Freddo

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            Martha bevve l'acqua dal bicchiere centellinando le poche gocce che erano rimaste nel fondo. Il tempo era scivolato cadendo dal cielo. Le pareti della stanza della caserma dei Carabinieri erano lisce e inospitali. Si era soffermata ad osservare una crepa qualche secondo di troppo.

Il Maresciallo la guardò.

"Mi scusi", disse Martha arrossendo.

Fino a quel momento non si era sottratta alle domande del maresciallo, neppure dopo aver chiesto di avere con sé un avvocato. Sostenere quel momento, dando l'impressione di non aver nulla da nascondere, le era sembrata la strada giusta per tenere lontana da lei ogni collegamento con la notte precedente.

"Continuiamo, oppure..." chiese il maresciallo alludendo alla necessità o meno di attendere l'avvocato di Martha".

"Sì, sì, certo".

"Ne è certa? Possiamo allora dire al suo avvocato che la sua presenza non è utile?".

La sua posizione era al vaglio dei carabinieri, Martha ormai ne era certa. Metterla alla prova, creare tensione e confusione era certamente voluto per trovare un errore, una seppure piccola contraddizione che potesse dare modo a qualche domanda più scomoda.

"Sarei accusata?"

"Ma no, appunto, forse abbiamo esagerato senza renderci conto. Mi dispiace, dicevo che forse potremmo velocizzare e accompagnarla a casa quanto prima".

Prendevano tempo, perché? Si chiese Martha.

"Non ho fatto nulla di male".

"Non credo, non ci risulta, e comunque il male porta altro male, non crede?"

Martha si stupì di quella frase.

"Perché lo dice?"

"Non saprei, a dire il vero", ammise il maresciallo, "è una frase che ho sentito chissà dove e chissà quando. E ne conosco un'altra se la vuole sentire".

Martha annuì.

"Che al male piacciono le scorciatoie".

Martha guardò il maresciallo, chinò la testa per un momento, poi rispose: "È vero".

"Posso chiederle una cosa personale, mentre aspettiamo".

"Sì, prego" rispose Martha.

"Da dove viene la sua h in mezzo al nome?".

Martha sorrise, una domanda che le avevano fatto molte altre volte.

"La risposta è meno interessante di quanto immagina. Mia madre era inglese, la h arriva da lì."

All'improvviso, Martha sentì il bisogno di bere. Prese il bicchiere in mano senza rendersi conto che fosse vuoto e lo portò alla bocca. Il maresciallo non diede peso alla cosa, oppure non volle aiutarla.

Poi bussarono alla porta.

L'avvocato era arrivato.

Si conoscevano con il maresciallo, si salutarono cordialmente.

"Può lasciarci qualche minuto".

"D'accordo", rispose il maresciallo Neddu.

Martha e l'avvocato si salutarono, lui sembrò freddo e preoccupato. Martha lo notò, e chiese cosa sapesse della sua situazione. L'avvocato si era informato prima di arrivare. Sorrise nel dirlo, non c'era nulla da temere, avevano detto, ma era chiaramente una frase di circostanza.

"Cosa ti hanno contestato?".

"Per ora nulla. Ti ho fatto chiamare per poter andare via da qui. Voglio andare a casa".

"Può dirmi cosa ti è accaduto?", chiese l'avvocato.

"Dopo, certamente, adesso per favore fammi soltanto uscire da qui".

"Mi hai chiamato solo per questo?".

"Per questo, e perché ho freddo", rispose Martha creando una certa sorpresa negl'occhi dell'avvocato.

"È estate, ma hai ragione, non fa caldo qui dentro". Il Maresciallo Neddu era alla porta, bussò ed entrò con dei fogli in una mano.

Aveva in mano uno scatto in bianco e nero, un primo piano del posteriore di un'auto, una targa, un'ora precisa, una strada, domande da fare.

Ma non un'accusa precisa. 

Un altro amoreWhere stories live. Discover now