9|Un gelato a marzo

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Venerdì 12 marzo 2021, ricordo quel giorno come se fosse ieri.

Mi svegliai con la notizia che altre persone erano state uccise da Killer X quella notte e con un paio di chiamate perse da Kitsune.
Perché a differenza di tutte le altre volte, le vittime erano nello Stato del Michigan, ma erano persone di origine europea.

Le ultime volte che erano state viste erano nei loro paesi, nelle loro case o a lavoro. Chi in Germania, chi in Francia, chi in Danimarca e così via.

Si temeva che l'assassino fosse giunto in Europa, ma allora come aveva fatto a disporre le proprie vittime dall'altra parte del mondo?

Questo dubbio tormentava gli agenti dell'FBI che, diversamente da quel che credeva Kitsune, lavoravano senza sosta notte e giorno, consumando litri di caffè.
Se solo non fossero stati dei Normali avrebbero capito che si trattava di un nemico che poteva usare dei poteri. Quella nube rossa ne era la conferma.

Quella mattina i miei genitori volevano persino proibirmi di andare a scuola. Erano preoccupati per il killer ma dubitavo che fosse nei paraggi, con tutti i posti dove poteva nascondersi.
Così andai a scuola e all'intervallo, in corridoio, venni assalita da Kitsune con le sue teorie.

«È un'organizzazione criminale, non c'è dubbio!» affermò stringendo la presa sul suo telefono. «Oppure una setta. O entrambe! Un'organizzazione malavitosa... che serve il diavolo e agisce in modo imprevedibile» Mi afferrò il braccio conficcandomi le unghie dentro. «Ma alla fin fine non mi interessa se Killer X è uno o è tante persone, voglio scoprire dove si trova e gliela farò pagare»

Mi divincolai dalla sua presa. «Frena con la fantasia, tu non andrai da nessuna parte neanche se per qualche miracolo riuscissi a individuare la sua posizione. Non è un gioco, ricordatelo. È lo stesso assassino pericoloso che ha fatto quarantaquattro vittime in otto giorni. Da quel che sento potrebbe avere occhi e orecchie ovunque. Cerca di parlarne il meno possibile in pubblico»

«Ma siamo a scuola!» si lamentò Kitsune. «L'assassino non è mica uno studente e poi tutti ne parlano. Vedi quel gruppetto lì?» Indicò un gruppo di cinque ragazze, delle primine come noi, che ridacchiavano e tremavano. «Quelle stanno parlando di Killer X da un sacco di tempo e non è successo nulla, allora perché proprio io devo stare attenta?»

"Perché non voglio perderti"

Più sapeva e più era in pericolo. Se l'assassino apparteneva al Mondo Nascosto non potevo permettere che Kitsune scoprisse la verità o sarebbe scomparsa anche lei, in un modo decisamente peggiore rispetto a come se n'era andata Eleonora.
Quindi tutto quel che dovevo fare era proteggerla, anche a costo di sembrare fastidiosa. Meglio essere odiata che aggiungere una tomba in più alle altre.

«Ehi, tutto bene?» mi chiese sventolandomi una mano davanti agli occhi. «Ti vedo spenta oggi, hai fatto le ore piccole come me?»

Scossi la testa. «Stavo solo pensando»

E proprio quando stavo iniziando a calmarmi, l'ultima persona che volevo vedere si presentò davanti a me e a Kit, in tutto il suo splendore. Era vestito bene, come sempre, e nonostante si cambiasse ogni giorno indossava sempre il suo sorriso arrogante e fastidioso.

Si fermò davanti a me prendendo un grosso respiro prima di parlarmi. «Come mi è stato imposto, devo chiederti di venire a casa mia. Domani dopo scuola può andar bene? Porta il libro di matematica, sempre se ne hai uno»

Kitsune lo guardò dall'alto in basso, letteralmente dato che era dieci centimetri più alta di lui. Incrociò le braccia e lo fulminò con lo sguardo. «Quindi sei tu Sebastian. Ti immaginavo più... alto»

Lui le scoccò un'occhiata inviperita. «Come osi?! Ho tredici anni e ancora molto tempo per crescere e alzarmi!»

«Può essere, ma per me rimani una pulce. Quindi abbassa la cresta e non parlare più con questo tono alla mia amica» Alzò un sopracciglio mantenendo una freddezza impressionante. «E comunque lei ce l'ha il libro di matematica. Non essere ricchi non significa essere poveri»

I Temibili 10Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt