42|Φιλία

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Φιλία, letto come Philìa: affinità.

Adoro questo termine. Conclude tutte le parole che preferisco!

Bibliofilia, l'amore per i libri.

Pluviofilia, l'amore per la pioggia.

Talassofilia, l'amore per il mare e l'oceano.

Insomma, si può amare tante cose, ma nulla superava l'amore che provavo per i miei amici.
Non avendo mai sperimentato l'Eros puro, la passione che faceva schizzare gli ormoni a mille, quello era il massimo che potessi provare, tuttavia non era per niente poco.

Io ero e sono molto selettiva con gli amici. Prima di fidarmi di loro devo conoscerli, devo esplorare la loro mente, i loro modi di fare, le loro passioni e le loro paure.

Dicono che bastano cinque minuti per decidere se qualcuno ti piace o meno abbastanza da farlo diventare tuo amico.
A me ci volevano giorni, invece.

Nella vita avevo avuto molte amicizie sbagliate. Per evitare di essere ferita ho dovuto diventare così selettiva, ma è stato proprio questo a permettermi di scegliere bene le persone su cui riporre tutta la mia fiducia.

Ed è in questo modo che io avevo scelto di fidarmi di Eleonora.

Durante l'Accademia l'avevo osservata molto.

Mi piaceva il sorriso che ogni tanto spuntava sul suo volto nonostante non ci fosse nulla di cui sorridere.

Mi piaceva la sua calligrafia perfetta e il suo impeccabile ordine mentale che rendeva ogni suo appunto un capolavoro.

Mi piaceva la sua voce, riusciva sempre a tirarmi su di morale, a placare la me stessa impulsiva che spesso usciva nonostante tutto e combinava guai su guai.

Mi piacevano i suoi occhi, due piccoli anelli color caramello. Ogni volta che mi guardava, il mio cuore si riempiva di gioia e affetto e poi, diciamocelo, io adoravo e adoro tutt'ora il caramello.

E mi piacevano le sue attenzioni, le sue parole dolci, i suoi abbracci, i momenti passati insieme, i ricordi belli e brutti e tutto ciò che mi faceva pensare a lei come le soffici nuvole al tramonto o il suono delle onde che s'infrangevano. Lei amava il mare e i tramonti.

Mi piaceva tutto della mia migliore amica. In senso platonico, ovviamente, totalmente disinteressato. Ma mi piaceva e un tempo ero così fiera di averla vicina.

E ora... ora è tutto diverso.

Eleonora è cambiata, io sono cambiata.

Entrambe siamo cresciute. Io non sono più la ragazzina impulsiva e stupida di un tempo. Ora so chi sono, so ogni cosa perché l'ho capito e ne sono perfettamente consapevole.
Anche Eleonora ha avuto modo di scoprire se stessa, o meglio, una nuova versione di se stessa.
Una più determinata e rigida, che soffocava la sua parte ribelle.

Eravamo su due lati opposti di un filo teso al massimo. Un filo molto sottile a causa del tempo passato nel rancore e nella disperazione.
Un filo che temevo potesse spezzarsi per sempre.

Non ero pronta a perderla del tutto. Dentro di me conservavo ancora la tenera ingenuità infantile che tutto potesse sistemarsi perché l'amicizia possedeva in sé uno dei poteri più grandi di tutti i tempi.

Lo vedevo nei cartoni animati da piccola, ma lo osservavo anche nella vita reale.

Chi aveva un vero amico non si sentiva mai solo, neanche quando l'altro non c'era fisicamente.
Il legame tra i due rompeva le barriere della realtà e connetteva i loro cuori, rendendole due metà perfettamente compatibili.

Questo era ciò che provavo prima che Gadreel portasse via Eleonora da me e dalla sua famiglia.

Non ho ancora capito il vero motivo di tutto quello. Perché farsi tante pressioni per avere una ragazza? Perché portarmela via?

A meno che lei non fosse già speciale di suo.

In effetti i conti tornavano. Eleonora era speciale. Intelligente oltre la media, capace di empatizzare con chiunque e le sue sensazioni e teorie si rivelavano sempre vere.
Inoltre, durante il questionario iniziale che ci avevano fatto compilare all'Accademia, quando avevamo letto una domanda che chiedeva se avessimo mai avuto contatti con un mondo oltre il normale, lei aveva indugiato.

Lei aveva dei sospetti già da allora, ma non me ne aveva mai parlato.
Forse perché si rifiutava di credere che potesse essere vero.
Forse perché aveva paura di sembrare una pazza e di venire giudicata male.

Ma un amico non giudica mai l'altro. Né positivamente né negativamente. Non bisogna giudicarsi a vicenda, bisogna apprezzarsi e farsi dei piccoli accorgimenti se e solo se erano necessari.

Io non l'avrei mai giudicata. Io le sarei stata accanto qualsiasi cosa accadesse.

Per lei avrei dato volentieri la vita.

Ma ora... ora dov'era la mia Eleonora?

Dov'era la ragazza sorridente e gentile che mi tirava le guance la mattina per aiutarmi a rimanere sveglia e mi prestava le penne quando dimenticavo l'astuccio?

Dov'era la ragazza dolce e affettuosa che moriva sempre dalla voglia di abbracciarmi e ricoprirmi d'affetto?

Dov'era la figura che vedevo di più al mondo come una sorella?

Dov'era...?

Ridatemela.

Ridatemi Eleonora...

Non è giusto.

Non è per niente giusto...

Rivoglio la mia migliore amica. Perché senza di lei non so quanto potrei reggere con tutto il ghiaccio che ho dentro, che minaccia di distruggere e rimpiazzare il mio cuore.

Ho bisogno di lei... e forse, lei ha bisogno di me.

I Temibili 10Where stories live. Discover now