplessi una ragazza dall'altra parte del muro che separa i due differenti giardini, talmente basso che sembra esistere più per una questione simbolica che altro. Ha i capelli castani, poco più lunghi delle spalle, e indossa un vestitino da spiaggia. «Uuh, non volevo interrompere nulla, scusate! È che sono appena tornata dalla spiaggia... vivo qua con il mio ragazzo, e questa mattina non c'era alcuna casa accanto alla nostra... siete nuovi?»

Stiles si sente un po' imbarazzato, perché la ragazza pensa di aver interrotto chissà cosa, credendo stiano insieme. «Sì, qua siamo nuovi.» inizia a rispondere, a voce alta per farsi sentire senza problemi. «Io mi chiamo Stiles, un nome strano lo so... ma il mio vero nome è peggio, non vorresti saperlo. Lui, invece, si chiama Derek. Veniamo da Beacon Hills, una cittadina sperduta... anche te sei americana dall'accento, o sbaglio? Da quanto te e il tuo ragazzo siete qua?»

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