Non credere alle favole

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            La differenza stava tutta lì. Accovacciata, nascosta dietro al letto, Elena singhiozzava. Giacomo la raggiunse. Erano le nove. Giacomo sentiva il peso della responsabilità di quella situazione, Martha era rimasta sulla porta.

Giuliana seduta in cucina.

Per un momento, Empoli, una piccola città di provincia, si fece ancora più piccola. Anche i lampioni sembrarono affievolirsi.

Giacomo prese la testa di Elena tra le sue mani. La bacio delicatamente.

"La sera è difficile fare discorsi, in realtà lo è sempre, ma quando è buio lo è di più. Siamo provati, è stata una giornata difficile, e discorsi di questo tipo non ne dovremmo fare in queste condizioni. Ti dico solo di accettare il nostro amore, così com'è, è tutto quello che abbiamo e che conta".

Martha era proprio dietro di loro.

Piangeva silenziosamente.

"Hai ragione tu Giacomo", disse Martha con un filo di voce, "È giusto così, dobbiamo parlare. Se vogliamo andare avanti, questa storia non possiamo metterla alle spalle senza affrontarla. Ho sperato, questo sì, che quello che ho fatto si potesse cancellare. Ma non sarà mai così".

Poi, suonarono alla porta.

E ogni cosa assunse un significato diverso.

Non avrebbero piùcreduto alle favole.

Un altro amoreWhere stories live. Discover now