Le indagini

12 1 4
                                    


            Quando ancora era nell'auto della scorta, Tommasi, il capo della Mobile di Firenze era stato raggiunto dalla telefonata del suo pari grado dei Carabinieri.

Pura formalità, e un minimo di cortesia.

Solo la conferma che l'indagine era passata sotto la loro responsabilità, che lo avrebbe contattato per raccogliere tutte le informazioni, che presto si sarebbe fatto sentire e bla bla bla bla, tutto il resto della manfrina dettata dai protocolli e dalle consuetudini dello Stato.

Tutto sommato il PM aveva ragione, pensò Tommasi, il caso riguardava un collega, anzi due, e far indagare un'altra forza dell'ordine era una conseguenza accettabile e, forse, migliore.

Un minor numero di condizionamenti, pensò nella sua logica Tommasi, ma qualcosa di fastidioso gli si conficcò a tormentarlo comunque perché avrebbe voluto poter agire.

E poi il PM aveva un'autista in forze all'Arma, e questo agevolava i contatti con questo e con quest'altro all'interno dei comandi dei Carabinieri.

Insomma, Tommasi, rinunciò ad ogni tentativo di far da sé, e lasciò andare le cose come avrebbero dovuto e decise che ne sarebbe rimasto fuori.

Tutte questo passare di responsabilità, tra la Polizia ed i Carabinieri, aveva però lasciato uno strascico: si era perso tempo prezioso.

Era vero che la zona dell'omicidio avvenuto nella casa di Castagneto era stata isolata dalla Polizia Scientifica e che questi avevano operato con i rilievi, e lo stesso si era fatto sul luogo dell'incidente in cui aveva perso la vita Vittori, ma quell'andirivieni di informazioni e telefonate ad alti livelli non solo avevano indispettito gli uni e gli altri, avevano anche fatto perdere la concentrazione a chi avrebbe invece dovuto focalizzarla sul luogo dei due delitti.

Prima cosa: i due fatti erano collegati? Sì o no?

Questo era quanto il PM era tenuta a dare risposta.

Ed era un elemento di particolare importanza, in caso di errore si sarebbe giunti ad abbandonare forse troppo tardi una delle due ipotesi compromettendo forse l'esito delle indagini.

Non si poteva allora escludere a priori le due opzioni, ma si decise che pensare ad una coincidenza pareva la meno probabile e le indagini preliminari furono allora orientate in questa direzione.

Il PM aveva visto il luogo dell'incidente, fatto le domande di rito al responsabile dei rilevamenti e richiesto ai Carabinieri di interrogare i testimoni il giorno stesso.

Lo aveva detto con un tono che aveva lasciato intendere che da quella testimonianza non si attendeva molto.

Poi, si era diretta verso la casa sulla spiaggia di Castagneto.

Ad attenderla, un Capitano dei Carabinieri ed un Maresciallo della sezione omicidi che erano stati incaricati delle indagini.

Il Maresciallo Neddu, in particolare, cagliaritano di origini, sarebbe stato il responsabile diretto delle indagini, e per questo aveva preso parola all'arrivo del PM.

"La casa è stata presa in affitto dall'uomo poi deceduto. Domani mattina interrogheremo l'agente immobiliare e forse qualcosa di interessante uscirà.

Per quanto riguarda l'abitazione, non ci sono segni evidenti di effrazione particolari e nello stesso tempo la casa non presenta sistemi di allarme, pertanto chiunque avrebbe potuto aprire una porta o una finestra senza renderlo evidente".

La PM lo guardò severa: "Queste cose le so già da ieri, non le pare Maresciallo?".

Il maresciallo Neddu allargò le braccia, sincero.

"È quanto abbiamo adesso dottoressa", ammise, "mi dispiace. L'uomo è stato identificato, ma questo credo che lei lo sappia già. Il documento che abbiamo trovato risulta essere falso, in realtà siamo certi si tratti di un pregiudicato con connessioni con attività mafiose, cosa che al momento ci sorprende. Aveva scontato la pena, in carcere non risulta nulla di particolare a suo riguardo. Era libero da un anno e ne avevamo perso le tracce da allora, non ci risultava in Toscana in altre parole.

Stiamo verificando gli spostamenti dell'uomo con i tabulati telefonici. Qualcosa uscirà".

Terminò la frase, pentendosi per quella ripetizione.

Il concetto era chiaro: non abbiamo nulla di interessante al momento.

La PM con un cenno della testa comunicò di essere d'accordo e chiese di entrare nella casa.

Il maresciallo precisò: "L'accesso è anche sul lato della spiaggia. Abbiamo verificato e sembra che recentemente sia stato usato. Chiaramente non sappiamo da chi".

"Confermate che l'uomo non fosse da solo al momento dell'omicidio?", chiese allora il PM.

"Non lo possiamo affermare con certezza, ma crediamo che almeno nelle ore precedenti non fosse da solo. Non sappiamo con chi, ma il letto è stato sicuramente condiviso. Stanno rilevando le impronte.

Quelli della Scientifica ci comunicheranno gli esiti".

"Lei", pronunciò la PM guardando verso il Capitano, "ha da aggiungere altro?".

Il capitano scosse il capo e si comprese che le indagini fossero realmente in capo al maresciallo.

Almeno non restavano i dubbi iniziali. I Carabinieri in carico alle indagini, e la Questura paziente in attesa.

"Mi chiami domani, dopo aver interrogato l'agente immobiliare", disse infine il PM.

Ma era stanca, e preoccupata, anche quella frase risultò priva di convinzione.

Ed aveva ragione, di quell'indagine si sapeva poco, e tutto sembrava essere conficcato ad una profondità che al momento non potevano raggiungere.

Un altro amoreWhere stories live. Discover now