40|Non dimenticare le calze

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Due magliette (una a maniche lunghe e l'altra a maniche corte)

Una felpa in più per sicurezza

Pantaloni della tuta

Jeans di scorta

Berretto di lana di riserva

Sciarpa calda (da mettere in caso facesse tanto tanto tanto freddo)

Un pigiama comodo e non compromettente (non come quello rosa con la pecorella gigante sul petto)

Un paio di asciugamani per ogni evenienza.

Cambio dell'intimo...

Dovrebbe esserci tutto!

«Non dimenticare le calze» disse mia madre porgendomi due paia di calzini neri. Li afferrai e li misi sopra i vestiti, chiudendo la cerniera della piccola valigia a tracolla.

Mio padre mi aveva prestato la sua sacca nera per la palestra e io l'avevo sfruttata per metterci dentro i vestiti utili alla mia piccola gita a Roma.

Sistemai la borsa di fianco al letto e le diedi un paio di colpetti soddisfatti. «Finita!»

«Bene, ora vieni che è pronto»

Zampettai dietro di lei, con un grosso sorriso in volto. Il pomeriggio mia madre aveva impastato una pizza mentre io ero andata ad allenarmi un'ultima volta al Campo.
Volevo farlo con Athariel, ma di lui non c'era traccia.
Così mi ero dovuta accontentare di un guardiano adulto piuttosto rigido che ad ogni sbaglio mi scoccava una spada di legno nella schiena.
Come se non avessi già abbastanza lividi...

Però dopo tutto quel duro lavoro per tenermi in allenamento con la spada, mangiare una bella pizza era proprio ciò che ci voleva.
La consideravo un premio nonostante non avessi fatto alcun progresso visibile con la spada.
La impugnavo bene, su questo nessuno aveva più da ridire, ma i miei attacchi erano troppo "deboli e lenti e facilmente prevedibili", tanto che mi era stato proposto di lasciar perdere il combattimento armato e di usare i miei poteri.

Se c'era una cosa di cui andavo fiera erano i miei miglioramenti nell'usarli. Non so come ho fatto sinceramente, non mi sono esercitata più di tanto, ma mi sa che stava tutto nel "credere in se stessi" o una roba del genere. Insomma, il solito consiglio da fantasy applicato giustamente. Banale ma efficace.

Messo piede in cucina mi sembrava di essere arrivata in Paradiso. Quell'odore di pomodoro cotto e mozzarella sfusa sulla pasta era semplicemente divino.

Presi posto a tavola, di fianco a mio padre. Mia madre si sedeva sempre dal lato opposto, di fronte a suo marito.
Le piaceva poter guardare entrambe le persone che amava, mentre a papà piaceva poter avermi di fianco. Era questo il motivo per cui loro avevano scelto quei posti e io mi ero adattata di conseguenza. Era così sin da che io ho memoria e andava bene così perché sentivo i miei genitori più vicini.
Finalmente eravamo una famiglia senza segreti e me la sarei goduta.

Sinceramente non avevo idea di cosa sarebbe successo dopo aver trovato il fiore.
Non sapevo nemmeno se sarei sopravvissuta abbastanza da poter tornare a casa e riabbracciarli.
Questo presagio non lo avevo solo io, lo avevano anche loro nonostante non volessero darlo a vedere.

Ci stavamo godendo quegli attimi insieme come se fossero stati gli ultimi, perché il fato non era mai stato a mio favore e forse non lo sarebbe stato nemmeno quella volta.

Ma torniamo all'allegria di quel momento, alle risate dopo che mio padre si era divorato "per sbaglio" sei quadratoni di pizza, alla sgridata che gli aveva fatto la mamma dopo averlo chiamato almeno una decina di volte "golosone".
Lui si era difeso elogiandola per la bontà della pizza, cercando di spostare il discorso sulla sua bravura. Ma era stato tutto inutile, mia madre era brava a vincere i dibattiti, troppo brava.

I Temibili 10Where stories live. Discover now