4|Di nuovo coi guardiani

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"Siamo schiavi del tempo"
"E del destino"

Per quanto avevo lottato per sfuggire dalle grinfie del mio destino, i miei sforzi non erano serviti a nulla.

Così eccomi di nuovo lì, al Campo, nella Domus di Gregorio.
Ero seduta nel suo studio, di fronte ai volti colmi di disapprovazione del direttore e del guerriero che mi avevano addestrata per mesi prima del mio anno di assenza.

Gregorio sembrava avere qualche ruga in più dovuta allo stress, mentre Athariel aveva lo sguardo fermo e severo come sempre.
Quest'ultimo non mi era mancato per nulla, anzi era una delle ragioni per cui me n'ero andata.

«Ben tornata» Gregorio mi rivolse un'espressione preoccupata e si alzò dalla scrivania per abbracciarmi. Mi erano mancate le sue attenzioni. «Ma ancora non capisco, perché te ne sei andata? È per qualcosa che abbiamo fatto noi?» Rivolse uno sguardo minaccioso al guerriero. «È stato per Athariel? Ti ha fatto ancora qualcosa?»

Scossi la testa allontanandomi dal mago. «Io... ho avuto paura. Ho dovuto sopportare troppo per troppo tempo, ero e sono solo una ragazzina e subito mi avete messo addosso l'intero peso del Mondo Nascosto. Ho rischiato la vita e ho avuto paura perché non voglio morire. Non sono pronta a farlo, voglio vivere una vita tranquilla, diplomarmi, andare all'università e magari trovare qualcuno con cui vivere! Uomo, donna, gatto, cane, non importa! Non mi importa nemmeno se rimarrò coi miei genitori per tutta la vita ma almeno vivrò...»

Come non mai mi sentii patetica.
Io, che avevo sconfitto il temibile re dei vampiri Zerafor, che avevo obbligato alla fuga il Mezzosangue, che avevo liberato centinaia di ragazzi da un'accademia gestita da uno psicopatico, mi ero arresa ancor prima di conoscere i miei veri nemici.

Il mago sembrò percepire il mio stato d'animo e non mi chiese più nulla, Athariel invece aveva scelto il silenzio per un altro motivo: era arrabbiato e voleva punirmi.
Peccato che invece mi aveva fatto solo un favore, l'ultima cosa che volevo era sentire la sua irritante voce continuare a rimproverarmi.

«Comprendo i tuoi timori» disse Gregorio accarezzandomi la spalla. «Ma non puoi nasconderti per sempre. Giulia, tu sei importante per noi e per il Mondo Nascosto ed è di vitale importanza che tu continui a lottare. La venuta degli infernali è vicina, i demoni aumentano, per sopravvivere devi riprendere i tuoi allenamenti ma non con Athariel» Spostò lo sguardo su una ragazza che per tutto il tempo se n'era stata in un angolo in silenzio tanto che non ci avevo fatto molto caso. «Lo farai direttamente con i prescelti. Il miglior modo per conoscere i tuoi compagni è combattere e fare esperienze positive e negative con loro. Dovete stabilire un legame, non so se mi sono spiegato»

«Ho capito» risposi velocemente, sentendo l'amaro in bocca. Non mi piacevano come persone, erano rimasti impassibili e avevano difeso quella fastidiosa di Mira durante il nostri diverbio. «Ma come farò con la scuola? So che devo allenarmi ma devo anche studiare»

Megan si avvicinò a me con un sorriso gentile. «So che sembra difficile conciliare queste due vite, ma fidati che una volta preso il ritmo tutto sarà più semplice. Vedila così: sei come un supereroe, hai due identità, dei poteri e il destino del mondo sulle spalle»

Mi scappò un sorrisetto, non l'avevo mai vista da quella prospettiva. Mi piacevano i supereroi, li avevo sempre ammirati, ma fino ad allora non avevo mai immaginato come si sentissero veramente, quali pesi erano costretti a tenersi sulle spalle.

«Sarai affamata dopo una lunga giornata di scuola» suppose Megan prendendomi per il braccio. «Andiamo a pranzare in mensa, così conoscerai meglio gli altri ragazzi del gruppo»

Subito mi si chiuse la bocca dello stomaco.
Conoscere persone e andarci d'accordo non era il mio forte, specialmente se a queste stavo antipatica in partenza.
Per loro avevo rubato il posto di Mira, ero un'intrusa, e non c'era nulla di più vero che potessero pensare.

I Temibili 10Onde as histórias ganham vida. Descobre agora