Padre mio

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          I gemelli si erano addormentati. Piccoli sassi finalmente immobili. Giacomo li aveva raccolti e depositati nei loro letti. Un bacio. Sapevano di buono e di selvaggio nello stesso tempo. Martha si era presentata in cucina vestita in una tuta morbida e con calze bianche ai piedi. Aveva preso una tazza di the e si era seduta sulla sedia vicino alla finestra. Giuliana non aveva avuto il coraggio di parlare. Non parve vero, lei parlava sempre tanto, anche a sproposito, pur di riempire i vuoti dolorosi. Quel silenzio era però più denso delle parole. L'amaro della paura sulle labbra.

Giacomo rientrò in cucina.

"Ne vuoi?", chiese Martha.

"Sì, grazie".

Sembrava un momento come un altro, una famiglia come un'altra, soltanto provata.

Martha versò del the in una tazza blu con il bordo spesso e la porse a Giacomo.

"Cosa ti ha detto Elena?"

Giacomo non rispose.

"Allora?"

"Nulla, l'ho tranquillizzata. Credo".

Martha si alzò e guardò fuori dalla finestra.

"Sono ancora sotto?", chiese al marito.

"I colleghi? Sì, e ci rimangono. Abbiamo la scorta adesso", rispose Giacomo con una voce roca perché il the bollente aveva riscaldato la gola.

Giuliana si alzò e andò anch'essa alla finestra, ma non disse nulla. Sfiorava la figlia,  senza toccarla.

Tutto rimase così, trascorsero secondi pesanti come i minuti. L'orologio a pendolo dei vicini faceva il suo dovere e le mura lasciavano passare quel suono, don-don, che da tempo teneva compagnia anche in casa Lenzi. Nessuno se ne era mai lamentato.

L'aria di Empoli si era rappresa in un grumo di umidità. L'estate, quella appiccicosa, sembrava essersi finalmente concretizzata sebbene nessuno, fino a quel momento, ne avesse richiesto la presenza.

Il palazzo di fronte aveva le luci degli appartamenti accese in modo curioso. Sembrava una scacchiera. Quelli che dormivano erano le caselle nere, gli altri le bianche.

Sul balcone opposto ai Lenzi, un uomo fumava e parlava al telefono così forte che si distinguevano alcune parole. Poi, una voce lo richiamò all'interno, e lasciando la sigaretta sbriciolarsi lentamente sul bordo del balcone, l'uomo rientrò in casa.

Sotto, in strada, una coppia passeggiava con il cane.

I poliziotti erano in piedi davanti all'auto civetta. Fumavano e parlavano tra loro.

"Cosa è successo, Martha?".

La voce di Giacomo riportò nella realtà la mente di Martha.

"Un uomo ha tentato di rapirmi".

"Questo lo so".

"Tutto qui?", chiese Martha.

"Quello che so è tutto qui, ma tu sai altro".

La voce di Giacomo era tagliente e preoccupata.

"Perché parli così?", disse Giuliana.

Martha voltò le spalle e guardò nuovamente in direzione della finestra.

"E tu, Martha, perché non rispondi?", chiese la madre.

Martha non aprì bocca.

Il profilo delle sue spalle disegnava una figura esile, come se si fosse rimpicciolita.

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