A qualcuno piace

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           Una spossatezza profonda si conficcò lungo la spina dorsale. Martha si era arresa all'evidenza che non avrebbe mai potuto ritrovare una borsa persa a chilometri di distanza. Sarebbe stato un miracolo, e per quel giorno tutto si poteva pensare, tranne appunto un miracolo.

Avrebbe voluto averla tra le sue braccia, prenderne il contenuto e rovesciarlo sul tavolo. Ammucchiare da una parte le monete, gli scontrini, le gomme da masticare, le biro a sfera, le sigarette. Dentro a quella sua borsa sembrava sempre esserci in corso una guerra. Lo specchio della sua vita disordinata.

Rientrata si era lasciata cadere sul letto. Gli occhi al soffitto. Chiusi, aperti, chiusi, aperti. Intermittenza d'ansia. Zero pensieri utili, soltanto un enorme nodo alla gola. Poi si era addormentata come se l'avessero sparato.

Erano passate alcune ore quando la chiave nella toppa ed un rumore la svegliarono. Il terrore la prese dalle spalle e la bloccò in una posizione innaturale quando davanti a lei si materializzò nell'ordine di altezza tutta la sua vita in un colpo solo: i gemelli, Elena e Giuliana la stavano guardando con preoccupazione.

Fu Elena a parlare.

"Mio Dio! Mamma, ma che ci fai qui?! Ti abbiamo chiamato!".

Martha disse qualcosa, ma per lo più fu un biascicare incomprensibile, poi il presentimento che anticipano gli annunci sgradevoli attraversò la sua mente schizzando in ogni direzione e l'atteggiamento di sua figlia Elena e di Giuliana non fece che confermare le peggiori aspettative.

"Mamma...papà...un incidente, è in ospedale dicono che sia grave".

Martha, concentrata sugli altri fatti, tradì un sollievo che sua figlia interpretò male, ma non ci fu il tempo per risolvere l'equivoco perché Elena aveva in serbo dell'altro, e della forza di un pesante gancio sinistro al fegato: "E poi, fuori dalla porta abbiamo trovato il tuo telefono sul pianerottolo. L'avevi perso?!".

Martha, incredula, si avvicinò ad Elena con una velocità felina. "Dammelo!", le sfuggì in un grido e tutti, gemelli compresi, rimasero impietriti.

Poi, Giuliana tentò di prendere le redini del discorso che in realtà neppure si era concretizzato ed intanto Martha strappò il telefono dalle mani della figlia.

Non c'erano dubbi: era il suo. Controllò le chiamate perse sotto lo sguardo sempre più perplesso dei suoi figli e di Giuliana. Vi trovò il lungo elenco dei tentativi di Giacomo ed una scossa elettrica la raggiunse nella parte più vicino al cuore. Trovò le chiamate di Elena e la guardò negl'occhi per scusarsi. Trovò anche quelle della sera prima di Giuliana e poi del mattino. Cercò nei messaggi, ma lì non trovò nulla.

Poi, i gemelli saltarono in cerca delle braccia della madre, percependone la paura e sentendola propria.

"Cosa sta succedendo, tesoro?", chiese Giuliana con un filo di voce, "hai capito che Giacomo è in ospedale?".

Martha non rispose, riprese invece a guardare il telefono cercando di raccogliere i pensieri.

"Mamma!", urlò Elena, "Papà è in ospedale! Dobbiamo andare".

La voce di Elena fu una scossa che riattaccò il filo dei pensieri di Martha ad un'invisibile presa di corrente. Martha si rese finalmente conto di avere i gemelli appesi alle braccia. Tentò di calmarli, ma la situazione era complicata.

"Diego, aspetta, non piangere, vedrai che si risolve tutto. Stefano, tesoro, non è niente. Adesso mi cambio ed andiamo da papà. Si riprenderà subito, lo sapete com'è papà, è forte e guarisce presto. Adesso, un minuto, e andiamo", la voce di Martha tradiva tutt'altra sicurezza, ma le gambe si erano mosse verso il bagno e con le braccia era riuscita a consegnare Diego a Elena e Stefano a Giuliana.

Giuliana attendeva ancora una risposta e lo fece notare: "Ti ho chiesto di darmi spiegazioni, Martha dobbiamo sapere cosa è accaduto stanotte".

Martha anche in quel momento non rispose.

Guardò la madre e la figlia, e sotto i loro sguardi smarriti, ebbe un presentimento.

Controllò le chiamate in uscita. Logicamente non le avrebbe potuto farle dopo aver perso il telefono ed invece notò una chiamata al numero di Giacomo e capì.

"Non lo so, sembra una guerra, mamma, tu sai cos'è una guerra?".

"Sì. A qualcuno piace".

Anche questa era Giuliana.

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