35|Basta bugie

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«È tempo di finirla, Giulia» continuò mio padre dopo una lunga pausa di riflessione. «Basta bugie»

«Non posso...»

Mia madre aveva lo sguardo accigliato e furioso, ma non come quello di mio padre. Lui faceva più paura. Sembrava un guerriero pronto ad un combattimento all'ultimo sangue, aspettava solo un segnale.
In realtà lui non aveva nulla di guerriero a parte lo sguardo. Magro, cupo, che sfiorava a malapena il metro e settantacinque. Quelle braccia non sembravano fatte per sostenere il peso di una spada.
Be' a prima vista nemmeno le mie, ma nulla è mai come sembra.

Siamo circondati da illusioni, protetti da bugie e intrappolati in un vortice di ricordi, azioni, pensieri e sentimenti senza fine.
Siamo umani e siamo noi che creiamo illusioni.

Spostai lo sguardo su mia madre. Teneva le braccia incrociate davanti al petto e le stava stringendo così tanto che il pigiama verde chiaro aveva preso la forma delle pieghe.

«Basta bugie» ripeté mio padre.

«Non posso!» sbottai io, gettando lo zaino a terra.

Mamma alzò gli occhi al cielo, girandosi dall'altra parte per non vedermi. Era la prima volta che faceva un gesto del genere, come se mi disconoscesse.

Avevo ingoiato ogni cosa. La morte di Gregorio e Frederich, le minacce di Madrigale, la presenza di Bryn e Thomas negli Infernali, rinunciare a un'amicizia con Sebastian, essere accusata ingiustamente di essere Killer X, perdere la mia migliore amica, vedere Marta che si univa al Mezzosangue, un nuovo direttore del Campo e venire rapita dalla dottoressa Hoover.
Avevo ingoiato tutto questo, ma vedere mia madre voltarmi le spalle mi spezzò definitivamente.

Non piansi. Non servivano lacrime per dimostrare che avevo oltrepassato il limite.

Fissai negli occhi mio padre, con sfida. «Come posso fidarmi di voi se voi non vi fidate di me?»

La gara di sguardi continuò, anche se per un attimo mio padre aveva vacillato, come se qualcosa nei miei occhi lo avesse colpito. «La fiducia la si ottiene con i fatti e tu non hai dato prova di poterci fidare di te. Sparisci senza un motivo, torni a casa ad orari indecenti e per giunta piena di ferite. Non so cosa tu stia facendo ma-»

«Paolo smettila» lo rimproverò sua moglie, girandosi. «Giulia ha ragione. Fiducia per fiducia. Basta bugie... Digli la verità. Digli che lo sappiamo»

Le mie guance si svuotarono di tutto il loro calore. «Sapete... cosa?»

Mio padre sospirò, massaggiandosi le tempie. «Immagino che sia inutile proteggerti ormai. Sei già dentro la faccenda fino al collo, non ha senso fare finta di niente» Prese un grosso respiro e buttò tutto fuori. «Sappiamo che sei una prescelta»

Tirai istintivamente un pugno sul tavolo. «E QUINDI AVETE FINTO OGNI COSA?!»

«Lasciami spiegare-»

«No. No, assolutamente no. Mi hai messa in punizione e mi hai appena fatto la paternale per QUALCOSA CHE GIÀ SAPEVI! MA CHE RAZZA DI PADRE SEI?!»

Lui abbassò lo sguardo, evidentemente dispiaciuto. Ma delle sue scuse non me ne sarei fatta nulla.
Volevo risposte, molte risposte.

«Devi capirci» si intromise mia madre. «Abbiamo solo cercato di concederti una vita normale»

«Ma la mia vita non è normale! Non lo è più!»

«Lo so. Lo sappiamo. Ma ora devi stare tranquilla e ascoltarmi bene perché la questione è piuttosto difficile da spiegare» Indicò una sedia. «È meglio che tu ti sieda»

I Temibili 10Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt