Giacomo

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            La porta si richiuse alle sue spalle. Martha l'aveva lasciata scivolare dietro di sé con forza.

            "Martha?".

           Lei non rispose.

           "Sei tu, Martha?"

           In che modo fosse arrivata a Empoli, dove abitava, non riusciva ricordarlo. Nell'unico momento di lucidità che l'aveva guidata fino al suo appartamento si era ricordata che nel baule dell'auto portava sempre delle scarpe di riserva, le aveva indossate nascondendo in un vano quelle macchiate di sangue. Per il resto il vuoto, un totale azzeramento di coscienza: un momento prima era in quella casa sul mare, intrisa di sangue, grondante di errori, il momento dopo era tornata alla sua. Ma come aveva guidato in quello stato?

La voce di suo marito l'aveva riportata alla realtà e Martha temette il peggio: si guardò nello specchio dietro la porta per verificare se fosse in un disordine sospetto, ma quello che vide le parve accettabile, non aveva pianto, o forse sì. Non lo ricordava.

"Sì, sono io".

"Sono di qua!", rispose Giacomo, suo marito.

Lei si obbligò ad avanzare, e lo sforzo non fu da poco, i piedi erano macigni.

"Ah, eccoti!", disse Giacomo vedendola.

"Sì, sì", accennò Martha.

"È successo qualcosa?"

"No, cioè sì", rispose Martha indietreggiando un po', "Sto bene, nulla", balbettò per un momento, "Scusa, solo che ho dimenticato un documento in ufficio e non avrei dovuto. Sai che poi mi innervosisco se...".

Lo sguardo e le rughe sotto gli occhi di Martha tradivano la tensione, e un marito avrebbe dovuto accorgersene.

"È venerdì, ci penserai dopo".

Poi osservando un disappunto che fraintese, Giacomo aggiunse: "Se è così importante, domani se vuoi puoi andare in ufficio. Io ho il giorno libero e posso andare dai bambini, poi ci raggiungi".

Martha approfittò dell'attimo che il marito mise tra la parola "giorno" e "libero", e che gli era servito per sottolineare un concetto chiaro, per voltarsi e rifugiarsi in bagno. Il resto della frase non l'aveva sentito, limitandosi a pronunciare una scusa chiudendosi la porta dietro di sé.

Giacomo scosse il capo e indietreggiò verso la cucina per riprendere quello che aveva lasciato.

Era lui a dedicarsi alla cena, al pranzo e quasi sempre alla colazione. Anche al lavoro era soprannominato "chef", il che includeva sia la sua capacità ai fornelli, ampiamente dimostrata in più occasioni, sia il grado di dirigente della Polizia. A quella posizione, Giacomo Lenzi era arrivato grazie ai risultati ottenuti e adattandosi alle diverse situazioni a cui lo Stato lo aveva chiamato a svolgere la professione: Bari, Napoli, Milano. Infine Firenze, dove aveva conosciuto lei.

La cena era quasi pronta.

"Tutto bene, di là?"

"Sì...lasciami stare e... arrivo".

"Sicura di stare bene?" chiese Giacomo, che iniziava a insospettirsi.

"Starei meglio se la finissi con i tuoi interrogatori". La voce di lei arrivò ovattata da dietro la porta del bagno. Martha cercava di rispondere dandosi un tono, ma le gambe la reggevano appena. Si aggrappò con le mani al lavabo, poi si inginocchiò e le braccia rimasero appese in un gesto quasi inumano.

Un altro amoreحيث تعيش القصص. اكتشف الآن