34|C'è un asino dietro di te! Ah no, è Nicholas

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La luce forte della lampada al neon penetrò con violenza tra le fessure delle mie palpebre.
Inspirai profondamente, sbattendo numerose volte gli occhi.
Ruotai leggermente la testa sul cuscino, mettendo a fuoco l'immagine di una donna seduta su una scrivania bianca poco più in là. In realtà, tutto era bianco in quella stanza, così bianco che mi faceva male agli occhi.

L'unico suono che sentivo era il ticchettare veloce delle dita su una tastiera e il ronzio delle ventole di un computer.

Inspirai un'altra volta, sentendo ancora in bocca il sapore amaro del Roipnol e provai a muovere un braccio per scostarmi i capelli dal viso. Lo trovai bloccato da un laccio inchiodato al lettino.

"Ma cosa...?"

Tutti i miei arti erano bloccati, anche se, per fortuna, la mia corporatura esile mi permetteva di avere un po' di spazio tra il laccio e le braccia. Con un po' di fortuna avrei trovato un modo per liberarmi, ma non era adesso il momento di farlo.

La dottoressa finì di scrivere al computer e poco dopo la stampante sputò un paio di fogli che si timbrò da sola. Li ripose in una cartellina blu poco spessa e la inserì gelosamente in un cassetto di metallo.

Si voltò e mi vide sveglia. «Buongiorno! O dovrei dire, buona sera» sorrise. «Dormito bene?»

Misi il broncio. «Le sembra una domanda da fare? Mi ha drogata»

«Addormentata» precisò. «E sì, effettivamente hai ragione, ma non saresti venuta con me se te lo avessi chiesto normalmente»

«E chi glielo dice?»

Si sedette sul lettino. «La tua natura ribelle. Sei famosa per essere sfuggita dal controllo di Mr. Slave e per aver distrutto la sua Accademia. Da una persona così bisogna guardarsi bene le spalle»

«Ha parlato Miss Fiducia» Roteai gli occhi.

«Ammetto di non essere stata molto degna di fiducia, ma devi capire che non potevo rischiare. Dovevo portarti qui e capire chi tu fossi veramente»

Scoppiai in una risata ironica, priva di gioia. «Se io sapessi chi sono veramente a quest'ora non sarei qui. Mi affido ai titoli che mi sono stati dati, seguo la strada su cui sono stata indirizzata e cerco di vivere in pace» La risata si spense. «Pensa che lei sia l'unica ad avermi riservato questo trattamento? No, un anno fa Slave ha fatto la stessa cosa: mi ha rapita per studiarmi. È come se voi stupidi scienziati siate attratti da me come mosche dal miele. Perché non vi arrendete e basta? Non scoprirete nulla, anzi, vi caccerete solo nei guai»

«Sono pronta a correrli» rispose prontamente.

«E lei, dottoressa, è pronta a morire? Chiunque sa la verità o muore o impazzisce o prova a conviverci. Lei è troppo curiosa e per questo morirà. Ma può salvarsi, può bruciare quelle ricerche, fare finta di nulla, lasciarmi andare e trattarmi come una persona normale»

«E perdere tutto ciò per cui ho lavorato? Non se ne parla»

«Preferisce morire?»

La donna alzò lo sguardo, sorridendo appena. «Ne varrebbe la pena. Vuoi sapere che cosa ho trovato dai risultati dei tuoi esami del sangue?»

Annuii lentamente, sentendo la gola pizzicare quando provai a deglutire.

«Niente»

La guardai con espressione corrucciata. «Come? Cioè... vede che non c'è nulla di-»

«Risparmiami la tua farsa. So che non sei una Normale, ma non sei anche una Creatura della Notte, anzi, non sei classificabile in alcun modo in realtà. Le tue impronte non hanno alcuna corrispondenza con alcun documento identificativo. A nome tuo c'è solo il mandato della polizia, poi nulla. Sei un fantasma, per modo di dire» Si picchiettò l'indice sul mento. «Oppure sei semplicemente più scaltra di quel che pensassi. Hai nascosto per bene la tua identità, sei diventata un mistero e io adoro i misteri»

I Temibili 10Where stories live. Discover now