22|Segreti

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Un amico non mente, questa è la prima regola.

E quando si diventa più grandi e si cresce insieme all'amicizia, viene scritta nel cuore una seconda regola: un amico è colui che mente per non ferirti.

Se penso a quante volte ho mentito per proteggere l'innocenza dei miei amici mi viene il mal di stomaco. I segreti importanti devono essere protetti con le menzogne, non c'è altro modo che questo, e se si decide di confessarli bisogna accettarne le conseguenze.

Ma quando si sceglie di mentire, prima o poi si esplode. E quando si esplode, qualcuno si fa male. E quando qualcuno si fa male, il mondo crolla. Il tuo mondo, il mio mondo, il mondo di tutti quelli che ci stanno intorno. Lascia una cicatrice profonda nell'anima, che quando si riapre fa fuoriuscire sentimenti così forti da essere indomabili.
Rabbia, tristezza, dolore, risentimento... vendetta.

Molti scelgono l'ultima, perché è più facile puntare il dito contro gli altri e chiamarli assassini, traditori, mostri, che provare a capire perché sono diventati così e chiedersi come si sarebbe potuta evitare una situazione del genere.

Perché un segreto può stravolgerti la vita.

Perché un segreto può sottrarti la gioia di stare in compagnia di un'amica meravigliosa.

Perché un segreto può portarti a urlare disperato sopra la tomba di una persona che amavi.

Perché un segreto, dopo averti tolto ogni cosa, tornerà per sottrarti anche la vita e lo farà con piacere.

Perché un segreto non perdona e nemmeno io lo perdonerò mai.

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Nascosi la ferita sotto la manica mentre entravo nella Domus di Gregorio. Megan mi aveva chiesto di andare ad avvisare il mago che un certo "ospite speciale" era arrivato alla festa.

Non aveva aggiunto altro e non avevo potuto sbirciare dentro la mensa per vedere chi fosse, così misi da parte la voglia di buttarmi sulle fragole ricoperte di cioccolato e obbedii alla sua richiesta.

Ruotai la maniglia della porta e zampettai allegramente dentro il salotto, facendo attenzione a non stropicciare troppo i pantaloni color maggese che avevo stirato con cura prima di presentarmi alla festa.

Stupiti dal nome del colore? Lo ero anch'io quando mia madre me lo aveva detto. Per me tutti i marroni si chiamavano "marrone", non c'era differenza, e quindi lei si era sentita in dovere di rimediare alla mia stupidità infilandomi in testa quindici nomi diversi per le sfumature diverse. Cachi, fegato, maggese, borgogna, tronco, bruno Van Dyck, écru, che diamine di nomi erano? Perché ci si doveva complicare così tanto la vita quando si poteva dire solo "marrone"?

Feci scorrere lo sguardo sugli scaffali colmi di libri antichi appena spolverati e lì, in un angolo, c'era un mazzo di fiori diverso da quello del giorno prima.

Lo ignorai, osservando i quadri del corridoio che raffiguravano meravigliosi paesaggi del Mondo Nascosto. Solo uno raffigurava qualcosa di diverso, un castello nero, dipinto da Gregorio in persona durante i suoi primi anni come direttore. Era nascosto nell'ombra della fine del corridoio, ma mi aveva sempre affascinato. Non era un castello come tutti, aveva un significato speciale per il mago e volevo tanto capire quale fosse. Quell'uomo aveva decine, se non centinaia, di segreti interessanti e io ero così curiosamente ingenua che avevo intenzione di chiedergli delle spiegazioni prima o poi, quando avremmo trovato un momento libero.

Sentii delle voci provenire dallo studio di Gregorio. Erano due e il loro tono era dolce e calmo.
Mi avvicinai alla porta, ben sapendo che non avrei dovuto curiosare troppo, e accostai l'orecchio.

I Temibili 10Where stories live. Discover now