44|Duo mortale

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Passi.

Lenti e ponderati passi lungo il corridoio vuoto del castello.

Una mano uscì dall'oscurità e afferrò il pomello di una porta. Lo ruotò. Spinse. La porta sì aprì. Entrò.

Altri passi per la stanza. Passi lenti e crudeli.
Smaniosi di mettere le mani su un fiore in grado di restituirle l'antica gloria.

Ricordava il terrore dei nemici quando lei ancora aveva i suoi poteri. I loro occhi impauriti, il tremore delle loro gambe, le urla che lottavano per uscire ma rimanevano bloccate in gola per l'eternità. Impossibile dimenticarli, impossibile non pensare a quanto potere possedeva un tempo e che ora le era stato tolto.

Guardò la sua mano destra. Un guanto lungo di pelle la ricopriva totalmente.

Qualcuno bussò alla porta. Sbuffò e andò ad aprire. La maschera ancora indosso.

«Buongiorno!»

Era Marisol, sorridente come sempre. Che nervoso, quella ragazza.

«Se vuoi ancora pregarmi di farti da insegnante, sappi che non ho intenzione di farlo»

Marisol mise il broncio. «Non sono venuta per questo. Lo Stregone Cremisi richiede la vostra presenza» Poi, come colpita da un fulmine, fece un rapido inchino e aggiunse: «Mia signora».

Era un'abile alchimista ma in presenza della Mano della Morte diventava troppo distratta. Ecco perché riteneva che farle da insegnante si sarebbe rivelato infruttuoso per entrambe.

«Non può aspettare? Sono appena tornata dopo una lunga missione per sottomettere un villaggio di stregoni ribelli e ho bisogno di riposarmi»

«Lo so che siete stanca, ma dal tono dello Stregone sembrava una cosa urgente»

M.M. sbuffò, sentendo il calore del respiro espandersi dentro la maschera. «Va bene. Fammi strada»

Marisol trattenne l'emozione e guidò M.M. fino alla sala delle riunioni, un'enorme stanza illuminata da innumerevoli candelabri.
Lo Stregone era un uomo all'antica, si rifiutava di rendere moderno il castello quindi si dovevano abituare a quella luce fioca.

Una volta entrate, tutti i presenti si girarono verso di loro. Dieci paia d'occhi si posarono sulla Mano della Morte.

I servitori si inginocchiarono all'istante, mormorando un saluto.
La loro fronte toccava il terreno gelido, il loro corpo sembrava come pietrificato.

Lara accennò un sorriso sotto la maschera. «Basta così. Alzatevi»

I servitori si alzarono rapidamente e lasciarono la stanza.
In fondo, ad osservare il piccolo spettacolo, c'erano lo Stregone, Ulegard, Freya e un'altra persona.
Una ragazza vestita di nero e rosso: Bryn.

Andrew sbucò da un angolo e prese Marisol a braccetto per allontanarla da M.M.
Non gli andava molto a genio che la sua ragazza stesse in presenza di qualcuno con un animo oscuro come lei. Non voleva che la contagiasse.
Marisol doveva rimanere Marisol.

Lara li vide allontanarsi e restare indisturbati in un angolo. Accennò un sorriso divertito.

«Di cosa volevate parlarmi?» ruppe il silenzio.

Lo Stregone si girò verso la sua allieva. «Abbiamo un'ospite, oggi» E indicò Bryn.

M.M. sorrise. «Io mi ricordo di te» Avanzò fino a tenere solo un metro di distanza dall'Infernale. «Tu eri una dei pupilli di Mr. Slave»

«Ci conosciamo?» Bryn alzò scetticamente un sopracciglio.

Lara ridacchiò appena, poi si tolse la maschera. «Ero una dei guardiani che vi ha aiutato a distruggere quel posto. Al tempo ero ancora ignara della mia vera natura, forse mi ricordavi con altri vestiti e altre compagnie»

I Temibili 10Where stories live. Discover now