Martha

105 6 3
                                    

                    Era estate e come tutte le precedenti sarebbe passata in fretta, un battito d'occhi e sarebbe scivolata via, dimenticata, lasciata alle spalle. Ma qualcosa sarebbe sempre rimasto, la sabbia dura sotto i piedi, il mare, le persone incontrate, idee sfiorate, piccole goccioline di felicità. Quell'anno, il duemila ventuno, l'estate in Toscana sarebbe stata così: giorni in cui il cielo sembra apparecchiare una tavola con tutta la sua bellezza, e quella serata non faceva certo eccezione. Non c'era bisogno di altro: i sapori del tramonto, tra le sfumature del rosso e del giallo, sapevano di buono. Pastelli succosi. Granai di tutti i colori.

Il disco del sole era scomparso da poco, lasciando alla giornata l'ultimo sussulto: a breve sarebbe stata solo la notte. Agli occhi, quel trapasso appariva come sangue versato senza risparmio né indugi.

"Finirà anche questa", pensò Martha per un momento guardando attraverso la finestra, "dimenticherò anche questa estate, come tutte le altre".  

Si sentiva già un po' di amaro sulle labbra, la sensazione di essere soli verso l'autunno.

Poi, l'aria si fece soffice come una bocca.

Forse per questo l'uomo continuava a concentrare la sua attenzione sulle labbra di Martha.

Tutto sembrava la fusione tra quello che proponeva la natura attraverso quel tramonto e quanto si offriva dentro quella casa. Ed era la stessa sensazione, quella dell'aria soffice della serata e quella delle labbra della donna: euforia. La stessa morbida consistenza. Così, proprio come stava accadendo nel cielo, si comprendeva che l'attenzione speciale per quella bocca non sarebbe durata ancora a lungo, e che presto l'uomo sarebbe andato alla ricerca del finale senza fiato.

Martha era già in attesa e, finalmente, rilassata. Per lei non era così scontato lasciarsi andare e scollegarsi completamente dalle responsabilità dominanti della sua vita. Non era la prima volta, però.

La sua era stata una settimana schiumosa di impegni e di cause perse perché impossibili da vincere o perché avrebbero richiesto troppo tempo, infinita dedizione e totale abnegazione e lei un po' iniziava ad essere stanca di quel ritmo frenetico che il suo lavoro richiedeva incessantemente. Mai una pausa, mai un'interruzione, tra il tribunale di Firenze come cornice diurna e la casa ad Empoli alla sera a rivedere gli appunti, a scrivere documenti, a prepararsi per il giorno dopo e, soprattutto, senza l'armonia di un tempo.

Ah, come avrebbe voluto riavere i suoi diciotto anni, quando poteva pensare di vivere così, come infatti aveva fatto, nella libertà di non pensare, di non fare progetti, con il tempo a disposizione, pensando di essere diversa dagli altri e, in fondo, un po' diversa, lo era stata davvero.

Com'era stata a diciotto anni? Si chiese in un sorriso.

L'uomo la guardò, ma non fraintese i pensieri di Martha.

In bici senza mani? Boh, non lo ricordava più. Non riusciva ad afferrarne la consistenza. Erano troppe le estati alle spalle, accavallandosi in un disordine di istantanee, per poterlo ricordare.

Il suo passato, un vaso sigillato che apriva con cautela, si era riempito ed il contenuto così denso rendeva difficile selezionare le piccole cose e le grandi. Lei, in tutto ciò, era stata brava a creare una separazione netta: da una parte i colleghi, i giudici, i clienti, e dall'altra, ben distanziata dal resto, la famiglia e gli amici. In questo separare con attenzione, evitando attentamente ogni contaminazione ambientale, Martha era stata molto capace: mai amici avvocati, mai clienti se amici, mai lavoro in famiglia e viceversa. Nell'ultimo periodo, però, tutto questo era diventato un equilibrio precario, fortemente basato sui silenzi e sul non detto, e la fatica si faceva sentire.

Guardò l'uomo che si prodigava sul suo corpo. Era apparso dal nulla, ed ora erano insieme. Come aveva detto di chiamarsi? Non ricordava neppure questo. Si era come materializzato nel bar vicino al tribunale. Martha ci era arrivata per bere qualcosa, un caffè che si era trasformato in un cappuccino, facendo a botte con quella giornata difficile.

Un altro amoreWhere stories live. Discover now