1|Proprio come Eleven

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Girai pagina.

"Mi è stato detto che i miei poteri possono curare il mondo, ma a cosa servono se non sono riusciti a curare te che sei il mio mondo...?" Sospirò tremante continuando a stringerla. "Addio...grazie... di tutto..."

Chiusi il libro di colpo, spaventando la signora anziana che era seduta di fianco a me alla fermata dell'autobus e resistetti all'impulso di gettare quell'ammasso geniale di carta in strada per farlo distruggere dalle macchine.

Dopo tutto quel che avevano passato quei due ragazzi innamorati, perché far morire la ragazza?
Stava andando tutto così bene!

"Ma chi l'ha scritta questa roba?!" mi chiesi analizzando la copertina.

«Mi scusi, questo autobus dove porta?» mi chiese una signora che stringeva forte il manico di un passeggino con una dolce bambina ribelle che voleva uscirne a tutti i costi mentre stringeva la sua bambolina di pezza.

«Porta fino al capolinea della gialla» risposi, riponendo il libro in cartella. Conoscendomi l'avrei riaperto in classe di nascosto nonostante lo shock per la morte del mio personaggio preferito. Ormai ero quasi alla fine, tanto valeva finirlo.

«Grazie mille» disse con un lieve accento straniero.

La vidi tirare su la sua bambina e gettarla con una violenza contenuta nel passeggino, intimandole -in una lingua che credo fosse arabo- di starsene ferma e zitta.

Individuai l'autobus in lontananza, era arrivato il momento di combattere.
Alzai gli occhi al cielo pregando che fosse meno pieno del solito, ma le mie preghiere non vennero accolte.
E quando mai lo erano? Cosa mi potevo aspettare da un'entità divina che mi aveva condannata a morire uccisa da una banda di dieci ragazzi assatanati?

Ogni mattina era la stessa storia per prendere i mezzi. Bisognava essere disposti a tutto, persino a rischiare una rissa come mi è capitato più volte. Non lo facevo di proposito, semplicemente dovevo sgomitare per entrare e qualche volta colpivo la persona sbagliata che magari aveva un coltello in tasca.

Sì, esistono, fate attenzione a tutti.

Grazie agli allenamenti quotidiani, che ora erano diventati settimanali a causa della scuola, riuscivo a disarmare il mio avversario e a sostenere un piccolo combattimento dove facevo la finta terrorizzata dopo averlo disarmato e qualcuno giungeva in mio soccorso.

Non potevo espormi e usare i miei poteri, c'erano Creature della Notte ovunque e non tutte erano fedeli ai Celestiali, specialmente quelli che vivevano nel mondo esterno, quello dei Normali.

Scossi la testa liberandomi dal mio flusso di pensieri e salii tenendo lo zaino in basso. Mi feci strada tra le persone che mi guardavano in cagnesco, credo fosse l'effetto della mattina lavorativa.

Per fortuna una signora uscì e le presi immediatamente il posto, sospirando contenta.
"Alla faccia vostra, sono stata più veloce" gongolai.

Le porte si chiusero e il mezzo partì spedito verso la fermata dopo. Guardai avanti e iniziai già a farmi il segno della croce. "Eccola, la grande curva".

Per andare alla fermata della metro che prendevo c'era una curva di novanta gradi che l'autista, un pazzo spericolato, faceva a tutta velocità.
Strinsi gli addominali e mi spinsi contro il sedile per evitare di scivolare via dal mio posto. Mi era successo una volta e l'avevo visto succedere a molte altre persone. Di solito finiva con litigi e urla contro l'autista che si fingeva sordo.

Quella volta scivolò una signora anziana che venne protetta dal corpo di un uomo di mezza età abbastanza robusto che la aiutò premurosamente a rialzarsi e a rimettere a posto delle verdure che le erano cadute dal suo carrellino.

I Temibili 10Where stories live. Discover now