Come un'ombra

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            Giuliana aveva radunato Diego, Stefano ed Elena in salotto, tutti davanti ad una minestra. Non sentì obiezioni sul fatto che fosse estate e la minestra bollente. "Mangiate!". "Erano altri i problemi", aveva anche spiegato guardando Elena cercando in lei la complicità necessaria per gestire quel momento.

Il marito di Giuliana era al bar con gli amici, perso, com'era, nel contenuto in un bicchiere di vetro.

I Carabinieri avevano telefonato dicendo che Martha stava bene e che da un momento all'altro sarebbe stata accompagnata a casa. Ma quel momento era trascorso da qualche ora e la preoccupazione in Giuliana era salita di minuto in minuto.

"Elena, ci pensi tu a servire Diego, per favore".

"Sì".

"Stefano, mangia".

"Nonna, dove sono mamma e papà?", chiese Stefano con una lacrima che dagli occhi era scesa sulle labbra.

"Arrivano, arrivano. Mamma tra poco e papà vedrai che guarirà presto, forse già domani, oggi ha aperto gli occhi ed ha parlato con i colleghi", rispose Giuliana con uno sguardo al nipote ed uno all'orologio ed un pensiero per l'attesa del marito. Multitasking al femminile.

"Posso avere la pasta?", chiese Diego che sembrava aver dimenticato il rimprovero precedente.

"C'è la minestra", disse Elena con una voce dura, ma poi aggiunse: "e c'è anche la cotoletta fatta da nonna, come piace a te", ma si comprendeva che le sue parole erano castelli di sabbia pronti a crollare, lacrime fermate da una diga di carta.

Diego parve convincersi, "Brucia, però", poi iniziò a mangiare senza più lamentarsi.

Lo sguardo di Elena si concentrò sul suo piatto, come avrebbe voluto tornare bambina, pensò, esattamente come i suoi fratelli. Senza la necessità di cercare risposte alle continue domande che la vita le stava ponendo di fronte, e senza quella famiglia complicata proprio come la sua esistenza.

"Passerà?", si chiese mormorando tra sè.

Avrebbe voluto addormentarsi e svegliarsi l'indomani senza pensieri. Ed invece, a quindici anni e quasi sedici, a pensarci bene, i pensieri erano fin troppi.

Sentirsi figlia e sentirne il peso dei legami, sentirsi sorella e volersi divincolare dalle responsabilità che ciò comportava. Avesse avuto almeno un ragazzo con cui stare. E ci sarebbe anche stato, Pietro, un ragazzo della sua stessa età e della stessa scuola, ma egli non era mai stato interessato a Elena. E lei in risposta non si era mai arresa, lo aveva corteggiato fino a rendersi conto del tempo perso.

Ma sarebbe stato sempre così?

Elena rialzò lo sguardo dal piatto in cerca di un'ipotetica risposta.

"Mi passi l'acqua?", era stata la voce di Diego, oppure quella di Stefano?

"Eccola", disse Elena sperando che nessuno si fosse accorto della sua momentanea assenza.

Diego bevve in un sorso, lo stesso fece Stefano.

Elena li guardò soddisfatti in quel piccolo gesto: i due gemelli facevano la stessa vita, stessa scuola, stesso sport, stessi amici. Stavano sempre con la nonna, poco con la mamma e pochissimo con il padre. Soltanto con Elena non erano mai arrabbiati, con tutti gli altri sì. E non avevano torto. Nella sorella vedevano un'ideale, una perfezione che, doveva ammetterlo, faceva bene anche ad Elena.

Diego era più alto di Stefano. Stefano era più bello. Diego era più bello. Stefano più alto. Elena avrebbe potuto mischiare le carte a piacere e farli ridere, farli giocare allo svenimento, abbracci e baci sempre inclusi. Era bello.

"Possiamo avere un dolce, nonna?"

"Adesso vediamo, tu Elena?".

"Sì, nonna, quello che c'è va bene".

Giuliana si alzò dalla sedia. Gli anni si erano conficcati nelle giunture delle ginocchia, delle spalle e nei negli zigomi. E tutta la durezza di Giuliana non poteva nulla contro l'avanzare degl'ottanta anni.

"Un biscotto al cioccolato, oppure ... no, ho solo i biscotti normali", disse con la voce stridula.

"Vanno bene", disse Elena e guardò i fratelli con l'imperativo di non lamentarsi.

"Sì, nonna", fecero allegri Diego e Stefano che non sapevano resistere allo sguardo della sorella.

"Dopo giochiamo Elena?" chiese Stefano.

"Dai!", aggiunse Diego.

Elena non rispose.

"Dai!", ripeté Diego.

"Sì, sì, dopo, adesso mangiate un biscotto, al massimo due, e tre se fate i bravi", intervenne la nonna guardando di sottecchi la nipote.

Elena approfittò della bocca piena dei fratelli per garantirsi qualche minuto di tranquillità.

Andò in camera e prese il telefono per controllare i messaggi, ma non vi trovò nulla.

Allora ne scrisse uno: "Mamma?".

Attese la spunta del programma WhatsApp, ma dopo qualche secondo passati a guardare il telefono si arrese al fatto che quel messaggio non avesse ricevuto il destinatario. Controllò con una speranza residua se il padre fosse raggiungibile, ma non lo era e la sua chiamata andò a vuoto. Era preoccupata.

La luce dei suoi occhi si spense, erano arrivate nuvole nei suoi pensieri, poi sentì la voce di sua nonna.

Il tutto si fece come un'ombra.

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