28|Sei il nostro piccolo Sole

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La nuova divisa le calzava a pennello.
Nera e viola scuro, non troppo stretta e non era nemmeno così pesante come pensava.
Marta si guardava allo specchio mentre si allacciava il mantello che si era ripresa da casa sua.

Al diavolo l'Avventuriera, al diavolo Gregor e al diavolo la sua famiglia.
Lei aveva fatto la sua scelta e ora avrebbe condotto una vita nuova con gente che la trattava non più come una bambina ma come una ragazza in grado di prendere le sue decisioni.

Accarezzò il metallo dei medaglioni che univano con una catenella i due lembi del mantello, passando le dita guantate sul doppio uroboro inciso sopra.
Si era interrogata per giorni sulla storia di quel mantello e del suo precedente possessore, ma ora non le importava più nulla. Chiunque fosse stato, ora non c'era più e il mantello era ufficialmente suo.

Sfiorò la seta nera mentre si affacciava all'ampia finestra della sua nuova stanza. La Torre di Ossidiana era così alta che se guardava giù riusciva solo a vedere un enorme nuvolone scuro e tempestoso che di tanto in tanto lampeggiava di viola.

Quella era la sua nuova casa. Guadagnandosi la fiducia di Lidia, aveva conquistato anche quella del Mezzosangue e di Scorpione, ma non era una fiducia pura e innocente come pensava da piccola, no, era un filo sottile pronto a spezzarsi in qualsiasi momento e lei doveva fare di tutto per rafforzarlo, persino cose che non si sarebbe mai sognata di fare.

Non aveva mai ucciso qualcuno e tremava all'idea di doverlo fare, ma se il Mezzosangue glielo avesse ordinato? Cosa avrebbe fatto? Valeva la pena rinunciare alla sua nuova famiglia per mantenere viva una vita?

Per ora non doveva preoccuparsi di questo. Lidia aveva fatto un bel discorsetto al suo padrone sostenendo che Marta fosse troppo giovane per macchiarsi la coscienza e lui le aveva promesso che non le avrebbe mai ordinato di fare una cosa del genere pur di non vedere più Lidia preoccupata in quel modo.

La strega ci teneva alla sua piccola allieva e alla sua innocenza. Sapeva cosa significasse dover privare della vita le persone e, per quanto ci avesse fatto l'abitudine ormai, ricordava perfettamente quanto fosse stato orribile uccidere l'uomo che aveva distrutto il suo villaggio. Le era piaciuto all'inizio, si sentiva invincibile e ciò era dato anche dall'aver assorbito la magia di un grimorio potente, ma presto quella sensazione era scomparsa ed era subentrata la paura. Era un'assassina ora, cosa le impediva di diventare un mostro come l'uomo che aveva raso al suolo la sua città?

La sua àncora era stato il Mezzosangue che le aveva impedito di impazzire ed era rimasto al suo fianco per secoli, aiutandola ogni volta che ne aveva bisogno.

Ma se Lidia aveva il Mezzosangue, Marta chi aveva? Forse Lidia, forse Scorpione, forse lo stesso Mezzosangue, ma in realtà un nome le brillava di una luce malinconica nella mente.

Unendosi al Mezzosangue aveva deluso Julian e non gli aveva fornito alcuna spiegazione. Lo avrebbe fatto, doveva solo trovare l'occasione giusta. Era il suo migliore amico, non voleva accettare l'idea di averlo perso per sempre.

Sospirò sconsolata e si buttò sopra al suo nuovo e soffice letto. Chissà cosa avrebbe detto Gregor di lei, vestita in quel modo, o Giulia che sembrava odiare quel mantello.

Chissà quali facce meravigliosamente spaventate avrebbero fatto i suoi genitori ora che era lei a reggere il coltello dalla parte del manico.

Li aveva in pugno finalmente e presto avrebbe avuto modo di vendicarsi di loro una volta per tutte, ma la strada per la vendetta era lunga e andava di pari passo col suo nuovo allenamento volto al potenziamento delle sue abilità.

Lidia le aveva promesso che quella sera le avrebbe insegnato un nuovo incantesimo e lei non vedeva l'ora di impararlo e, chissà, magari provarlo sui suoi genitori.
Sorrise all'idea, ma poi ripiombò improvvisamente di fronte alla realtà dei fatti.

I Temibili 10Where stories live. Discover now