Chiarimenti

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            Le indagini sull'omicidio alla spiaggia reclamavano un aggiornamento. I Carabinieri fin a quel momento ci avevano capito poco, le impronte lasciate in nell'appartamento avevano chiaramente indicato la presenza di una donna, ma avrebbe potuto anche essere precedente a quella notte, e nel database delle Forze dell'Ordine non era emerso nulla.

Nei ragionamenti fatti si era anche obiettato che la donna avrebbe potuto essere anche due o più, per quanto avessero a disposizione fino a quel momento. La casa, infatti, era stata affittata da poco e nella lista delle persone che l'avevano vista c'erano alcune donne, ed anche nell'agenzia immobiliare lavoravano alcune donne.

"Anche se...", aveva detto Neddu ad un certo punto.

"Dica maresciallo, dica e faccia in fretta", aveva riposto di malavoglia il suo superiore.

"Anche se è strano che abbiano trovato impronte di una sola persona oltre a quella del morto".

"Non ne siamo certi, comunque, non ancora".

"Quello che volevo dire è che ho trovato strano che alcune stanze fossero completamente pulite".

"Cosa vuole dire?", chiese il superiore.

"Non lo so, è solo un pensiero, ma forse, come si dice, a pensare male...".

"Via, via, lo sappiamo, concluda maresciallo per favore", disse ancora più irritato il superiore.

"Sì, insomma, e se avessero pulito la casa poco prima o poco dopo l'omicidio?!".

Ed era proprio quello che faceva arrabbiare il superiore del maresciallo: le intuizioni buone, ma buone soltanto per poterne parlare e basta.

"Non lo spremo mai, non crede?!", si limitò a rispondere congedandolo.

Il maresciallo Neddu sentiva la pressione e lo scambio di vedute tra lui ed il comandante avveniva proprio dopo che il secondo era tornato dal relazionare alla PM che si diceva impaziente di chiudere l'indagine.

Mancava un solo giorno ad agosto e la seccatura di rimandare le ferie sarebbe stata mal vista da molti.

Ed inoltre quel giorno, la città era un groviglio di luci blu dei Carabinieri e della Polizia. C'era stata una rapina ad una gioielleria, in pieno centro, e le volanti erano a caccia convinti di poterli ancora prendere. Muoversi in città era quindi diventato complicato.

C'era stato anche un breve scontro a fuoco tra la prima pattuglia dei carabinieri giunta per caso sul posto ed i ladri in fuga.

Non era proprio il momento per azzardare ulteriori ragionamenti privi di solidità, ma il maresciallo Neddu volle provarci lo stesso.

"C'è il fatto della signora Lenzi", buttò lì in pasto al suo superiore utilizzando volutamente il cognome del marito di Martha.

Proprio in quel momento, un'ape, che era entrata dalla finestra di fronte a Neddu, si posò sulla grande scrivania che separava lui ed il superiore.

"Vede quest'ape", chiese quest'ultimo.

"Sì, ma non vedo il nesso", rispose Neddu.

"Ed invece dovrebbe", sorrise il superiore in grado, "Dovrebbe, mi creda, maresciallo, ma glielo spiego io: lei sa quanti giri e ronzii deve aver fatto questa povera ape?"

Il maresciallo Neddu si alzò dalla sedia dove, con un gesto, il suo superiore lo aveva relegato. Scosse il capo, ma sempre guardando negl'occhi il superiore.

"No, non ne ho idea", ammise.

"Bene. Esattamente come non ha idea né di abbia commesso l'omicidio, né di quanto sia accaduto alla signora Lenzi, come l'ha battezzata lei alludendo ad una qualche connessione che io, sempre secondo lei, dovrei assecondare. E adesso, se non ha altro di concreto da dirmi, maresciallo...".

"No, niente altro", pensò di rispondere Neddu congedandosi militarmente, ma poi disse:" A me pare che la vicinanza dei due fatti, se mi permette...".

L'ape, con un'energia che prima sembrava non più avere, si alzò in volo e riprese la libertà attraverso la stessa finestra.

"Mi porti qualcosa di concreto, maresciallo, segua la scia di quest'ape se ci tiene tanto a ragionare a zig zag, ma mi creda senza qualcosa di solido non azzarderei ipotesi".

"C'è il passaggio dell'auto della signora Lenzi in serata tardi, e l'omissione da parte della donna a voler dire cosa ha fatto dal pranzo al rientro della sera".

"Le pare?! Per così poco?! Potrebbe essere di tutto. Un cliente di cui non vuole fare il nome, un pregiudicato per esempio, mi pare che la donna sia un avvocato penalista appunto".

"Sì, ma potrebbe anche essere dell'altro. Un amante", azzardò Neddu.

Il superiore perse la pazienza, si diresse verso la finestra, la richiuse nervosamente.

"E allora? Maresciallo: sarebbe lo stesso per quanto ci riguarda, non trova? E' troppo poco quello che abbiamo e fino a prova contraria si tratta di fatti che tra loro non hanno nulla che li colleghi se non la vicinanza in senso temporale. Vorrei che questo le sia chiaro".

Il maresciallo Neddu questa volta abbassò lo sguardo, si congedò come da protocollo, e pensando di essere vicino alla verità, ma anche che prendersi maggior tempo per riflettere sarebbe stata una scelta migliore.

Così, giunto nella sua camere, Neddu si cambiò e si mise in borghese con l'intenzione di avviarsi verso un ristorante che aveva già deciso di provare.

Poco prima di lasciare le mura della caserma, vide sfrecciarvi dentro le gazzelle dei colleghi, le luci blu illuminarono il piazzale, il clacson dell'autista anticipava una certa euforia. Li avevano presi, pensò il maresciallo Neddu, quelli della rapina o forse altri.

Bene, si disse, almeno qualcosa di concreto avrebbero avuto da presentare.

I colleghi infatti sembravano realmente euforici, Neddu li salutò con la mano. In fondo era poco più che giovani ragazzi.

Quello che invece Neddu ancora non sapeva, era che quelle luci non erano i soli lampeggianti blu della notte di Firenze. Anche altri, ma con la forma delle auto della Polizia di Stato, fendevano la notte.

Giacomo Lenzi, scortato di tutta fretta verso casa, e lo stesso valeva per sua moglie Martha su un'altra auto ed un'altra strada.

I due si erano già sentiti al telefono, ma si erano detti il poco che era servito per dirsi che stavano bene.

Empoli era ormai questione di minuti per entrambi.

E sarebbe stato il tempo di chiarimenti.

Un altro amoreWhere stories live. Discover now