24|Chiamata alle armi

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Gregor si dimenava come un'anguilla tentando di sfuggire alla presa possente i Raymond, urlando fino a consumarsi la voce. Il portale si era appena chiuso dietro di loro, lasciando sua sorella nel Campo.
Anche Megan e i suoi genitori avevano lottato per riattraversare il portale e riprendersi Julian, ma non c'era stato nulla da fare, Ceithir glielo aveva impedito.

«Come ha potuto?!» gridò Megan, con la faccia rigata dalle lacrime, rivolta verso il capo del Consiglio. «Ha lasciato mio fratello e Marta là dentro! Il Mezzosangue li ucciderà!»

Ceithir la guardò con sufficienza. «Ci sono altre persone con loro, li proteggeranno. Ciò che importa è isolare il Mezzosangue»

Edison si guardò intorno, analizzando tutti i presenti. «Manca Giulia» notò. Alzò lo sguardo. «Cosa significa tutto questo?»

Ceithir squadrò anche lei. «Siete ancora troppo giovani per capire il perché della nostra decisione»

«Troppo giovani?» Gregor si liberò dalla presa di Raymond, lanciandogli un'occhiataccia. «Troppo giovani?» ripeté con più rabbia. «Siamo troppo giovani per non sapere perché avete appena condannato a morte certa mia sorella e il fratello di Megan ma abbiamo comunque l'età giusta per morire? Cazzate»

Sua madre sussultò. «Gregor! Linguaggio!» Era la prima volta che lo riprendeva.

Il ragazzo si girò nella sua direzione. «Tu sei l'ultima persona che può parlare, mamma. Non ti sei nemmeno accorta che Marta non era con noi quando hanno aperto il portale. Lei è tua figlia, perché non lo accetti? Cosa c'è di sbagliato in lei? Nulla! E allora perché continui a trattarla come se fosse la rovina della nostra famiglia? Marta non se lo merita e non si merita nemmeno di essere lasciata lì! Riaprite questo dannatissimo portale! Riportatemi da lei!»

Calò il silenzio tra i presenti. Nessuno aveva il coraggio di dirgli che la decisione era già stata presa e che nessuno sarebbe tornato al Campo finché Madrigale non sarebbe stato sconfitto o quantomeno indebolito. Gadreel era rimasto apposta per compiere quella missione.

Non ricevendo alcuna risposta, Greg iniziò a dare di matto. Materializzò nella sua mano arco e freccia, entrambi dorati.
Ma prima che potesse fare qualsiasi altra cosa, Megan si mise davanti a lui, scuotendo la testa. «Non ne vale la pena» disse.

«Non abbiate timore» esordì la sacerdotessa bianca con voce solenne. «Ogni rischio è calcolato»

Greg le rivolse uno sguardo carico di odio. «Tu... Tu sei quella che può vedere il futuro, giusto? Allora dimmi: riesci a vedere che ti tirerò un pugno?»

Megan lo spinse indietro. «Vacci piano»

Eleonora si sistemò il mantello bianco, rimanendo impassibile. «Posso vedere solo frammenti di un possibile futuro. Ciò che sta succedendo ora al Campo non porterà alle morti dei vostri fratelli»

«E Giulia?» chiese Megan. Nei suoi occhi c'era un piccolo bagliore di speranza, la stessa speranza che un tempo c'era in quelli della sacerdotessa. La odiò per questo, per essere così ingenuamente ottimista come lo era stata lei.

«Vivrà o morirà a seconda delle scelte che prenderà» rispose, senza provare la minima compassione per la prescelta.

«Questo non mi dice nulla» ringhiò Megan avvicinandosi minacciosamente a lei. «Non so cosa tu e Ceithir stiate combinando con il nostro futuro, ma sappi che se prevede la morte della nostra compagna ti riempirò di pugni fino a farti dimenticare il tuo nome. Ci siamo capite?»

La sacerdotessa le rivolse un sorrisetto arrogante. «Hai finito?»

Megan diede fondo a tutta la sua pazienza per non tirarle un pugno. «Per oggi ti è andata bene, ma la prossima volta potrei non essere così clemente»

I Temibili 10Where stories live. Discover now