15|Una pessima babysitter

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Megan diede un pizzicotto sulla guancia a suo fratello, suscitando le risatine delle due gemelline pestifere.

«Ahia! Ma perché?» si lamentò Julian mettendo il broncio.

«Questo è per aver lasciato che mamma e papà mi dessero tutta la colpa» Poi si girò verso le piccole Marika e Camille. «E voi due non cantate troppo vittoria, mi è stato dato il compito di rimettervi in riga»

Mostrò la sua mano dalla quale partivano piccole scintille di luce. Bastò quella intimorire le due piccoline ma non era abbastanza perché poco dopo essersi scambiate un veloce sguardo di intesa sfoggiarono il loro migliore sorriso da angiolette. Un chiaro segno delle loro intenzioni per niente tranquille.

Megan era brava a farsi obbedire, Julian a farsi amare. Sembravano due giovani regnanti pronti a salire sul trono e governare fianco a fianco per garantire pace e prosperità al loro regno immaginario.

Era sabato e come ogni fine settimana Julian avrebbe passato tutta la giornata nella scuola d'armi della Città Aurea ad allenarsi mentre sua sorella avrebbe badato alle gemelline al posto dei domestici che quel giorno, sotto ordine dei genitori dei ragazzi, non sarebbero venuti.
Quindi Megan non avrebbe potuto ricevere alcun aiuto esterno per prendersi cura delle due piccoline.

Salutò a malincuore suo fratello che ricambiò facendole la linguaccia sull'uscio. Avrebbe voluto tirargli un calcio rotante in pancia, ma le gemelline la stavano fissando e avrebbe dato il cattivo esempio. Anche se l'idea di insegnare loro a picchiare Julian sotto il suo comando non sarebbe stata poi così male.

"Due schiavette personali che fanno tutto ciò che voglio... un sogno che diventa realtà" rifletté chiudendo la porta e impostando l'allarme.

Si voltò verso le piccoline ma non le trovò. Il suo cuore perse un battito. "Dove si sono cacciate?"

Sentì delle risatine provenire dal salotto e le vide saltare insieme sul divano, facendo cadere i cuscini e minacciando la salute del tavolino di vetro posto lì vicino.

«Giù dal divano» ordinò.

Le due si fermarono e misero il broncio. «Sei noiosa» disse Camille incrociando le braccia. «Una pessima babysitter» continuò Marika.

Erano due contro una e Megan non era brava a fare amicizia con i bambini come invece riusciva benissimo suo fratello. Forse perché la sciabola che teneva sempre sul fianco incuteva timore, o perché era rigida e inflessibile, risultato dell'educazione data dalla Citta Aurea.

I suoi genitori le dicevano spesso di rilassarsi e concedersi a qualche attività piacevole, ma oltre a usare la sua sciabola non sapeva fare nient'altro. Forse doveva dedicarsi al cucito o allo studio di uno strumento come faceva Julian, ma le sembravano passatempi inutili.

Su di lei pesava il destino del mondo e non poteva sprecare il suo tempo con simili hobby invece che allenarsi per un eventuale scontro con gli Infernali.

Forse poteva dedicarsi alla lettura, ma non era particolarmente invogliata a stare ferma e lasciar scorrere gli occhi su delle pagine per ore ed ore. Voleva fare qualcosa di pratico, utile e necessario, proprio come lo era il combattimento.

«Vieni Marika, andiamo a giocare con Mr. Coccola, lui sì che è gentile» disse la piccola Camille prima di prendere sua sorella per il braccino e rinchiudersi nella loro stanza.

"Ma dove sbaglio?" si chiese Megan sistemando i cuscini sul divano.

Forse avrebbe dovuto fare come Julian e prendere parte ai loro giochi ma non riusciva a comprenderli, specialmente se da piccola lei non aveva mai fatto nulla del genere.

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